montagna & disagi. «NOI SIAMO SEMPRE GLI ULTIMI…»

Valleriana’s sun
Pesciatino. Valleriana’s sun

PESCIA. [f.d.m.] Eva Giuliani da facebook:

Il buio della montagna e le luci della pianura.

Qualche giorno fa sono stata a Campotizzoro percorrendo la via Mammianese passando per Vellano, Macchino, Goraiolo, Panicagliora, Femminamorta, Margine di Momigno, Prunetta e poi giù alle Piastre.

Al ritorno abbiamo tagliato per la Macchia dell’Antonini, costeggiato Calamecca e Crespole, attraversato Lanciole, Ponte di Sorana e infine casa.

Tornando indietro non abbiamo incontrato neanche un’auto ma in compenso hanno attraversato la nostra strada due giovani daini.

Quasi un’ora di tornanti, in alcuni punti scorci mozzafiato sulla pianura sovrastata dal cielo buio ma punteggiata da miriadi di luci.

Lungo la strada osservavo le case. Quelle abitate emanavano il caldo dalle finestre illuminate, l’allegria degli addobbi natalizi. Ma erano di più le case serrate in mezzo all’oscurità dei boschi.

Mi ha assalito la tristezza, il senso di profonda solitudine che lascia una comunità che si disgrega.

Alla riunione a Campotizzoro con le associazioni della Montagna Pistoiese per chiedere il Pronto Soccorso all’ospedale di San Marcello abbiamo parlato della malinconia delle case con le persiane chiuse.

Anno dopo anno sono sempre di più le case che diventano seconde case, vive per un paio di mesi l’anno e poi spente, fredde. E le luci che restano sono quelle accese da persone anziane, da piccole famiglie che resistono, ma per quanto ancora?

Valleriana‘s fog
Pesciatino. Valleriana’s fog

Ho saputo oggi che il bar bottega di Castelvecchio, paese vicino, ha chiuso. Altre finestre che si spengono dove vivo, in Valleriana. Un pezzetto di storia, un punto di riferimento che scompare.

Ho amici che stanno pensando di trasferirsi perché i figli diventano grandi e frequentare le scuole medie e superiori, fare attività sportive o culturali da quassù è un sacrificio insostenibile con la vita di corsa odierna.

È già pesante per i nostri bambini avere la sveglia alle 6:30 per prendere il pulmino intorno alle 7 e andare alle Elementari. Arrivano a scuola e devono aspettare oltre mezz’ora (tolta al riposo) per l’inizio delle lezioni perché quello stesso mezzo deve fare il giro per la città.

Noi siamo sempre gli ultimi. Perché siamo in pochi e siamo “complicati”. D’altra parte diventiamo sempre meno perché i servizi essenziali si allontanano e il lavoro, quando c’è, fa lo stesso.

Mi ricordo la Valleriana quando ero bambina. Mi ricordo tutte le case abitate, il frantoio e la chiesina dell’Ortochiaro, il pane del mulino del Monti. Mi ricordo i boschi puliti, gli uliveti curati, la rete di sentieri e mulattiere, il corso della Pescia ben tenuto così come i fossi e poi le gore nei ghiareti dove il nonno Candido si ostinava a coltivare i fagioli di Sorana. Mi ricordo il campo sportivo di Sorana, Pontito e Vellano quando il nonno mi portava a vedere le partite della squadra che allenava.

La chiesa di San Michele Arcangelo a Fibbialla, in Valleriana
La chiesa di San Michele Arcangelo a Fibbialla, in Valleriana

È un mondo che non esiste più. Ho fatto appena in tempo a vederlo, forse l’ultima generazione che ha impresso nel cuore la Valleriana, bella come un giardino.

Adesso i boschi inselvatichiti di robinie, edere e rovi, i casolari in rovina sono il riflesso dell’abbandono dell’uomo. Di quella comunità che si sfilaccia. Sì, c’è chi resiste. Chi per scelta, chi per necessità. Pochi.

Se la politica continuerà su questa strada, il destino dell’Appennino è segnato ed il buio inghiottirà tutto. Da soli non ce la possiamo fare.

Io non credo servano grandi riforme. Credo si possa cominciare dal dare fiducia e credito. Iniziare anche da piccole attenzioni come un pulmino a un’ora decente. Iniziare dal ridare servizi, restituire dignità, detassare chi investe in questi territori che non può certo pagare le stesse tasse di chi ha un’attività o un’impresa in pianura.

La montagna non può vivere solo tre mesi l’anno, come rimedio all’afa cittadina o parco giochi imbiancato. La montagna ha bisogno di essere rispettata dalla politica.

Non si potrà tornare all’età dell’oro, ma vogliamo almeno provare a fermarlo questo declino?

Io adoro guardare le luci accese la notte in Valleriana. Il buio mi fa paura.

Pensate ci sia altro da aggiungere?

Forse un proponimento: Montagna, “più buio che a mezzanotte non viene”. Continuiamo a stare svegli.

Ulteriori considerazioni al “quadro” di Eva non servono…

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4 thoughts on “montagna & disagi. «NOI SIAMO SEMPRE GLI ULTIMI…»

  1. Il quadro della montagna e’ quello signora Giuliani, forse in certe zone non vive più di un mese l’anno e avrei scritto qualcosa sulle condizioni della strada da Lanciole al Ponte di Sorana che è allucinante, dove non viene più neppure tagliata l’erba e le casce sono in strada

  2. non so se vi ricordate che a panicagliora c’erano 3 ristoranti e che “il bimbo” era un bel posto… ora è tutto abbandonato.. a passarci d’inverno viene veramente il nodo alla gola e i lacrimoni …mamma mia come siamo “stati” ridotti male

  3. Come si fa ad aggiungere qualcosa a quanto ha detto Eva, tanto è vero e coinvolgente? Mentre leggevo, mi sono immedesimato anch’io, pistoiese della città, ma da sempre amante della montagna, nel percorso di quelle strade, con quelle borgate e quegli scorci. Io, in particolare mi ricordo di paesi come Le Piastre, dove ho lasciato ricordi estivi bellissimi di quasi sessanta anni fa, Prataccio, Piteglio; tutti luoghi dove nel tempo sono passato e ripassato e di cui ho visto, a mia volta, il lento declino. Ed è per questa conoscenza che ho, certamente mai approfondita come quella di chi ci vive, e per il fatto di avere lavorato sia nella Comunità Montana poi sciaguratamente andata a gambe all’aria, sia in Regione, che sono profondamente pessimista sul futuro della montagna. A causa della mediocrità e dell’insulsaggine, se non peggio, dei politicanti della montagna stessa, ma anche, almeno in pari misura, per il menefreghismo e l’ignoranza dei problemi da parte di quelli che stanno nei palazzi fiorentini.
    Comunque sia, guai a demordere. Brava Eva!
    Piero.

  4. Io di ristoranti che ho i capelli bianchi a Panicagliora me ne ricordo 5 poi certo la piscina il ristorante e la pizzeria al Bimbo ti fanno venire in mente bei ricordi; purtroppo è tutto finito e anche la politica ci ha messo del suo.

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