montale. “IL CORAGGIO DELLE DONNE”

Lucia Padovani
Lucia Padovani

MONTALE. [a.b.] Domani, giovedì 25 febbraio, alle 21, nei locali del “Babaluba” su iniziativa dell’associazione Pro Loco di Stazione si terrà la seconda tappa del progetto “Donne Coraggio”, nato da un’idea di Lucia Padovani a cui l’associazione ha aderito.

LaPadovani, originaria di Prato e residente da una quindicina di anni a Pistoia è un animatore di comunità e operatore olistico.

L’idea è quella di parlare del coraggio delle donne, di parlare della condizione delle donne che ce la fanno. Che sanno uscire da situazioni complicatissime, che riescono a rifarsi una vita o, comunque, a farsene una anche nelle difficoltà più estreme.

È come voler parlare di pace anziché dire sono contro la guerra! Non dobbiamo parlare di morte, ma dobbiamo parlare di vita, di speranza, di fiducia, altrimenti corriamo il rischio di immedesimarci nel sacrificio massimo e di entrare nel ginepraio del vittimismo.

“Noi tutte – così viene spiegato il progetto – siamo piene di storie. All’interno delle nostre famiglie ci sono state donne che tenevano il fucile in una mano e con l’altra cucinavano per famiglie numerose e che, pur avendo paura, si facevano forza e andavano avanti. Ci sono donne nella storia che non hanno avuto voce né riconoscimenti ma di cui è sano parlare.

“Donne che hanno reso straordinarie ed incredibili le loro vite e che non avevano tempo di pensare a cose inutili e superflue. Donne che non si sono fatte ammazzare ma che hanno resistito e in quella resistenza hanno riscattato la loro vita. Anche voi potreste essere delle “sopravvissute”, cioè potreste aver rivoluzionato la vostra vita o potreste essere riuscite a svincolarvi da una situazione pazzesca e pericolosa. Se è così potreste parlare anche di voi. In un mondo dove essere succubi sembra normale, cerchiamo di dare il messaggio opposto, di creare un’inversione di tendenza”.

L’intenzione degli organizzatori è quello di costruire uno splendido spettacolo teatrale durante il quale sarà data voce a tutte le donne “di cui vorremmo parlare”.

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