montana (ma non la carne). QUANDO I COMUNI ERANO UNA COSA SERIA

La Costituzione? Un collutorio per democratici e antifascisti

MONTALE-AGLIANA. Quando l’Irene, una bella ragazza di Montemurlo, leggendo ad alta voce la fuga di Renzo nei Promessi Sposi, disse Gorgónzola invece di Gorgonzòla, in classe scoppiò una sonora risata perché le cose dovrebbero restare quelle che sono e non quelle che si decide che siano per legge, per decreto o per sfizio.

Perché non si dice giudicia o dottora? Imporre femminicidio al posto di omicidio, ministra al posto di ministro, avvocata al posto di avvocato, non è forse una legge razziale nazista e fascista?

Cosa sono, infatti, il nazismo, il fascismo, il comunismo, la dittatura, il regime assoluto, se non aspetti diversi di una medesima realtà? La stessa situazione che si presenta, sotto forma di burla (ma tragica) quando il Marchese Del Grillo cogliona tutti esclamando: «Mi dispiace… ma io so’ io e voi non siete un cazzo!».

Le grandi riforme d’Italia dopo Tangentopoli – ma credo che Piercamillo Davigo di recente abbia detto che è stato tutto un fallimento – si sono risolte in un «e voi non siete un cazzo!», dinanzi al quale il popolo-bue altro non ha saputo fare che cantare, felice, la famosa arietta dell’Ifigònia in Culide, metafora straordinaria della realtà nell’incontro popolo-potere:

POPOLO

Noi siamo felici, noi siamo contenti,
le chiappe del culo porgiam riverenti.
Al nostro gentile ed amato sovrano
sia dono gradito il buco dell’ano.
                         (Entra il re seguito dalla corte)

Non scandalizzatevi per le parolacce, signori Catoni moralisti del politically correct: né voi, cattolici, né voi, progressisti. Avete tanto lottato insieme per i diritti civili, che il parlare del buco del culo (cosa reale, concreta, utilissima in sé e per sé, e assolutamente neutra aldilà di tante fanfaluche sul bigotto sessismo del Menga) è come mangiare un chicco d’uva, smacchiare un leopardo o incontrare una mucca in corridoio alla Bersani: ma soprattutto pensate all’effetto-sorpresa quando scoprirete che un anello di fidanzamento (un diamante è per sempre) o un anello matrimoniale, derivando dal latino anulus (diminutivo di anus), significano semplicemente… «piccolo buco del culo»!

Mannaggia! Mi perdo sempre per strada: mi dispiace, chiedo scusa. In Mont-Ana (Montale-Agliana) le cose non vanno diversamente rispetto al resto d’Italia, quella plasmata dal Pd dopo Tangentopoli, dei governi non eletti imposti da Napolitano e dei matrimoni anomali giallo-verdi.

La Costituzione è giusto come il Listerine, il collutorio per sciacquarsi bene la bocca, che poi si sputa nel cesso; le leggi ci sono, ma si leggono e si interpretano «a seconda dei casi e delle persone attuali»; la trasparenza e il diritto all’informazione è un muro spesso come le placche di piombo e le tonnellate di cemento armato scaricate addosso al reattore di Chernobyl.

Grazie alle riforme-Bassanini, si è arrivati a taglieggiare il popolo (che non è un cazzo) con dirigenti e funzionari che spesso altro non fanno che i cazzi propri pur riscuotendo tonnellate di euro.

Del resto, vuoi comandare senza problemi? Appalta, come facevano i romani con i pubblicani (estorsori  stile Equitalia), il funzionamento della macchina a chi può fare di tutto senza rendere conto a nessuno (a uso: un comandante di polizia municipale che compra pubblicità da Tvl senza passare controlli di sorta; o un segretario comunale che si è dimenticato di istituire la commissione di disciplina nel Comune di Agliana!). Viva la burocrazia!

Siamo a questi livelli, Singor Popolo! E il Segretario alla pari del Mont-Ana riscuote oltre 100mila euro l’anno, quasi duecento milioni di lire, quasi 15 milioni di lire al mese (cazzo!), per dimenticarsi delle cose? Non scoppiò per una situazione simile la grande rivoluzione francese inutile (osservate Macron…) del 1789?

Quando i Comuni erano una cosa seria, nella deprecata Prima Repubblica, i dirigenti, i funzionari e il resto dovevano stare alle regole: non c’erano stanze-buvette come a Montale, difese dai sindacati, dove far salotto in orario d’ufficio mentre i Segretari Comunali fanno finta di non vedere «tanto paga il popolo-bue».

Franco Bassanini

A quell’epoca i Segretari Comunali (Bulgarella a Montale, Guggino a Quarrata, non ricordo bene chi ad Agliana) avevano il tavolo sommerso di cartelle e faldoni perché riguardavano, passo passo, i passi dei vari uffici; uffici che, per spendere mezza palanca, dovevano stendere non una determina (dei miei cabbasisi) con poteri discrezionali («posso fare come voglio»), ma una delibera che, uscita dal Comune dopo essere passata attraverso la Giunta e/o il Consiglio, per essere eseguibile ed esecutiva doveva attraversare indenne il vaglio del Co.Re.Co., il Comitato Regionale di Controllo, che era più o meno feroce sotto il profilo della legittimità, e che eliminava molto lavoro inutile a una Corte dei Conti oggi ingolfata da un sacco di casini e, per giunta, tardivi e spesso irrecuperabili. Aggirare ogni ostacolo è facile grazie all’opera di mastro Bassanini.

E com’erano autorevoli (non autoritari) i Segretari Comunali di allora! Anche perché non venivano scelti per affinità elettive di colorito politico come oggi: venivano – giustamente – destinati alle loro sedi in quanto comunque garanti della legalità.

L’ultima volta che sono stato seduto dinanzi alla scrivania di un Segretario Comunale a Quarrata (Giuseppe Aronica, poi chiamato a Terni), il suo tavolo era rasato e pulito come le chiappe di un bambino: ma era scoppiata anche la polemica che costui passava il tempo a spippolare su Internet e a fare il giochino del «ridete e sarete sani», la cosiddetta comicoterapia. E mentre riscuoteva lo stipendio dal Popolo. Non credo che gli sia successo niente, se non la disgrazia di fare carriera e di guadagnare sempre di più.

L’anello di fidanzamento

Tutto questo è semplicemente un’indecenza, Signori Sindaci del Mont-Ana, ma anche di tutta Italia e di qualsiasi colore. Un’indecenza, Parlamento e Governo che perdete il tempo, come le scimmie, a grattarvi l’anello di fidanzamento incapaci di prendere una vera e sana qualsiasi decisione di rimettere in sesto questo dissesto democratico e progressista che ha fatto ben comodo anche al Signor Berlusca.

Rendetevi conto, tutti, di quanto fate pena ai danni della gente che è costretta a correre e a morire d’infarto per tutte le iniquità di cui siete rappresentanti istituzionali.

E, infine, una preghiera: non state lì a pensare come voto io e cosa sono o non sono io. Se parlo di legalità, di rispetto della legge, di moralità, di correttezza, di trasparenza, di rispetto umano; se detesto e contesto la discriminazione che fa parte della cultura del Mont-Ana (ma non solo), il significato non può che essere uno e uno solo: sono semplicemente un cittadino.

Di quelli che sentono di avere quella dignità di cui sembra che voi, democratici e costituzionalisti sfegatati, vi siate assolutamente dimenticati.

Pax et bonum!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritto di critica


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