
MONTICCHIELLO-PIENZA. In tutta Italia stanno per chiudere 455 uffici postali. Altri 608 avranno una significativa riduzione d’orario. Molti paesi si trovano nella condizione di Monticchiello, dove non c’è una banca e non ci sono nemmeno mezzi di trasporto pubblici per raggiungere i paesi vicini.
La posta è aperta solo due giorni a settimana e non è in perdita economica: l’ufficio è in attivo, i costi sono ripagati. La chiusura decisa da Poste Italiane, dunque, aggiunge al tradimento del mandato universale dell’azienda pubblica l’amaro di un controsenso economico.
Stupiscono anche i metodi in cui la decisione è stata presa: senza nessun confronto con i territori e le popolazioni coinvolte, senza nessuna proposta di possibili soluzioni o alternative ai tanti disagi che questo comporterà.
Un metodo che è indice di una pericolosa dissociazione tra responsabilità pubblica di certi incarichi e pratiche dirigistiche indegne di un’azienda pagata con i soldi dei cittadini.
Il video-appello del Teatro Povero, con inserzioni dallo spettacolo appena concluso Il paese che manca, si rivolge ai cittadini, ai politici, alle istituzioni e ovviamente a Poste Italiane.
Vedi: https://www.youtube.com/watch?v=-J6IaQkk3U4
- (…) la Posta, qui come altrove è anche un simbolo: l’ultimo servizio pubblico rimasto, dopo la chiusura delle scuole, delle caserme e dei servizi sanitari. La Posta è l’ultima, concreta presenza dello Stato.
- 1° appello: boicottare
- 2° appello, ai politici perché vengano di persona a spiegare, a proporre soluzioni per gli anziani, a chi non ha mezzi di trasporto pubblici, non ha una banca nel proprio paese
[sirianni – il funaro]