montemurlo. GIANGRANDE E LA FORZA DI NON ARRENDERSI

L’incontro in Sala Banti con il maresciallo Giangrande

MONTEMURLO. Un silenzio attento e rispettoso ha accolto le parole del maresciallo Giuseppe Giangrande, che questa mattina alla Sala Banti ha incontrato gli studenti della scuola media “Salvemini-La Pira” e del liceo “Umberto Brunelleschi” nell’ambito della rassegna, promossa dal comune di Montemurlo, Pari opportunità per diverse abilità.

Il maresciallo Giangrande ha parlato ininterrottamente ai ragazzi per quasi quaranta minuti, toccando temi forti come il lavoro, l’importanza della costruzione di un proprio progetto di vita, la determinazione e la fedeltà: «Chi ha un animo combattivo, anche se colpito gravemente, zoppica ma poi si rialza.

«Arrendersi è una cosa bruttissima da vedere e da fare. Di fronte a voi ci sono tanti paletti invisibili – ha continuato Giangrande, riferendosi alle difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro dopo la scuola – ma se incontrate un ostacolo non aggiratelo, ma abbattetelo altrimenti si ripresenterà. Fate valere i vostri diritti».

Il maresciallo ha poi rivolto un appello contro la “fuga di cervelli” all’estero: « Voi siete il nostro futuro, l’Italia ha bisogno della vostra intelligenza. Fate esperienza fuori, ma poi rientrate, non vi fate sfruttare all’estero e non abbiate paura a mettervi in gioco».

Il sindaco Lorenzini e il maresciallo Giangrande

Ai ragazzi Giangrande ha raccontato il momento dell’attentato, quel maledetto 28 aprile 2013 di fronte a palazzo Chigi, giorno dell’insediamento del governo Letta: «Alle 11,25 ho parlato con mia figlia Martina e tutto andava bene. Poi, alle 11,37 i colpi di pistola e in un flash la mia vita è cambiata per sempre. La nostra esistenza ce la scegliamo, il destino no».

Dopo quegli attimi sono seguiti mesi durissimi: gli interventi chirurgici, la riabilitazione e il dover ripensare la propria vita, ma sempre con lo spirito del combattente. Oggi le battaglie del maresciallo Giangrande, sempre a favore dei più deboli proprio come quando era un carabiniere attivo, si chiamano anche burocrazia e servizi pubblici per la disabilità: «A Prato non c’è una palestra pubblica per fare fisioterapia ai tetra e paraplegici come me. Tutto, per chi si trova nelle mie condizioni, costa dieci volte di più e ciò è profondamente ingiusto».

Durante l’incontro, moderato dal giornalista di Tv Prato, Marco Manzo, il maresciallo Giangrande ha raccontato della sua grande famiglia, l’Arma dei Carabinieri, nella quale è entrato a 17 anni e 5 mesi « giurando fedeltà allo Stato, alla Costituzione, alle leggi e al Tricolore».

L’intervento di Giangrande

Una storia semplice e straordinaria allo stesso tempo, quella del maresciallo Giangrande, che è raccolta nel libro, curato da Roberto Riccardi Il prezzo della fedeltà. Storia di Giuseppe Giangrande (Mondadori, 2016), il cui ricavato andrà all’Opera nazionale di assistenza per gli orfani dei militari dell’Arma.

Di questa storia il tenente colonnello, Marco Grandini, del Comando provinciale di Prato, ha voluto leggere due pagine, quelle che Giangrande ha dedicato alla figlia Martina, la donna che con forza di un carabiniere senza divisa, gli è stata sempre accanto e che è diventata la sua ragione di vita.

Il sindaco Lorenzini nel suo saluto ha ringraziato Giangrande per la sua testimonianza e ha ricordato ai ragazzi: « Non abbiate paura delle divise ma rispettate il loro lavoro fino in fondo».

L’assessore alle pari opportunità, Luciana Gori, ha poi concluso, ricordando:« Cos’è che ci dà la forza per non mollare e per reimpostare la nostra vita? Non è l’attimo che ci cambia la vita, ma i rapporti che siamo riusciti a costruire prima. La storia del maresciallo Giangrande ne è l’esempio».

[masi – comune montemurlo]

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