malpancisti. INTERVISTA CON ANGELO CUZZOLA SUI MALI CHE AFFLIGGONO LE EVANGELICHE VIE DELLA MISERICORDIA IN TOSCANA E ALTROVE

Finalmente il Consigliere nazionale Angelo Cuzzola accetta la nostra richiesta di intervista che, per le rivelazioni contenute. potrà sembrare dirompente. Cuzzola non usa il guanto di velluto e accusa il board presidenziale di Trucchi di essere stato dispotico con i consiglieri dissenzienti. Può esserci “Misericordia” dove mancano i più elementari presupposti di metodo e confronto democratico?

 

Angelo Cuzzola, consigliere nazionale calabrese discriminato, emarginato e isolato, ci presenta un’amara verità sul movimento tutt’altro che trasparente

 

Consigliere Cuzzola, prima di tutto vorremmo sapere da quanto tempo si trova in dissenso con il Consiglio nazionale e per quali motivi originari?

Vede, all’interno del consiglio nazionale basta poco per essere in dissenso, è sufficiente non approvare le decisioni che arrivano “dall’alto” e diventi subito un nemico da isolare.

Io non sono stato eletto per fare l’assecondatore della volontà del sistema, il mandato che mi è stato conferito, mi obbliga piacevolmente a tutelare e fare il bene delle Misericordie nel rispetto degli interessi dell’intero movimento, cercando di evitare quelle che possono essere situazioni poco consone.

Poi è facile essere considerato un sovversivo.

Per quel che mi riguarda è bastato andare contro il pensiero del Presidente e del Consiglio di Presidenza. D’altronde dire quello che si pensa è stato sempre un problema per chi ascolta e mi creda, personalmente, non mi faccio condizionare dalla figura che mi ascolta. Io non ho niente contro nessuno, pretendo soltanto che si agisca con lealtà ,verità e trasparenza.

Ma se è vero che la famiglia della Confederazione ha perduto la sua naturale vocazione alla solidarietà e alla Misericordia tra uomini, perché la generalità dei confratelli è stata quasi indifferente?

Negli anni si è perso lo spirito di Misericordia, ci si è lasciati sopraffare dal business dalle convenzioni e dagli interessi, venendo totalmente meno la storia del movimento e ai principi dello statuto. L’indifferenza, ma anche la non consapevolezza di quello che il Consiglio di Presidenza fa, ha creato e crea, i danni che stanno via via, venendo fuori.

La conservazione della poltrona a tutti i costi, gli scheletri che devono obbligatoriamente rimanere chiusi nell’armadio….. se tu oggi dai a me, domani non posso esimermi dal dare a te…mi capisce? Così si fa capire che “questo è il sistema”, e se uno non vuole nulla o non ha scheletri, va isolato e non merita risposta, proprio come il trattamento che è stato a me riservato.

Potendo Le farei leggere alcuni verbali, con alcuni commenti da parte di consiglieri di Presidenza (e non), indirizzati a me e qualcun altro, che farebbero rabbrividire chiunque e darebbero contezza che spesso non si è consapevoli dei ruoli occupati e soprattutto delle azioni che non dovrebbero appartenere a un fratello di Misericordia .

Il presidente dimissionario Trucchi teneva davvero il Consiglio Nazionale al guinzaglio?

Come è stato possibile fare delle violazioni esplicite allo Statuto impunemente e vedere inchieste giudiziarie come quella di Isola C.R., senza che non vengano scoperti e coinvolti i “colletti bianchi”?

Guardi, io ho vissuto in prima persona le vicende di Isola in quanto consigliere della Federazione Calabria Basilicata oltre che Governatore di una Misericordia Calabra, dunque le posso dire che oggi è semplice indicare come capo espiatorio un solo individuo.

Isola è stata una giostra dove vi sono saliti in tanti e finché la giostra ha funzionato in tanti ne hanno tratto profitto. Oggi, che uno ha pagato per questo, è facile incolparlo come giostraio. I moralisti di oggi sono quelli che hanno sottoscritto gli appalti del C.a.r.a. di Crotone.

Gli appaltanti sono Confederazione Nazionale e Consorzio Opere di Misericordia ed è assolutamente falso che “nulla sanno”. L’appaltante ha un ruolo preciso e chiaro e non può non sapere, tanto più se maneggia così tanto danaro.

I vertici di Confederazione conoscevano benissimo le dinamiche presenti sul territorio calabro, siedevano tutti allo stesso tavolo, giostrai e moralisti e la storiella del “Io non sapevo nulla” non sta più in piedi.

– Abbiamo idea di quanto danaro è transitato?

Ufficialmente non è dato sapere bene, e pensare male è peccato ma spesso ci si indovina…..

E il correttore morale non sapeva quello che succedeva nel Consiglio Nazionale? Nessun richiamo a nessuno?

– Siamo prossimi alle elezioni del nuovo Presidente con due liste, una sponsorizzata dalla nomenclatura uscente (Giani) e l’altra legata alla platea dei volontari (Giordani). Sarà questa l’occasione che la Confederazione vedrà una svolta?

Io sposo in pieno il programma di Claudio Giordani, proprio perché scelto e condiviso con quelle Misericordie che hanno conservato il Cuore e la buffa e non dal “sistema presidenziale”, le idee di indirizzo di Claudio Giardini servono a farci sperare che si possa ancora riportare la Confederazione a vivere i propri ideali.

Spero che le Misericordie abbiano la forza e il coraggio per dargli fiducia mettendo da parte quelle che in questi anni sono state le strategie atte alla conquista di una poltrona e dei milioni di euro.

Abbiamo bisogno di un uomo con le idee chiare, con l’abito giusto della carità e credo che Claudio sia la nostra speranza.

–) Ci dicono che il movimento ha bisogno di un “manager” per essere condotta fuori dalla attuale emergenza: questa è una conferma della pesante architettura finanziaria della Confederazione. Ma davvero non si potrà rinunciare a questo configurazione di sistema?

Io non la penso così. Siamo un movimento di Carità cristiana non una associazione qualunque. Chi ha deciso di affidare la Confederazione a un manager o a un Generale di Corpo d’armata ha un’idea diversa dalla mia, per fortuna.

La gestione manageriale darà continuità a un sistema che ha portato i risultati fallimentari che tutti conosciamo, i manager li lascerei alle aziende, credo che il nostro movimento, tornando alle origini, abbia bisogno di ridare dignità ai volontari che vivono giornalmente lo Spirito di Misericordia, che riporti alla luce quelli che sono i valori umani e di solidarietà, non dimentichiamo le parole di Papa Francesco.

Bisognerebbe smetterla di predicare bene e razzolare male.

Parlando di gestione manageriale continuiamo a farci del male e credo che, ad oggi, di male ne sia stato fatto già abbastanza.

Claudio Giordani, sarà lui il Presidente di un movimento che richiama i veri valori del Vangelo?

Dovremmo forse tornare a delle forme consortili regionali e non più nazionali per un recupero della originaria missione dell’associazione, vocata alla vera Misericordia evangelica?

Bisogna riorganizzare i territori, bisogna dare ascolto a ogni singola Misericordia, alle parrocchie, alla gente. Bisogna riorganizzare tutto il sistema ma stavolta in maniera corretta e cristiana.

Pensi che quattro anni fa, tutto il consiglio di Presidenza, in pompa magna, ha incontrato i governatori calabresi spendendo belle parole che tali sono rimaste, sono stati nominati dei responsabili dei coordinamenti con il compito di traghettare le Misericordie verso nuovi orizzonti. Ancora siamo a guardare l’orizzonte, ricordando quei traghetti che ci hanno devastato dentro e fuori. La Calabria, e non solo, è rimasta ferma e abbandonata.

Vista la sua esperienza consolidata, ci può fare un auspicio per il superamento di questa grave crisi? 

Bisogna iniziare a ragionare come un movimento i cui scopi siano la solidarietà e la carità, bisogna mettere da parte il business e riorganizzare i territori ma soprattutto bisogna smetterla con la “corsa al potere”, piuttosto correre a dare risposta alle nuove povertà che oggi sono incontenibili.

Solo così si può sperare in una salvezza che oggi appare, giustamente, impossibile.

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


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