MONTEMURLO. La toccante testimonianza di Mario Ponti, ex calciatore del Genoa, colpito prematuramente dalla sclerosi multipla, ha aperto ieri mattina alla Sala Banti la rassegna Pari opportunità per diverse abilità, promossa dal comune di Montemurlo per dare voce a storie di vita speciali, di tenacia e di rinascita dalla malattia.
Durante l’incontro, moderato dal giornalista del Tirreno, Emanuele Vattiata, Mario Ponti ha parlato con piacere agli studenti della scuola media “Salvemini-La Pira” e del Liceo “Brunelleschi” e li ha spronarti alla solidarietà e al senso civico verso la disabilità.
«Non esistono solo le barriere fisiche per chi è su una macchinina elettrica come la mia. Le barriere più grandi sono quelle che ci sono tra di noi. Solidarietà significa talvolta lasciare semplicemente libero il parcheggio dei disabili o aiutare ad attraversare la strada ad una persona in difficoltà».
Un’esistenza, quella di Mario Ponti, fatta di passioni, prima di tutto per il calcio e poi per la vita, per la compagna Claudia che non l’abbandona in nessun momento.
«Mario non ha concentrato la sua attenzione solo sulla malattia, non si è fermato ad una diagnosi, ma ha continuato a fare la vita di sempre, con i suoi limiti e i suoi tempi – dice Elisabetta Turano, coautrice del libro autobiografico Mario Ponti –. Storia di una rinascita (Lulu 2016) e pedagogista all’ospedale “Niguarda” di Milano – La storia di Mario Ponti è una testimonianza di positività: le difficoltà possono essere affrontate e superate. La sua capacità di resilienza, quell’attitudine positiva a non arrendersi ed ad affrontare con coraggio i momenti difficili ce lo dimostrano».
Ex giocatore del Genoa con una presenza in Serie A nel 1982-83, Mario Ponti da 9 anni combatte con la sclerosi multipla. Nonostante la malattia, non ha mai abbandonato il calcio, continuando ad insegnare il gioco prima nei panni di allenatore poi in quelli di direttore sportivo del Pegli.
«La vita non è una diagnosi: io senza calcio non riesco a stare e morirò su un campo di calcio», dice Ponti, che aggiunge: «Lo sport per me è stato fondamentale per riuscire ad affrontare la malattia e a non richiudermi in me stesso».
Nel suo intervento l’assessore alle politiche sociali, Luciana Gori, ha sottolineato il valore educativo delle storie che saranno raccontate nel corso della rassegna: «Tra i compiti delle istituzioni c’è anche quello dell’educazione al rispetto delle disabilità.
«A questo proposito la testimonianza diretta è molto efficace, perché le parole arrivano dritte al cuore. I limiti non solo nelle barriere architettoniche, nella mancanza di risorse, ma molto spesso sono negli occhi degli altri».
Per maggiori informazioni sulla rassegna si può contattare l’ufficio cultura e pari opportunità tel. 0574-558569 e-mail: promo.cultura@comune.montemurlo.po.it.
[masi – comune montemurlo]