LE SPOGLIE di Mohammed Alì, anzi di Cassius Marcellus Clay, sono state esposte a un evento mondano e pieno di vip.
Nessuno di questi signori conosce veramente mister Clay, poiché l’unica che lo conobbe realmente (e diede la possibilità al mondo intero di conoscerlo realmente) fu Oriana Fallaci con un’intervista che venne pubblicata nel lontano 1966.
Cassius Marcellus Clay era, prima di tutto, un omone ignorante da far paura. Talmente tanto ignorante da far invidia anche a quelli che sotto anonimato scrivono a Linee Future incontrando poi l’ira di qualcuno che legge.
Il particolare che però lo rendeva clown era il fatto che si vantava di non sapere un accidente e di non aver mai letto un libro.
Leggeva solo i giornali che parlavano di lui e credeva che Allah, il dio che aveva scelto per dare un senso alla sua esistenza, gli concedesse ogni giorno tutto ciò di cui aveva bisogno. Fatalisticamente.
Era solito insultare i suoi avversari sul ring, così da renderli più nervosi, e tutti cadevano nel suo tranello. Mai nessuno che riuscisse ad assestargli un paio di diretti sul mento. A parer suo aveva ricevuto l’unzione da Allah, e nessuno riusciva a colpirlo perché quella era la volontà del suo dio.
Dissero alla Fallaci che un giorno, a Chicago, mister Clay partecipò al raduno di cinquemila musulmani di colore, col pugno alzato e gli occhi iniettati di sangue. Inveiva contro Lincoln, Washington e Jefferson.
Prometteva ai caproni che ascoltavano le sue frasi sgrammaticate che un giorno tutti i musulmani d’America sarebbero stati con loro, precisando che chi non si schierava dalla loro parte diveniva automaticamente loro nemico.
E giustamente, da buon ignorante, mister Clay non poteva farsi mancare una buona dose di razzismo, inculcatagli da un prete dei neri, un musulmano di origine controllata e garantita, tale Elijah Muhammad.
Quest’ultimo, seguito dal pugile campione del mondo, andava farneticando che i neri erano migliori dei bianchi, che erano stati oppressi e che la nazione intera andava divisa in due parti così da non far mischiare i neri con i bianchi. La vera anima razzista d’America, insomma.
Alla fine dell’intervista con la Fallaci, mister Clay si chiese addirittura cosa diavolo lei ci facesse lì con lui, poiché proprio non sopportava la vicinanza di una persona che non fosse nera e musulmana. Oriana, come suo solito, prese appunti, se la diede a gambe (perché i musulmani neri gliele volevano dare) e fece conoscere al mondo intero la faccia ignota della medaglia splendente per cui tutti sbavavano.
Il suo nome era Cassius Marcellus Clay, che volle cambiare in Mohammed Alì. Il profeta nel cui nome sono state perpetrate le stragi terroristiche di matrice islamica degli ultimi sessant’anni.
[Lorenzo Zuppini]