montale. INCENERITORI: «BRAVI I SESTESI, HANNO DETTO UN CHIARO NO AL PD»

L’inceneritore di Montale
L’inceneritore di Montale

MONTALE. La clamorosa dèbacle degli inceneritoristi di Sesto Fiorentino impegna questo Comitato a ribadire le proprie argomentazioni e previsioni, sancite oggi da una potente ipoteca sul traballante futuro dell’impianto di Case Passerini da sempre contestato per l’evidenza scientifica di minaccia della Salute. A Montale, vengono oggi rinegoziati gli accordi di affidamento alla gestione dell’impianto (sic!) riconfermandosi così la giustezza della tesi dell’ignoranza gestionale più completa delle amministrazioni proprietarie sulla società Cis, anche perchè afflitte dal conflitto di interessi: si riapre, partendo da Sesto, la partita sulle scelte della politica dello “smaltimento” dei rifiuti.

Questa non potrà avere distinzione di territorio, dopo le chiare evidenze di pericolosità acclarate dalla comunità dei medici e dalla diffuse incongruenze riportate dagli atti degli organi di controllo deputati alla tutela della salute: palese la “presa di posizione” dei Presidenti della Commissioni Ambiente e Salute della Regione Toscana che, dopo aver tenuto le audizione dei Comitati, hanno avuto un comportamento pilatesco, rinviando la bollente pratica dell’inceneritore ai Sindaci proprietari dell’impianto. Questo è stato un gesto che vale più di una confessione, potrete qui leggere la lettera remissoria.

Colpisce inoltre, che la raccolta differenziata dei rifiuti sia stata avviata prima nei Comuni del Cis di Agliana, Montale e Quarrata e non è un caso che Quarrata, distante e sopra-vento all’impianto è stato l’ultimo dei tre a partire. Essi, avendo un inceneritore di proprietà, sarebbero stati i “meno giustificati” dall’attuazione del processo, solo apparentemente virtuoso, visto che si terranno l’impianto e addirittura, aumenteranno la combustione giornaliera. Niente si muove a Pistoia o Firenze (autentica vetrina mondiale d’arte ma non per l’etica ambientalista) mentre Prato, sembra avviare piccoli passi verso un’inevitabile politica di differenziazione e recupero delle materie prime davvero efficace.

Insomma, se l’azione di denuncia del Comitato ha avuto accelerazione grazie alle rivelazioni di Usl 3 e Arpat sull’episodio di sforamento del 2015 è chiaro che i cittadini, dovranno essere capaci di distinguere le iniziative demagogiche rincorse dalle amministrazioni. Queste, sono state solo utili a blandire la pubblica opinione sulla necessità dell’incenerimento dei rifiuti, pratica non solo pericolosa per la salute, ma anche antieconomica per come dispersiva di risorse, accumulando veleni ovunque e costituendo nuove discariche. L’esito elettorale di Sesto Fiorentino ne è stato il paradigma: i sestesi hanno preso coscienza della minaccia dell’impianto grazie alle vicende di Montale e hanno detto un chiaro “No” al Pd dei governatori inceneritoristi Renzi e Rossi.

Un giorno, anche i cittadini di Montale e Agliana, saranno a reclamare con il voto il loro diritto alla salute: cos’altro serve ancora per una fattiva azione di protesta elettorale?

Comitato per la chiusura dell’inceneritore di Montale

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