SAN MARCELLO-MONTAGNA. In alto i cuori! San Cutiglione (Cutigliano-Abetone) ha rotto gli indugi e ha gettato nell’arena due personaggi di simil spessore.
Braccesi e Petrucci, Petrucci e Braccesi; due giovani, due personaggi onesti e non compromessi con la turpitudine politica che li ha preceduti.
Non c’erano quando è stato assassinato l’Ospedale Pacini (il Danti c’era, ma altre cose aveva da fare… e c’era pure Carluccio che altre cose aveva da fare…) e non c’erano quando la ex Comunità Montana veniva aggredita e spolpata in finanza e in progetti.
Questi due uomini, apparentemente di opposte tendenze, sono politicamente vergini di simili stupri politici; ci attendiamo però che nella loro campagna elettorale “riprendano in mano” questi due problemi e dicano come ripristinare la sanità in Montagna e recuperare i milioni di euro che un furbastro chiamato Vanni potrebbe usare per tappare qualche buca sulle strade provinciali e contemporaneamente favorire, tacendo, lo schifo politico che nel ventre di mamma/babbo Dynamo-Social Valley-OasiCamp, cirulì cirulà, si sta cercando di “mettere al mondo”.
Questi soldi della Montagna, a cominciare da Villetta Fivizzani, ai cannoni da neve, a Villa Vittoria, ai posti macchina dell’Abetone e agli altri innumerevoli beni della Montagna, “robetta” da svariati milioni di euro, devono tornare alla “casa madre”.
Con questi denari in appoggio alle possibilità del territorio, molti problemi potrebbero essere risolti.
Su questo aspetto primario i due candidati Sindaci devono chiaramente esporsi politicamente evitando di fare i conti dei denari promessi con le fusioni, che potrebbero anche non arrivare e che comunque sono la minima parte di quella originaria ricchezza di cui la Montagna è madre.
Così come devono chiaramente affermare se il tentativo di appropriazione politicamente indebita del territorio attraverso un progetto-non progetto che si chiama Social Valley sarà rispedito al mittente, cioè al sig. Manes o, al contrario, sarà debitamente “studiato” secondo un parametro logico per il quale a “dirigere la giostra” saranno gli enti locali e non “l’Orlandino in formato mignon” quale il re dei pomodori al rame e “regnante” sul terzo settore per grazia ricevuta (dal bomba-Renzi)!
San Marcello-Piteglio, già. Qualcuno prospetta un referendum popolare per trovare il nuovo nome.
Potremmo chiamarlo laicamente Comune di Limestre oppure Marcepite od anche Pitemarce, tanto la fregatura non cambia.
La valanga di soldi che il governo sinistro e di sinistra ha promesso, se anche fosse vera, non basterebbe a rendere agibile il ponte di ingresso in San Marcello e la normale viabilità che diventa dramma soprattutto ogni domenica di buon tempo anche senza la quotidiana processione di camion che nei giorni di lavoro percorrono questa miserrima strada un tempo statale e, di fatto, obbligano i giovani a spostarsi verso la pianura e lì vivere in maniera apparentemente più comoda. Stiamo parlando di quaranta chilometri di strada, non della muraglia cinese!
Certamente se gli antagonisti politici della sinistra non si danno una mossa, non antepongono il bene comune a quello particolare e non si fondono e convivono politicamente per il raggiungimento del comune obbiettivo, quello di mandare a casa sinistre con figli, nipoti e parentele varie, tutte nascoste e ben protette nei gangli di ciò che resta degli enti locali e loro derivati, sarà dura.
Muoversi sparsi per colpire uniti? Avete letto anche voi Mao? Allora regalate anche questa volta il Comune di Limestre alla sinistra e poi venite a piagnucolare!
Cara opposizione, se non sei capace di generare un Uomo con gli attributi che rappresenti la generale voglia di cambiamento del territorio e che sappia attrarre i voti che intelligentemente da sinistra (e quindi pochi, ma tutto fa!) e dalla massa civile senza speranza arriveranno, beh, non presentarti nemmeno…
[Felice De Matteis]