MONTAGNA. Ultima escursione per il 2019 – forse – di Explora Outdoor, il gruppo di guide escursionistiche, iscritte nell’apposito albo della Regione Toscana, che operano sui crinali e non solo dell’Appennino.
Meta il Lago, di cui scrisse forse per primo e perfino Giovanni Boccaccio, raggiunto nella tarda mattina di oggi verso mezzogiorno di domenica 28 dicembre.
E per Lago su questi monti da Pracchia all’Abetone da Prunetta a Lizzano in Belvedere, si intende, senza necessità di esplicitarlo, lo Scaffaiolo.
Un unico nel suo genere, paragonato dalle “volpi dell’uva” ad una semplice pozza d’acqua.
Ma proprio in questa “infima e spregevole” natura di pozza, essere cioè alimentato solo dalle piogge e dallo scioglimento delle nevi – il lago non ha infatti né affluenti né emissari – lo hanno caratterizzato nei secoli e avvolto in un aura misteriosa foriera di racconti e leggende popolari.
Le tesi spaziano dall’antico cratere di un vulcano spento dalle inusitate profondità delle sue acque, collegate tramite fantomatici canali ai due mari, che da queste vette in giornate terse si riescono a vedere ad occhio nudo, ai gorghi improvvisi come e più temibili del Maelstrom narrato da Edgar Allan Poe.
Le fotografie inviateci da Mauro Ferrari, testimoniano una giornata ovviamente fredda ma contraddistinta dal bel tempo, con un bel cielo sgombro da nuvole, ideale per camminare e consumare l’eccesso di calorie nel frattempo accumulate nel corso delle recenti “escursioni” culinarie cui tutti noi ci siamo sottoposti.
Molti gli escursionisti arrampicatesi a quota 1700 m sulle sponde di questo strano e misterioso lago per “gustare” con gli occhi la delizia di uno specchio d’acqua ghiacciato.
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Marco Ferrari
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