MONTAGNA PISTOIESE: 500 MILA EURO IN BALLO PER I COMUNI BIM, MA LA STORIA INSEGNA…

È questa la cifra che l’Unione di Comuni Montani dell’Appennino Pistoiese assegnerà ai Comuni del bacino imbrifero del fiume Serchio

I Bim compensano i territori montani per lo sfruttamento delle loro risorse idriche da parte delle aziende idroelettriche

MONTAGNA PISTOIESECinquecentomila euro. È questa la cifra che l’Unione di Comuni Montani dell’Appennino Pistoiese assegnerà ai Comuni del bacino imbrifero del fiume Serchio, utilizzando i fondi Bim derivanti dai sovracanoni idroelettrici. Una notizia positiva? Certo, se non fosse per le ombre e i “riti amministrativi” che da anni accompagnano la gestione di queste risorse.

A cosa dovrebbero servire i Fondi Bim?

I Fondi Bim, nati dalla Legge n. 959/1953, sono destinati a compensare i territori montani per lo sfruttamento delle loro risorse idriche da parte delle aziende idroelettriche. In teoria, questi soldi dovrebbero essere usati per:

  1. Interventi infrastrutturali, come strade, ponti e reti idriche, perché è fondamentale che la montagna sia accessibile e vivibile
  2. Sviluppo economico, magari incentivando un turismo montano che faccia da antidoto allo spopolamento
  3. Messa in sicurezza del territorio, per prevenire frane e dissesti causati non dall’emergenza climatica ma da quella amministrativa

Come saranno distribuiti i fondi nel 2024?

Ecco la ripartizione dei € 534.533,45 destinati al bacino:

  • San Marcello Piteglio: € 306.758,06 (di cui € 175.000 restano all’Unione per progetti comuni)
  • Abetone Cutigliano: € 223.055,46
  • Marliana: € 1.635,67 (quanto basta per… un caffè?)
  • Pescia: € 2.629,90 (forse per un cartello turistico?)
  • Pistoia: € 454,35 (un importo simbolico, quasi offensivo)

Questo modello di gestione è previsto dal regolamento approvato nel 2022, che consente ai Comuni di scegliere tra ricevere i fondi direttamente o lasciarli all’Unione per iniziative più ampie.

Quando i Fondi Bim finivano sotto le macerie…

L’idea alla base dei Fondi Bim è ottima, ma la loro gestione ha spesso rasentato il surreale. Nel recente passato, la Comunità Montana, che avrebbe dovuto riscuotere i sovracanoni, non si preoccupava minimamente di farlo. I Comuni, dal canto loro, parevano accettare con rassegnazione l’assenza di fondi, come se non fossero interessati a incassare.

Tra ruberie varie, la situazione si fece talmente imbarazzante che la Comunità Montana venne “fatta implodere”. I fondi Bim rimasero sotto le macerie, passando di mano prima alla Provincia e poi all’Unione di Comuni.

Opportunità o l’ennesima occasione sprecata?

Per trasformarli in uno strumento di sviluppo reale, servirebbero:

  • Trasparenza totale: rendicontazioni pubbliche, dettagliate e regolari sull’utilizzo dei fondi
  • Progetti strategici condivisi: evitare di disperdere le risorse in interventi minimi e puntare su opere che abbiano un impatto significativo
  • Assunzione di responsabilità: qualcuno dovrebbe rispondere se i fondi non vengono utilizzati correttamente o in modo tempestivo

I Fondi Bim rappresentano un’importante opportunità per i Comuni montani, ma il loro impatto dipende dalla capacità delle amministrazioni di gestirli con competenza e visione strategica.

Marco Ferrari
[
marcoferrari@linealibera.info]

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