PRATO-OSTE. Non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione il Presidente della Misericordia di Oste, Bartoletti, auspicando (con i confratelli di Prato e di Oste – n.d.r.) che “vinca la grande famiglia della Misericordia grazie alla giusta ispirazione di Nostro Signore”.
Le informazioni raccolte hanno però permesso di avere delle interessanti conferme: l’ipotesi di una composizione della lite appare piuttosto difficile, vista anche la contrapposizione e gli interessi in gioco: si parla infatti di 400mila € di patrimonio immobiliare che neanche la sempre invocata Misericordia divina (quella di Papa Francesco) riuscirà forse a fermare nella durissima lite da ieri entrata in una temporanea apparente stasi.
Il Correttore morale di Oste, Don Simone Amidei, appoggia le istanze della sezione ostigiana, mentre il Vescovo di Prato, Franco Agostinelli, appoggia l’Arciconfraternita-madre, dando dunque origine a un’ulteriore contrapposizione gerarchica derivata e collaterale.
“Nessuno ha mai richiesto un incontro interlocutorio dopo che abbiamo fatto ricorso al Tribunale – dicono alcuni volontari della sezione distaccata, precisando come anche lo Statuto preveda specificamente che ‘ogni sezione che fa un investimento autorizzato dalla madre, ne resta responsabile (ovvero lo gode – n.d.r.)’: questa è la causa della lite in tribunale per ottenere una revocatoria sull’intestazione dell’immobile”.
La lite è paradossale: il Commissario Iacolare non intende abbandonare la “trincea” conquistata, aspettando determinazioni dai superiori e non commenta, mentre il Presidente della sezione di Oste presidia la sede con i suoi volontari, impedendo l’accesso a qualunque confratello sconosciuto alla famiglia dei volontari.
La situazione è esasperata: il Commissario Iacolare, non è stato riconosciuto dai confratelli ostigiani, non ha preso possesso della sede e non può opporre altro che la sua presenza fisica nel soggiorno in cui è confinato giorno e notte, con un atteggiamento davvero stoico e al tempo stesso grottesco.
La paradossale situazione richiama altri conflitti insorti in altre confraternite, quali quella di Pisa e Viareggio: sembra infatti che anche questa vicenda trovi origine da un pesante default dell’Arciconfaternita pratese che avrebbe, in ipotesi, un rientro finanziario grazie alla vendita degli immobili di Oste.
L’amministrazione comunale di Montemurlo sarebbe pronta a farsi carico della assunzione del fabbricato in questione, grazie alla prelazione vantata per l’occupazione da parte della Farmacia Comunale di Oste.
[Alessandro Romiti]