LAISSEZ FAIRE, LAISSEZ PASSER
LE MONDE VA DE LUI MÊME?
MONT-ANA. Non se la prenda la dottoressa Aveta – che non sembra avere particolari simpatie nei confronti di Linea Libera – né s’incazzi la dottoressa Bellini o anche la ex-comandantA (vedi Nuovo Dizionario Tre Cani del Pd) della polizia associata, la dottoressa Paola Nanni.
Di quello di cui vi sto per parlare oggi, già abbiamo scritto su questo quotidiano spregiato come tutto ciò che pretende (dacché è suo diritto) di parlare in piazza di cose che accadono in Comune: e questo a onore di quella trasparenza che ha sempre costretto gli aglianesi, e non solo, a chinare la testa e cedere a tutti i Niet dei post-compagni dato che, sia nell’Èra Madrussan sia in quella Smemorinica, per avere qualche informazione su ciò che accadeva a Palazzo occorreva fare la scuola delle spie insieme a 007 per contrastare tutto il Kgb dei post-compagni guidati dai pareri restrittivi della dottoressa D’Amico.
Che – se ricordate bene – il 1° luglio scorso fece una sola comunicazione al consiglio comunale: l’aspettavamo tutti come l’Angelus di Bergoglio e ci trovammo dinanzi alla famosa fantozziana «cagata pazzesca» perché Smemory (card) ci disse che, durante il suo regno, era stata rispettata la privacy di tutti. E infatti si era visto: domande formali e mesi di attesa per avere risposte e spesso evasive se non negative.
Oggi parlo di nuovo di cold case, casi non ancora risolti e di cui nessuno vuole prendersi il merito: né la dottoressa Bellini, refrattaria ai famosi buoni pasto per i dipendenti; né tantomeno la comandantA Nanni, che, finita l’associazione (o forse la dissociazione?) del famoso servizio di polizia municipale, si è resa uccel di bosco e, a tutt’oggi, non ha ancora provveduto – sembra – a dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.
In altri termini i vigili di Agliana, evidentemente meno graditi agli dèi di quelli di Montale, aspettano ancora di riscuotere una parte dei loro emolumenti di mesi e mesi di lavoro 2019.
Il «mezzo servizio», a quanto ne posso sapere io, un perfetto imbecille che non sa leggere né scrivere né fare di conto contrariamente ai “PaDroni del baccellaio”, è un’emerita presa per i fondelli: è la storia biblica (e don Tofani farebbe meglio a spiegarlo ai suoi fedeli antisalviniani e filopalestinesi) dell’Arlecchino servitore di due padroni.
Anzi: anche lui non farebbe male a riflettere sulle parole del «suo» Gesù che non ha mai detto di lapidare le puttane, ma, al contrario, ha sostenuto che non si può servire a due padroni (tanto più se uno è illuminato dal Pd come Montale e l’altro, a Agliana, è abbruttito da quel nazi-fascista di Salvini e da quella incapace di intendere e di volere della Giorgia Meloni, donna, mamma, italiana, cristiana etc. etc. etc.).
Ieri pomeriggio ho scritto che non vorrei essere nei panni della dottoressa Aveta nel prendere in mano le carte delle Cronache di Narnia. Qui lo ribadisco sempre più convintamente.
E lo faccio in nome della trasparenza e della corretta amministrazione (che pare non stia a cuore a nessuno): Agliana ha bisogno di una bonifica radicale e immediata. Già i sei mesi passati sono troppi dall’insediamento della nuova giunta.
Una bonifica che non può andare avanti secondo l’economia politica di Vincent de Gournay con il suo «laissez faire, laissez passer, le monde va de lui même», tanto il mondo va da sé.
Ma una bonifica che non può che partire iniziando a rimettere in riga, con fermezza e precisione millimetrica, quel piccolo esercito brancaleonico che finora il Pd aveva allevato e abituato a fare quel che voleva a condizione che non rompesse i coglioni sulle scelte politiche del partito generato dai radical per salvare la Terra tenuto per mano dalla Greta.
Sì. Lo ribadisco. Non vorrei proprio essere nella dottoressa Aveta.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di cronaca e di critica
Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere
Vedi anche: https://www.linealibera.it/muffa-e-non-gromma-agliana-un-bel-comune-a-mezzo-servizio/