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MONTEMURLO. Sono state oltre 2 mila le persone che tra sabato e domenica scorse si sono messe pazientemente in fila per visitare il cantiere di restauro di Villa del Barone, un bene privato solitamente chiuso al pubblico.
L’evento, con il patrocinio del comune di Montemurlo, era inserito nelle Giornate di Primavera del Fai, che ogni anno promuovono le aperture straordinarie dei gioielli storici e architettonici del patrimonio italiano.
«Siamo davvero molto contenti della partecipazione e dell’interesse dimostrato dai tantissimi cittadini che sono venuti a Montemurlo per visitare Villa del Barone – dicono gli assessori alla cultura, Giuseppe Forastiero e all’ambiente, Simone Calamai –. Un grazie va alla presidente della delegazione di Prato Pistoia del Fai, Rosita Galanti Balestri e a tutti i volontari che con la loro opera hanno reso possibile la visita a questo bene: gli studenti-ciceroni, la sorveglianza, il servizio di trasporto e tutti coloro che hanno contribuito per rendere questo giorno davvero indimenticabile».
Numerose le associazioni che hanno dato gratuitamente il proprio contributo alla manifestazione: Misericordia di Montemurlo, Croce d’oro di Montemurlo, Vab, Pro-loco, associazione “Il Borgo della Rocca”, gruppo trekking “La storia camminata”, Cisom Montemurlo, gruppo fotografico Zoom- zoom, il Gruppo storico di Montemurlo e l’associazione Filiera Corta.
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Villa del Barone, pur non essendo di proprietà pubblica, è un simbolo del territorio che conserva la storia di Montemurlo e sul quale l’amministrazione ha interesse che venga mantenuta la massima attenzione, sia da parte delle istituzioni che dell’opinione pubblica: «Purtroppo il comune con le sue forze non è in grado di acquisire e restaurare Villa del Barone – continuano gli assessori – ma ciò che tutti noi possiamo fare è mantenere accesi i riflettori su questo gioiello di architettura, arte e storia che merita di essere salvato.
«Non a caso poche settimane fa abbiamo presentato le tesi di laurea di due studentesse montemurlesi che alla Villa del Barone hanno dedicato il lavoro finale del loro percorso di studi».
Anche il sindaco Lorenzini, in occasione della vendita all’asta dell’antica dimora, scrisse al Ministro ai Beni culturali, Franceschini per sollecitare il Governo ad aiutare l’amministrazione ad acquisirla e salvarla dal degrado.
La sontuosa dimora, situata alle pendici del monte Javello, fu la residenza di Baccio Valori, il nobile fiorentino che, alla guida dei fuoriusciti repubblicani, si mise a capo dei ribelli nella famosa battaglia di Montemurlo del 2 agosto del 1537.
La Villa, realizzata su progetto di Antonio Da Sangallo, nonostante i danni, conserva ancora un aspetto maestoso, rinforzato dai cantoni in bugnato di pietra arenaria, un unicum dell’architettura rinascimentale, che s’ispira alle composizioni di Michelangelo. Gli interni, altrettanto ricchi, sono decorati secondo il gusto barocco e neoclassico.
[masi – comune montemurlo]