montagna. IL “TRENINO” DEI RICORDI

La Fap, prima e quarta di copertina
La Fap, quarta e prima di copertina

CAMPO TIZZORO. È disponibile da alcuni giorni nelle edicole e cartolerie della Montagna Pistoiese l’ultimo libro, curato da Roberto Prioreschi, della collana Campo Tizzoro, Antologia dei 100 Anni.

Il volume è dedicato alla Fap, la Ferrovia Alto Pistoiese di cui quest’anno ricorrono i 90 anni della sua inaugurazione avvenuta il 21 giugno del 1926 e i 100 dalla costituzione dell’omonima società nata a Livorno il 13 novembre del 1916, tra il comm. Ing. Luigi Orlando, presidente della Smi, il cav. Ing. Alberto Lodolo, rappresentante di Giovanni Cosimo Cini e dal comm. Piro Liguori, direttore generale della Società Toscana di Elettricità.

Sono 480 pagine (Agricom, Masiano) di immagini tratte da cartoline, libri e documenti d’epoca ma anche attuali per testimoniare cosa rimane di una delle più grandi realizzazioni avute sulla Montagna, tanto che il ricordo è vivo anche in chi è nato dopo la sua sciagurata e illegittima chiusura avvenuta nel 1965.

L’iconografia, accompagnata e descritta da brevi testi, si dipana pagina dopo pagina ed è presentata seguendo il percorso della vecchia ferrovia che in 45 minuti portava da Pracchia a San Marcello e da qui proseguiva fino a Mammiano, lungo un percorso di quasi 17 km, durato per 40 anni e toccando tutte le località del Comune di San Marcello.

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La Fap (Giampiero Venturi)

Deliziosi i racconti finali di chi sul trenino c’è stato per recarsi a scuola o al lavoro, o di chi lavorava sul trenino; e poi disegni, quadri, dipinti, modellini, diorami e le più moderne simulazioni al computer.

La varietà, la quantità ma soprattutto la qualità che spaziano in ogni campo dell’arte e della creatività, danno la misura di quanto affetto vi fosse e vi è ancora per “il trenino”.

Alle testimonianze del passato sono affiancate quelle del presente con le stazioni del territorio tutte recuperate per fini pubblici o privati con, le uniche eccezioni di quelle ricadenti nel Comune di Pistoia, dove gli edifici di Pracchia versano in condizioni fatiscenti, se non sono addirittura scomparsi come il casello del Pozzo Verde demolito dalla Provincia.

In attesa di un auspicabile intervento di recupero da parte del Comune di Pistoia e delle Ferrovie dello Stato, bravi per il momento nel pericoloso gioco del rimpallo delle competenze, il libro contiene il modellino in cartone da montare del treno e della stazione di Pracchia con cui gli amministratori pubblici di cui sopra potranno allenarsi.

Passato, presente, ma anche futuro con grandi e piccoli progetti per valorizzare al meglio quanto della ferrovia ancora oggi rimane e per farla diventare una risorsa per il territorio e per chi vi abita, con interventi anche minimi, attingendo a studi e progetti già fatti e presentati nel libro.

Il casello del Pozzo Verde quando c'era
Il casello del Pozzo Verde: quando c’era

Se la pubblicità è l’anima del commercio per valorizzare al meglio quest’importante risorsa, è imprescindibile rendere visibili e decorosi i punti d’accesso ai tratti del percorso in cui il trenino “correva” 50 anni fa e lungo il percorso basterebbe fare la normale manutenzione valorizzando quello che già c’è: bosco e paesaggi, senza inventarsi progetti del fitness.

Prioreschi nei precedenti volumi, Dalle origini ad oggi, La vita della gente, Gli Orlando. La fabbrica e i paesi della Montagna Pistoiese, 1a e 2a parte, ci ha abituato al contrasto tra la Montagna ieri e quella di oggi, tra quello che eravamo e quello che siamo diventati, tra ciò che avevamo e non abbiamo più.

Un impietoso confronto vinto da un passato che ritorna, che si aggira come uno spettro sulla Montagna Pistoiese e che emerge in maniera preponderante portando con se inevitabili rimpianti e altrettanti interrogativi fino ad ora insoluti, del come è potuto accadere e come e chi ha permesso che la montagna sia diventata quello che non è più.

Per esaltare questo contrasto la prima di copertina è un’immagine del caratteristico trenino con una persona affacciata e sorridente e altre due che scendono. Un’immagine in bianco e nero, viva, che ritrae un momento di vita del quotidiano accompagnata da quella leggera e spensierata voglia di fare.

La “quarta” è fotografia di oggi, che ricorda nel monumento inaugurato a Maresca, i 90 anni della Fap celebrati il 26 giugno scorso. È a colori ma fredda è molto animata ma al contempo statica, con la folla di gente immobile, ferma se non addirittura impietrita nell’atto di contemplare il proprio recente passato.

Ipotesi di ingresso al percorso a Limestre elaborato da Roberto Prioreschi
Ipotesi di ingresso al percorso a Limestre elaborato da Roberto Prioreschi

La montagna è racchiusa simbolicamente fra queste due foto con il vivere di ieri che si contrappone alla strada lastricata dei ricordi “che tutti i giorni diventa sempre più lunga, più grande, a volte un po’ nebbiosa ma anche emozionante, delle tante cose che avevamo e non abbiamo più e che anno dopo anno aumentano a dismisura in una assuefatta indifferenza”.

Ma è pur vero che non vive chi non ricorda e colui che non ricorda non può avere una prospettiva per il suo futuro e rifiuti quella di costruire solo “monumenti ai caduti”.

L’opera, anzi l’enciclopedia curata da Prioreschi, serve sì per ricordare e non disperdere l’enorme patrimonio culturale della montagna, ma soprattutto deve fungere da stimolo per costruire e far ripartire la montagna e nel libro di spunti ce ne sono molti.

[Marco Ferrari]

Il percorso della Fap
Il percorso della Fap

Campo Tizzoro con i binari in sede mista
Campo Tizzoro con i binari in sede mista

Ipotesi di percorso: i cartelli inesistenti
Ipotesi di percorso con i cartelli inesistenti

Ipotesi di percorso con le statue di Germano Pacelli
Ipotesi di percorso con le statue di Germano Pacelli
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