PISTOIA. “La disamina dei costi dei servizi a domanda individuale del Comune di Monsummano Terme e le dichiarazioni apparse sulla stampa nei giorni scorsi mi hanno lasciata sinceramente perplessa e sconcertata per il tono ed il taglio dato alla notizia” dice Silvia Biagini segretaria Fp Cgil Pistoia.
“I servizi pubblici a domanda individuale, identificati in tutte quelle attività poste in essere dall’ente locale ed utilizzate a richiesta dell’utente, sono soggetti a contribuzione da parte dei soggetti fruitori ai quali è richiesta una percentuale minima di copertura dei costi.”
“Nello specifico, le tariffe applicate dal Comune di Monsummano Terme, risultano nella media rispetto ad altre realtà della Valdinievole, così come anche la percentuale di contributo richiesta ai soggetti che usufruiscono del servizio”.
“È pertanto incomprensibile l’accento posto sul fatto che la spesa dei servizi educativi gravi in modo pesante sul resto della comunità che non ne usufruisce perché, a conti fatti, la spesa che grava su ogni singolo cittadino è minima e socialmente sostenibile se ancora si ritiene un valore fare parte di una comunità solidale”.
“L’aspetto importante è un altro: la Cgil da anni si batte perché i costi per i servizi educativi per la fascia 0-3 non siano condannati a restare servizi a domanda individuale ma diventino servizi a carico della fiscalità generale, poiché gli asili nido, al pari delle scuole materne, hanno prioritariamente uno scopo educativo ed in particolare soddisfano i bisogni di socializzazione delle bambini e dei bambini.
In tal modo gli asili nido risulterebbero più accessibili per le famiglie poiché è evidente che, vista la situazione economica attuale, per molti genitori sia estremamente oneroso, talvolta impossibile, riuscire a pagare una retta che ha comunque un peso importante sul bilancio familiare. Da questo punto di vista è finalmente allo studio del Parlamento una proposta di legge che va in questa direzione”.
“Rispetto ai costi di mantenimento degli asili nido, mi sembra semplicistico e addirittura offensivo motivare gli stessi riferendosi alle spese di personale delle insegnanti che vi operano”.
“Le lavoratrici di cui stiamo parlando sono legittimamente inquadrate in categoria D, come tutte le educatrici con lunga anzianità di servizio poiché fino a qualche anno fa il livello di ingresso per le educatrici comunali era il VII livello ossia l’equivalente della categoria D, per il quale le educatrici possedevano il titolo di studio necessario.
Prima del blocco della contrattazione nel pubblico impiego, era inoltre possibile effettuare progressioni verticali per tutto il personale degli enti locali. Le educatrici dei Comuni di tutta la nostra Provincia, hanno avuto accesso a tale possibilità, così come l’hanno avuto tutti gli altri lavoratori, con lo scopo di valorizzare una professionalità molto elevata, acquisita con anni di esperienza e formazione continua, aspetto molto apprezzato dai genitori che affidano i loro bambini quotidianamente ai nidi comunali”.
“È innegabile che mantenere un asilo nido abbia un costo elevato per i Comuni: perché, però, non dire la verità? Perché non spiegare che gli asili nido costano perché sono servizi di alta qualità e che la qualità, evidentemente, ha dei costi più elevati rispetto a quelli sostenuti da altre realtà che operano senza la garanzia di standard qualitativi ed educativi elevati?”.
“I messaggi che emergono dalla stampa mi sembrano squalificanti, non solo per la professionalità del personale dei servizi educativi, ma per il servizio stesso e mi auguro che non sia la premessa per aprire ad una futura esternalizzazione del servizio che evidentemente osteggeremo con tutti gli strumenti a disposizione”.
Silvia Biagini
Segretaria Fp Cgil Pistoia