PIETRACAMELA (TE). Caro direttore, sono un suo lettore. Il mio nome è Paolo De Luca e risiedo a Pietracamela (Te) paese situato alle falde del Gran Sasso d’Italia.
Mi permetto di scrivere perché ho a cuore, da tempo, un argomento che reputo importante ma poco trattato dai media; faccio riferimento alle precauzioni da adottare per evitare gli incidenti che si verificano in montagna con l’intento di salvare giovani vite umane.
Se ci riflettiamo, in seguito ad ogni sciagura che si verifica in quota, i giornali e le televisioni riferiscono la cronaca preferendo però il sensazionalismo all’approfondimento.
Alla luce di ciò, desidero inviare le mie affermazioni in merito strutturate come un’intervista. Esse sono frutto non solo della mia personale esperienza (sono Maestro di Sci, Accompagnatore di media Montagna ed ho fatto parte dell’organico del Cnsas del Cai al Gran Sasso per oltre dieci anni con la qualifica di tecnico di soccorso alpino e di elisoccorso) ma anche dal continuo confronto con esperti del settore i quali condividono la mia proposta che invio.
Come accennato, da tempo sostengo che un valido deterrente per scoraggiare gli imprudenti che si avventurano in montagna è quello di far pagare loro le costose operazioni di salvataggio.
Non ho la pretesa e la presunzione di dire che la Lombardia ha accolto e attuato la mia proposta che sostengo da oltre un anno: la verità è che in questa Regione le costose operazioni di salvataggio in montagna sono a pagamento dal mese di maggio 2015.
Stessa cosa in Piemonte dove lo sono dal 1° gennaio 2016. In Abruzzo è stata istituita una commissione di esperti (della quale faccio parte anche io) con il compito di redigere una bozza di Legge da portare all’attenzione del Consiglio Regionale.
Confido che lei possa dare grande eco al tema e contribuire a creare maggiore sensibilizzazione al problema affinché tutte le Regioni Italiane pongano fine alla totale gratuità di tali operazioni di salvataggio (come da tempo hanno fatto il Veneto, il Trentino, la Val d’Aosta). A corredo degli appunti, invio alcune foto che mi ritraggono in ambiente invernale estivo e in emergenza.
Nel ringraziare per l’attenzione porgo cordiali saluti.
[*] – Lettore, ospite
INCIDENTI IN MONTAGNA
E SOCCORSI A PAGAMENTO
Purtroppo si parla sempre più spesso di incidenti in montagna. È un fenomeno in crescita perché è aumentato il numero di coloro che desiderano praticare escursioni ed arrampicate sia in inverno che in estate, affascinati dalle alte quote e dai paesaggi spettacolari.
Nella maggior parte dei casi gli incidenti sono da ricondurre a superficialità e scarsa preparazione: molte tragedie si potrebbero evitare se gli escursionisti e gli alpinisti facessero più attenzione alle indispensabili norme di sicurezza; l’esperienza, invece, ha dimostrato che spesso la difficoltà deriva da una sopravalutazione delle proprie capacità e da una scarsa valutazione del percorso che si vuole intraprendere e dei relativi rischi.
E spiace che gli infortuni riguardino sia i frequentatori più preparati, sia i gitanti della domenica. In entrambi la possibilità di contare sul soccorso gratuito ha finito per indurre un certo irresponsabile innalzamento dei margini della sfida: tanto, nel peggiore dei casi, li tirano comunque fuori…
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