Felice Curcetti, gestore del Frantoio biologico di Rocca a Montemurlo traccia un primo bilancio dell’annata olearia. Rese intorno al 7,5 percento Per il sindaco Simone Calamai i cambiamenti climatici si fanno sentire anche in agricoltura. «Nostro dovere tutelare il territorio e le sue eccellenze»
MONTEMURLO. Sembra quasi un paradosso: gli olivi quest’anno sono carichi di frutti, eppure quando si arriva a frangere, le rese sono molto basse e vanno dal 7,5 al 9 percento. Questo in estrema sintesi il quadro dell’annata olearia 2024 fatto da Felice Curcetti, gestore del frantoio biologico di Rocca a Montemurlo e titolare della Felice Agricoltura, uno dei maggiori impianti della provincia.
«Abbiamo avuto un agosto siccitoso e le olive sono andate in stress, poi, le continue piogge di settembre non hanno dato modo alle olive di partire con il processo di maturazione che avviene solitamente tra agosto e settembre» racconta Curcetti.
Le olive che arrivano al frantoio di Rocca dalle olivete della collina montemurlese sono bellissime e sane — «mai viste così sane» dice Curcetti – gli olivi sono carichi ma al momento della spremitura il risultato è scarso. Nonostante questo i prezzi al frantoio di Rocca sono rimasti quelli di 2 anni fa: 17 euro per la stagna da 5 litri e 19 euro per la bottiglia da litro.
«Purtroppo avremo poco olio. Il prezzo lo stabiliamo a inizio stagione con le prime frangiture —spiega Felice Curcetti — Abbiamo iniziato a frangere lo scorso 28 settembre con una resa media del 7,30 per cento, quindi, le prospettive per ottobre e novembre — quando si raggiungono le rese maggiori — ci sembravano ottime, visti anche gli olivi carichi di frutti. Purtroppo così non è stato, la resa è scesa drasticamente. Abbiamo continuato a raccogliere per alcuni giorni a inizio ottobre ma è tornata una pioggia insistente che ha fatto abbassare la resa al 6,5 fino ad arrivare ad un 5 per cento, un dato mai visto nella storia del nostro frantoio».
Tra gli altri fattori di costo che pesano sul prezzo finale di un litro d’olio c’è quello da imputare ai raccoglitori, voce di spesa che è aumentata molto: oggi siamo a circa 75 euro più l’iva al 22 %. «Quindi raccogliere un quintale di olive ci costa più di 100 euro e se da un quintale tiro fuori solo 6 kg di olio, il conto è presto fatto. A noi interessa comunque tutelare i nostri clienti e le famiglie che fanno la scorta per tutto l’anno», conclude Curcetti.
Il sapore dell’olio Evo 2024 è più dolce rispetto al passato. Il tipico aroma dell’olio “toscanaccio doc”, molto amaro e piccante, quest’anno è leggermente meno forte e più delicato, mantenendo però intatte le sue qualità organolettiche e le note distintive delle colline montemurlesi, che lo rendono unico e gustoso.
«Le anomalie che rileviamo anche sulla produzione olearia sono ancora una volta gli effetti dei cambiamenti climatici con i quali ci troviamo a fare i conti — sottolinea il sindaco Simone Calamai, che ha fatto visita al frantoio di Rocca per capire l’andamento della stagione olearia — Questi eventi anomali sono sempre più frequenti, non si tratta di piccoli cali fisiologici nella produzione ma di riduzioni consistenti, mai registrati prima. È nostro dovere come istituzioni tutelare l’agricoltura e il nostro olio che per Montemurlo rappresenta davvero un’eccellenza e una ricchezza per la salute e la tavola».
Per l’assessore alla promozione del territorio, Giuseppe Forastiero: «L’olio extra vergine d’oliva è il testimonial del territorio che si sta facendo conoscere ad un pubblico sempre più vasto che arriva dalla provincia e oltre. I Cammini, in particolare quello di San Jacopo in Toscana, stanno portando sempre più persone alla scoperta di Montemurlo e le sue eccellenze e l’olio è davvero un ottimo veicolo di promozione di tutta l’area. L’olio è fonte di salute e benessere, un farmaco naturale che aiuta a stare bene e a mangiare con più gusto».
[masi—comune di montemurlo]