VERA DEMOCRAZIA È EMARGINARE
CHI NON È DELLA TUA STESSA OPINIONE
(Scusa, non era fascismo…? No!)
MONTALE. Bulli e pupe, o meglio Bulle e pupi, è il film adatto che incarna perfettamente la condizione della «politica di merda» (vedi) attualmente fatta ingollare al popolo italiano da una massa, ormai fortunatamente scompaginata, di Pd che hanno fatto il loro tempo.
I comunisti erano meravigliosi e santi quando mangiavano preti e bambini, non ora che preti sono diventati proprio loro (e viceversa) e i bambini, se non se li inculano come al Forteto con Fiesoli, li costringono a confessare di essere stati inculati da babbo, mamma, zio, zia e nonni – e magari anche fratelli. Insomma, alla Bibbiano, nella novella degli «orchi».
Solo che nel PoDere del Forteto, così caro ai progressisti, soltanto i «guri» (da «guro», come dice il Vernacoliere) possono parlare e possono offendere come e quando vogliono: gli altri se lo pigliano in culo, zitti e cheti, perché hanno torto per definizione o per commissione parlamentare; lo dice Bergoglio, lo dicono i cardinali di Milano e Bologna, lo dice Famiglia Cristiana, lo dice l’Avvenire, e allora Deus vult, lo vuole Dio!
E quelli che una volta mangiavano preti e bambini, hanno compreso il loro errore e si sono trasformati in preti e bambini violentati da Salvini (che a me non piace, lo ripeto), il «bocchinaro» dei cretini d’Italia, a detta di Oliviero Toscani, il genio degli scatti (di ira aggressiva progressista col portafoglio a organino).
Se Franco Vannucci fa una battuta in casa sua su Facebook o, malauguratamente, scorreggia in salotto, c’è sùbito una Pippolini che spippola rosari di politically correct, e tutti i contadini del PoDere vanno in fila alla chiesa del terzo millennio, con la mucca al guinzaglio, per fare la sassaiola alla moglie troia che ha tradito il marito.
Ecco: la chiesa cattolica comunista (il Pd e la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ormai fusi e confusi) non ricorda più che a scagliare la prima pietra deve essere non una Pippolini qualsiasi, ma chi è senza peccato; e che il dovere dell’accoglienza – come dice giustamente Camillo Ruini – non sta da una sola parte, quella di coloro che vogliono importare più neri possibile e governare a tutti i costi anche se hanno perso le elezioni e se, da Di Pietro in poi, hanno ammazzato l’Italia a bastonate tra capo e collo, con sorrisi alla mortadella, stronzate alla D’Alema, puttanate alla Monti, macellazioni alla Fornero, prevaricazioni della Costituzione alla Napolitan-Mattarella, e che, come abbiamo sentito ieri alla camera (dei puppasoldi, non dei deputati) parlano ancora dei 49 milioni di quel «bocchinaro» di Salvini, ma scordano opportunamente i miliardi incassati dalla Dc, poi Margherita (da parte americana) e dal Pci, nonno del Pd (da parte dello zio Stalin e derivati tossici).
Insomma: una politica puttana come la Semiramide lussuriosa che «libito fe’ lecito in sua legge», che ha, cioè, trasformato il suo tornaconto in decalogo di comportamenti liturgici per ottenere rispetto a forza, ma senza assolutamente concederne agli altri.
Il Pd – vediamo se ora massacra anche me, a cui non ne frega una beata minchia – è ben incarnato dal marito che scopa (verbo sdoganato dalle assistenti sociali di Bibbiano) la moglie nella prima notte di nozze; e lei si sfava e gli dice: «Decìditi! O dentro o fuori!».
Si decida, il Pd, anche quello dei preti, dei moralisti «pippolinosi» e degli amici dei palestinesi: o con Gesù (il Sardelli del Vernacoliere in una sua pRoesia lo chiama Gesoo) o contro Gesù, non con dio e con Satana, con la Costituzione e contro, con gli italiani e con l’Europa nazi-tedesca, contro gli evasori e con le puttane che non pagano una lira di tasse, con i bibbiani ma contro il Forteto, con i capalbi ma contro i neri a Capalbio, o – per restare a Montale – con la legalità ma con il bel casino del Carbonizzo, di cui la Pippolini niente sa e niente dice e mentre la Dardanelli dà di balta per la felicità delle proiezioni a gratis del Re leone o di Aladdin alla Smilea, dove ogni piddìno mangia pop corn e si bèa!
Povero Franco Vannucci se, scoglionato dall’idiozia della politica, si domanda – dopo le richieste a favore di Giuliani e di Cucchi – se non sia il caso di dedicare qualcosa anche a Pacciani, sul cui caso ancora non c’è proprio punta chiarezza!
La Pippolini spippola rosari di politically correct e dà lezioni di bon ton: e dietro gli va il Pd; quello grande, forte, coerente, europeista che ci ha fornito “correttamente” ben 5 governi non eletti (pertanto illeciti) con un caravanserraglio di presidenti del con[i]glio uno più sfavone dell’altro, fino a questo Conte che, come ho scritto tempo fa, puzza sempre di più di cavallo di Troia del Pd. Eppure la Pippolini è capAgruppA (secondo le nuove regole dell’italiano della Fedeli) anche se profuma di Leu (liberi e uguali nel far casino) ed è circondata da una giunta di renziani che, da un momento all’altro, potrebbe fare il salto verso l’Itialia viva [per poco]. In tal caso osa farà costei? Tratterà i comunisti moderati alla Betti come rottamatori indegni in quanto «maschi bulletti e pisellocrati»?
Nonostante ciò, dietro la capAgruppA si è mobilitato tutto il Pd, su tutti i giornali cartacei e non (tranne Linea Libera, ovviamente), ma qualcuno suppone – addirittura – che dietro il commento di MB in ReoportPistoia ci sia, in realtà, mezzo partito democratico di Serravalle Pistoiese con annessi, connessi, ascendenti e discendenti, nani e ballerine.
C’è da chiedersi: se oggi in Italia c’è «chi pòle e chi non pòle» e se «il Pd Pòle Duvolte» e gli altri “fanculo il popolo”, ma il fascismo e il nazismo, da che parte sono? Da quella di «coloro che non pòlano» nemmeno fiatare che hanno tutti addosso sardine comprese, o di quelli che «pòlano» scaracchiare impuniti addosso a tutti con censure non più di moda neppure nella gloriosa Città del Vaticano?
E ora rileggiamo un pezzo della Pippolini
«Il populismo di destra è una guerra ingaggiata da maschi che si sentono franare il terreno sotto i piedi, e se la prendono con tutti: lo straniero, “il diverso” e le donne. […] Non si tratta, in genere, solo di populismo: c’è un’enorme questione maschile irrisolta che riguarda il modo con cui chi esercita il potere costruisce la sua autorevolezza, puntando sempre sulla forza, sulla coercizione, mai sull’empatia e la condivisione. Ci piace chi rottama, chi passa con la ruspa, chi sbatte i pugni sul tavolo, chi minaccia; ci piace meno chi cerca mediazioni, chi accoglie e chi si prende cura del prossimo»
e cerchiamo di analizzarlo (per carità, non da «ano»: che non s’abbia a dire che siamo sessisti e omofobi!):
il populismo di sinistra qual è, signora Agnese? Ce lo spiega, per favore? E tutta questa foga contro i maschi oppressori a cui frana il terreno sotto i piedi (pensi ai suoi amici palestinesi o monsummani e ai loro strani costumi di far sposare le loro figlie per forza: le vanno bene?); e quella «enorme questione maschile irrisolta» (di che tipo enorme? Grande, grossa o lunga?); e il richiamo all’empatia e alla condivisione (voi empatìte e condividete tutto con Salvini e i non-Pd, oppure chi non è come voi lo massacrate?); quanto ai «rottamatori», chi è stato il capofila se non uno del Pd di Rignano di cui lei ha condiviso il simbolo dallo stesso rifiutato a favore di Italia Viva? In effetti voi siete «diversi» perché accogliete e vi prendete cura del prossimo: ma prendendolo a calci in culo come in questo e molti altri casi.
Fatevene una ragione, piddìni & leu-piddìni. Avete rotto i coglioni all’universo mondo (l’espressione, sdoganata per Grillo, è consentita anche a me). Il popolo italiano non vi vuole: non vuole che governiate. Voi stessi, al vostro interno di sinistra (?), pur con tutte le empatie del mondo, vi sfanculate da mane a sera: siete vivi solo e soltanto per problemi di infima importanza, come i 200 insulti fake “al giorno” (Repubblica) alla Segre e per l’inflazione di panchine e scarpe rosse sotto la bandiera, più che lisa ormai sfilacciata, di un antifascismo da gente mala ti mal sottile. Eccheccàzzo! Ma quando la finirete di prendere a mazzolate le palle d’altri, le bocce di cui il Pd non è e non sarà mai portatore? E quando, prendendo coscienza dei vostri problemi, deciderete di curare una volta per tutte la vostra «sindrome da invidia penis», come i ragazzi del Liceo Forteguerri avevano scritto una volta sul muro del cesso, il quotidiano d’informazione più bello del mondo?
E a lei, Vannucci di Montale – non sono dei suoi, non condivido Salvini –, do un consiglio spassionato e pieno di rispetto per tutte le idee: «Dica quel che pensa e ai moralisti del Pd lasci cantare un Bella ciaone dopo la messa della domenica a Vicofaro!».
Per il resto, buon carbonizzo a tutti i Pd di Montale!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritto di critica con tutte le parole della lingua italiana
2 thoughts on “montale, guys and dolls. FRANCO VANNUCCI E I «POPULISTI MASSACRATI DAI PIDDÌ BEN EDUCATI»”
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