Lettera aperta (ma forse inutile) a quotidiani che hanno fama di non piegarsi alle cosiddette «autorità costituite»
Ma che razza di giudice terzo e imparziale è quello che, pur avendo in mano tutti i documenti pubblici facenti fede fino a querela di falso, decide di fingere di non sapere e sentenzia a favore di chi falsifica i documenti inventandosi perfino un reato inesistente, lo «stalking giornalistico»?
A NOSTRO PARERE IL TRIBUNALE DI PISTOIA
DEVE ESSERE ‘SANIFICATO’. SI PUÒ DIRE
O È VIETATO PERCHÉ QUA SI PRIVILEGIANO
I METODI FIDEISTICI DELL’INQUISIZIONE?
Dagospia
rda@dagospia.comil Giornale
redazione.web@ilgiornale.itLa Verità
redazione@laverita.info
lettere@laverita.infoTuscianews
redazione@tusciaweb.it
redazione.tusciaweb@gmail.com
Buongiorno a tutti.
Proviamo a vedere, colleghi di ammiragliato e di stato maggiore, se riuscite a svegliarvi dal torpore che vi impedisce di ascoltare le condizioni di costante violazione del diritto e dei diritti, attuate dal Tribunale di Pistoia, indistintamente Procura (il Capo è Tommaso Coletta, quello dello scandalo di Lucia Turco-Concorsopoli e di suo fratello, il PM aggiunto di Firenze, Luca Turco: ne hanno parlato Dagospia e il Giornale) o Tribunale Civile?
In passato sul problema serissimo della giustizia (?) a Pistoia abbiamo informato in fila il Fatto Quotidiano (e nulla) La Verità (e nulla), Giletti (e nulla), Del Debbio (e nulla), Sansonetti (e nulla), Giordano (e nulla) e molti altri mostri sacri del giornalismo, come il capo dell’Ansa dell’Emila-Romagna, Leonardo Nesti, mio ex allievo (e nulla).
A me, ex giornalista professionista (mi sono disiscritto per la nausea del comportamento anche di Carlo Bartoli, ex collega al Tirreno e oggi presidente nazionale dell’ordine), hanno inflitto prima 104 giorni di arresti domiciliari per una campagna di stampa contro privilegi e favoreggiamenti, falsi in atti pubblici e protezioni di personaggi noti; oggi, con la motivazione (108 pagine di amenità, perfino caricaturali, del giudice Luca Gaspari, che, pur al corrente delle prove documentali, ha coperto il popò dei suoi politicizzati anarchici colleghi sostituti PM), eccomi condannato a 2 anni e 10 mesi grazie all’invenzione ad hoc del reato di “stalking giornalistico”.
Cosa dovrebbe accadere a Travaglio o a ciascuno di voi che scrivete da anni e per anni contro tutti i politici? Se questo non è nazi-fascismo giudiziario da toghe rosse, cosa può essere?
Svegliatevi, se ce la fate, e date una mano ad aprire, a fini di sanificazione socio-sanitaria, anche a questo vaso di Pandora che soffoca Pistoia come una vera e propria cupola a tenuta stagna.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Cost. Articolo 21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. …I magistrati sono, dunque, criticabili. Tanto più se, a fronte dei documenti che hanno in mano, decidono – come è accaduto e non di rado accade a Pistoia – a favore di chi viene privilegiato da una pubblica amministrazione squilibrata e cialtrona, ove non anche corrotta, che si permette di produrre perfino certificati e documenti pubblici falsi, peraltro inviati in procura e opportunamente inviati al cestino.
Questo hanno fatto la procura di Pistoia e il giudice Luca Gaspari nel maxi-processo politico contro Linea Libera e i suoi giornalisti. E siamo pronti a provarlo anche in aula: ma non in questo tribunale inattendibile e fortemente pericoloso.
Dubito, ergo sum. Vos etiam dibitate, fratres (traducete per l’avvocata Elena Giunti, ignara di latino…)