MONTECATINI. Era inevitabile che arrivasse un annuncio di protesta, di fronte al declino e alla paralisi infinita delle Terme, in assenza di strategia per l’uscita dalla crisi. Il commercio di vicinato e quello su area pubblica, compreso il mercatino Grocco/La Salute, per non parlare di quello al di sotto della ferrovia, pagano un salasso elevato. Siamo giunti alla drammatica situazione che molte attività incassano giornalmente meno di 100 euro. Così non c’è prospettiva.
Le attività alberghiere cercano di resistere con margini ridotti all’osso. Tutte le attività economiche, dai pubblici esercizi al mercato immobiliare subiscono pesantemente questo stato dei fatti. La crisi delle Terme e della città si somma a quella della mancata ripresa economica e dei consumi.
Senza le Terme rilanciate e funzionanti e una Montecatini in grado di attrarre turisti, tutto il commercio subirà un colpo mortale. Confesercenti continua a ritenere fondamentale l’unità delle categorie: sulla divisione ci gioca chi non vuole fare scelte nell’interesse generale. Ricordiamo che le Terme sono un patrimonio né di destra, né di sinistra, né dei 5 Stelle, ma del Comune di Montecatini e, dunque, di tutti i montecatinesi.
Sulla base di questa linea, Confesercenti ha assunto da anni sulle Terme posizioni e iniziative chiare. Queste le nostre richieste a Regione e Comune:
Le Terme devono essere cedute a gruppi imprenditoriali privati e da essi gestite. Chi pensa che possa essere il pubblico a garantire un futuro è fuori della realtà.
Occorre creare le condizioni affinché gruppi privati siano interessati all’acquisto. Montecatini è ancora un brand vivo.
Sono indispensabili, perciò: garanzie su procedure chiare e trasparenti; impegno della proprietà a sostenere i privati nel rapporto con le banche per la sistemazione del debito; definizione ragionevole e concordata del costo delle azioni della Spa Terme; piano d’investimenti pubblici per dare competitività alle Terme, quali, oltre al raddoppio della Ferrovia, la terza corsia della A11 e la relativa uscita, un efficace rapporto con gli aeroporti; interventi della Regione e del Governo, anche utilizzando finanziamenti europei ai fini di rendere competitiva la città; restauro del Tettuccio e valorizzazione della pineta.
I gruppi privati interessati dovranno presentare il piano industriale con gli investimenti necessari al rilancio delle Terme.
In assenza di scelte strategiche della proprietà la protesta, pur legittima, non potrà evitare il fallimento delle Terme. Sarebbe un disastro. È giusto pretendere una soluzione guidata. Chiediamo, pertanto, in modo accorato e determinato, al sindaco Bellandi di farsi promotore, nei tempi più rapidi possibili, di un’iniziativa che veda la presenza della Regione, nella quale la proprietà delle Terme porti a conoscenza delle imprese e della città la strategia per uscire dalla stato di immobilismo e dalla crisi.
Riccardo Bruzzani (direttore provinciale)
Maurizio Innocenti (presidente provinciale)
Confesercenti Pistoia