«Aspro scontro tra il sindaco di Pescia Oreste Giurlani e il presidente provinciale Rinaldo Vanni e tra la sindaca di Pieve Gilda Diolaiuti e quello di Montecatini Terme Giuseppe Bellandi»
MONSUMMANO. Sono trascorsi appena due mesi da quando in consiglio comunale è passata con la forza della disperazione l’approvazione dello statuto dell’unione dei Comuni della Valdinievole voluto da un gruppo di burocrati di partito che governano gli undici Comuni della Valdinievole grazie a un pugno di voti.
Unione ovviamente approvata senza il sostegno o il benché minimo apporto delle opposizioni e dei cittadini stessi vista la chiusura totale a qualsiasi confronto su un possibile sviluppo amministrativo della nostra bella ma gravemente impoverita area.
Ebbene, in queste settimane successive all’approvazione, nei vari consigli comunali abbiamo già avuto ampia dimostrazione di quello che aspetta i cittadini valdinievolini sulla fantasticata collaborazione “a costo zero” tra undici Comuni.
Per quanto riguarda le difficoltà disastrose di una Provincia governata da sempre dal Pd, si è avuto un aspro scontro tra il sindaco di Pescia Oreste Giurlani e il presidente provinciale Rinaldo Vanni che sono scesi a un livello quasi infantile anche attraverso i social network.
Sul raddoppio della ferrovia dove i sindaci non hanno battuto ciglio di fronte a Trenitalia per rivendicare le perplessità e le peculiarità dei propri territori si è giunti a uno scontro tra la sindaca di Pieve Gilda Diolaiuti e quello di Montecatini Terme Giuseppe Bellandi dopo che il parlamentare montecatinese Edoardo Fanucci ha risposto con disprezzo alle lamentele di Pieve a Nievole nell’incontro tenutosi in Regione.
Infine si è giunti al fallimento finale, peraltro già annunciato, della gestione associata della polizia municipale tra Monsummano Terme e Larciano con quest’ultimo che ha deciso di non rinnovare la convenzione dopo che Lamporecchio e Pieve a Nievole ne erano già uscite da molto tempo.
L’Unione non è ancora avviata e gli auspici sono già pessimi, a riprova che quanto steso e approvato a porte chiuse è il risultato di un fare autoritario della politica dove l’unico interesse da perseguire è quello personale. A pagare ovviamente saranno sempre e solo i cittadini.
[monsummano terme bene comune]