MONTEMURLO — PRATO. Ci sono delle cose, che colpiscono per la loro ovvietà e inutilità.
I manifesti apparsi in questi giorni a Oste di Montemurlo, sono l’esempio più eloquente dell’arcano: sono stati affissi per dare una Comunicazione alla cittadinanza e per ribadire quanto di più ovvio e consolidato, alla luce dell’ordinanza sentenza del Giudice del Tribunale di Prato che ha omologato il provvedimento di commissariamento dell’Arciconfraternita di Prato.
Una Arciconfraternita che ci tiene a ribadire chiaro e forte che la l’unica e sola sede (bene cifrato in grassetto) della Misericordia di Prato — Confraternita di Oste è in via Scarpettini con tanto di sub-numero civico, il 370/2.
Si può nascondere una montagna o sbagliare il civico di una tale massima costruzione?
E quale altra sede potrebbe esserci in ipotesi di confusione per fare una precisazione tanto ovvia, scontata e conosciuta alla cittadinanza, dopo il fragore del commissariamento dell’Agosto 2016?
Forse i soci fondatori commissariati guidati da Daniele Bartoletti, hanno intenzione di riparere con lo stesso brand?
A noi risulta diversamente, e dunque, li possiamo rassicurare a quelli della casa madre di Prato.
Nessuna minaccia all’organigramma della venerabile Misericordia, a parte gli scossoni di Isola Capo Rizzuto, sui quali provvede la commissione Antimafia e la Magistratura per molti e gravi reati.
Una inizitiva pubblicitaria, davvero insolita e anomala che vorrebbe denotare la volontà di affermare – essendoci chiaramente la necessità – qual è la vera e unica Misericordia: quella di via Scarpettini 370/2.
Insomma, diffidate dalle imitazioni, questo il superfluo messaggio che sicuramente è intriso di altri contenuti retromessaggi trasversali che sono stati, sicuramente, indirizzati alla ciurma insubordinata.
Chissà qual è oggi il più aggiornato parere dei due Vescovi, Franco e Fausto, una volta in disaccordo sul giudizio di merito della questione.
Dopo il voltafaccia di Alberto Corsinovi al Vescovo di Pistoia chissà se il Vescovo Franco di Prato, concorda?
[Alessandro Romiti]