PISTOIA. “Ringrazio tutti voi per essere qui, ai miei primi auguri alla città da sindaco.
Sono soltanto sei mesi che ho l’onore di ricoprire la carica di primo cittadino, ma da più di dieci anni, con i tanti amici con cui condivido questa avventura, cerchiamo di contribuire alla vita democratica della città.
Con le ultime elezioni amministrative è iniziata un’alternanza che contribuisce a rendere più compiuta la democrazia. Alcuni di noi varcando la soglia del Palazzo Comunale e del mio ufficio si sono commossi fino alle lacrime: non per una mera vittoria alle elezioni, ma per la vittoria delle proprie idee che, sempre rispettose di quelle altrui, hanno come pilastro un altissimo senso delle istituzioni e, di conseguenza, del bene comune.
Per noi partecipare pro tempore al governo della città rappresenta una responsabilità da onorare ogni giorno davanti ai cittadini e segna una tappa importante di un lungo percorso che ci ha visto comunque contribuire alle vicende della collettività.
Una collettività che è formata da tutti e a tutti appartiene, chiamando in causa ciascuno di noi a fare la propria parte.
Abbiamo finalmente la consapevolezza che un’alternanza è possibile, e che tutte le forze politiche possono essere democraticamente chiamate a governare o ad esercitare il ruolo dell’opposizione. In entrambi i casi lo devono fare con grande responsabilità, basandosi su un leale confronto di idee e contribuendo a fare il bene della città.
Esiste infatti un legame fra i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni, alla cui base devono esserci la lealtà, la trasparenza e il rispetto delle regole. Ogni cittadino accetta dei limiti alla propria libertà in nome di quella collettiva, paga le tasse per avere in cambio servizi e un aiuto nei momenti di difficoltà.
Deve essere chiaro però, che non ci sono diritti senza doveri. E’ legittimo e doveroso tutelare i diritti ma la società sembra aver perso di vista i doveri.
Un diritto fondamentale, che le istituzioni devono garantire, è quello alla sicurezza. Sapere la propria famiglia al sicuro, è per noi prioritario.
Pur vivendo in una città che non ha i problemi di altre grandi realtà, noi dobbiamo sentire il dovere di garantire la sicurezza ai cittadini, soprattutto di quelli socialmente ed economicamente più deboli, ovvero le persone che hanno meno strumenti per difendersi.
Per questo abbiamo dato inizio ad un piano straordinario di videosorveglianza – elaborato anche tenendo conto delle segnalazioni dei cittadini su alcune aree considerate a rischio – con l’installazione di 180 telecamere sul territorio e, avendo trovato la Polizia Municipale sottodimensionata di almeno 20 unità, stiamo provvedendo all’assunzione per concorso di nuovi vigili urbani e di nuovi ispettori tramite mobilità.
Per la stessa ragione, proprio in questi giorni, abbiamo inoltre realizzato un progetto con le associazioni di volontariato per la vigilanza di parchi, delle aree pubbliche e del mercato: occhi in più sulla città che serviranno come deterrente. Siamo però convinti che il primo presidio di sicurezza stia nell’aggregazione: un luogo pienamente vissuto e curato, è un luogo sicuro. Per questo abbiamo aperto due bandi per dare in concessione la gestione dei chioschi di piazza d’Armi e di Monteoliveto, e abbiamo ripulito alcuni giardini, come quello di via Torquato Tasso e delle Fornaci, per non lasciarli nell’abbandono e nelle mani di malintenzionati. Si tratta di piccoli passi su cui dovremo essere ancora più incisivi nel 2018.
Abbiamo accolto positivamente l’iniziativa (suggerendola anche ad altri Comitati) organizzata al Nespolo, dove nelle scorse settimane sono state invitate le forze dell’ordine per spiegare alla cittadinanza alcuni accorgimenti necessari a rendere più sicuro il proprio quartiere.
Voglio per questo soprattutto ringraziare il Prefetto e tutte le forze dell’ordine per il grande lavoro che quotidianamente svolgono – nel silenzio – per garantire quella tranquillità che è parte importante della qualità della vita in una città. Ci sono stati degli arresti legati allo spaccio di droga, una piaga che ha gravi conseguenze tra i nostri ragazzi più giovani. Ringrazio anche chi, partendo da Pistoia, garantisce la sicurezza lontano dalla città. Ho avuto infatti l’onore di partecipare alla partenza dei nostri militari della Folgore per il Libano. Con la loro professionalità e il loro atteggiamento fanno grande il nostro Paese. Prima che partissero abbiamo accolto volentieri il loro invito partecipando alla raccolta di indumenti sportivi e cancelleria per i bambini di quel Paese. Questa richiesta fa capire qual è lo spirito che li muove nella loro missione.
Il senso di insicurezza cresce quando le condizioni economiche peggiorano. E purtroppo sono ancora chiari gli effetti della lunga crisi economica che abbiamo attraversato e stiamo ancora attraversando.
Sono molti – troppi – i nostri concittadini che si trovano in difficoltà economica.
I servizi sociali del Comune stanno facendo la propria parte. Convinti che non si debba solo aspettare che qualcuno venga a chiedere aiuto, perché spesso per pudore e dignità molti non lo fanno, abbiamo deciso di andare a cercare il bisogno. Per questo, per meglio recepire le necessità del territorio, abbiamo attivato in modo sperimentale la figura dell’amministratore sociale nelle zone collinari.
Sul fronte sociale siamo mossi da due linee guida. La prima è che l’aiuto non deve essere un assistenzialismo fine a se stesso ma deve contribuire all’uscita dal momento di difficoltà vissuto. La seconda è la prevenzione del disagio, impedendo che le persone, in mancanza di un sostegno, scivolino in una spirale da cui risulta poi difficile uscire. Dobbiamo concentrarci, oltre che sulle situazioni di conclamata povertà, sulla cosiddetta fascia grigia, che non può accedere ad alcun aiuti, alle case popolari, ma i cui bisogni devono essere intercettati in tempo.
Accogliendo le persone nel mio ufficio in questi sei mesi, ho potuto capire da vicino le mille difficoltà esistenti ma ho anche avuto modo di vedere che c’è una grandissima dignità.
La maggioranza delle persone non chiede contributi: vorrebbe lavorare. Il lavoro è dignità ed ogni lavoro è nobile.
Per questo noi non possiamo più concepire quelle politiche assistenzialistiche che non mirano a risolvere il problema, perché – va detto senza ipocrisie – del problema vivono.
Tutto il nostro lavoro in ambito sociale però, non potrebbe bastare senza l’aiuto fondamentale delle tante associazioni di volontariato che dimostrano ogni giorno di essere la vera ricchezza di questa città. E’ grazie a loro, a chi dedica tempo e forze agli altri, se Pistoia riesce a dare delle risposte concrete a chi ne ha bisogno perché il senso di una comunità è anche quello di condividere ciascuno le sorti dell’altro.
L’ho detto più volte, e voglio ripeterlo anche oggi. Condanniamo in modo fermo e deciso ogni manifestazione di razzismo. Condanniamo il gesto infame dello striscione attaccato ieri al Liceo Scientifico ed ogni altra simile espressione che non appartiene alla vita democratica della nostra comunità. Pistoia però è una città generosa, solidale, e sicuramente non è e non è mai stata una città razzista, e non deve diventarlo. Abbiamo un’idea di comunità inclusiva dove diritti e doveri vanno di pari passo. Negli anni Novanta ha accolto moltissimi albanesi, persone oggi ben inserite che vivono e lavorano nella nostra città. Per rendere merito soprattutto a loro, poco dopo il mio insediamento ho deciso di cambiare totalmente il conferimento delle cittadinanze, un traguardo conquistato dopo anni di sacrifici. Prima il giuramento sulla Costituzione per la cittadinanza veniva effettuato in ufficio di fronte ad un dipendente comunale.
Dallo scorso settembre ho voluto invece che questo importante momento avesse la dovuta solennità, conferendo la cittadinanza personalmente con una celebrazione in questa sala, perché quelle persone che arrivano nel nostro paese, rispettano le regole, lavorano, contribuiscono al bene della comunità, meritano una solenne celebrazione per il traguardo raggiunto.
La forte immigrazione degli ultimi anni ha sicuramente messo alla prova le città italiane. Quando mi sono insediato, Pistoia ospitava 87 persone in più rispetto alla quota prevista dall’accordo Anci-Ministero. Non è una questione di numeri, ma di capire qual è il limite che possa davvero consentire di avere una gestione dell’accoglienza adeguata, di effettuare un controllo reale di chi è accolto, e che consenta di non creare tensioni sociali. Grazie all’impegno di tutti, siamo riusciti a migliorare la situazione a Pistoia.
Quello che non potrò mai accettare è chi, in nome di una finta accoglienza, lucra su queste vicende: non si può pensare di mettere 25 esseri umani dentro a un capannone con le sbarre alle finestre. Noi ci siamo opposti a questa ipotesi nei mesi scorsi e ci continueremo ad opporre anche in futuro a simili false soluzioni, inadeguate sia per chi viene accolto sia per chi accoglie.
Sono i progetti come quello della Tenda di Abramo, voluto dal Vescovo e messo a punto dalla Caritas di Pistoia, che vogliamo sostenere, perché si pongono l’obiettivo dell’inclusione e della gestione del dopo emergenza, restando sempre convinti che ci sia un punto massimo oltre il quale lo stato sociale rischia di infrangersi.
A luglio è arrivato da me un signore anziano, italiano, che vive nelle case popolari e che prende 600 euro di pensione al mese. Mi ha mostrato l’affitto e le bollette di luglio da pagare: superavano i 500 euro. Mi sono sentito disarmato.
Un uomo che ha lavorato per decenni, che ha contribuito con la propria opera alla nostra comunità, in modo onesto, non può essere dimenticato così. Non possiamo dimenticare proprio chi, da più tempo, contribuisce al bene della collettività.
Il rapporto tra le istituzioni e i cittadini passa anche dal garantire i servizi importanti per la qualità della vita delle persone. La città, per esempio, ha bisogno di un piano straordinario di manutenzione. La situazione su alcuni fronti richiede di agire con urgenza. Dobbiamo per questo alienare tutto il patrimonio del Comune che non sia strettamente necessario allo svolgimento delle funzioni comunali. Con un primo bando siamo già riusciti a vendere immobili per mezzo milione di euro. Dobbiamo altresì assicurare una manutenzione puntuale di ciò che invece è strategico per il funzionamento della città.
Il primo pensiero va senza dubbio alle nostre 54 scuole – trascurate negli anni – che hanno bisogno di manutenzione ordinaria e straordinaria. Si tratta di un’ operazione enorme pensando al numero e alle condizioni in cui versano gli edifici scolastici ma abbiamo iniziato programmando alcuni interventi, tra cui qualcuno prenderà il via a breve. Nei prossimi anni dobbiamo continuare questo percorso con ulteriore incisività.
La stessa necessità di manutenzione ce l’ha l’impiantistica sportiva, che è all’anno zero. Abbiamo aperto il bando per il Legno Rosso e altri otto avvisi pubblici per le palestre: la linea da seguire è quella della proprietà pubblica con una gestione privata. Abbiamo anche realizzato in tempi rapidi un campo da rugby e sono in corso le verifiche sulla struttura del pallone di pattinaggio, ripulita negli scorsi mesi. Ringrazio tutte le società sportive di Pistoia che, nonostante l’enorme carenza degli impianti, riescono a darci risultati incredibili.
Grazie al lavoro fatto dagli uomini dei cantieri comunali inoltre, siamo riusciti a fare interventi di manutenzione del verde e nel 2018 renderemo agibili anche nuovi parchi come abbiamo già fatto con il Bosco in città. La strada è ancora molto lunga ma la stiamo affrontando con lo spirito giusto.
Una grande attenzione sulla manutenzione è doverosa anche per la biblioteca San Giorgio dove, dopo anni di mancata cura, interverremo nei prossimi giorni con lavori di messa in sicurezza del tetto e il ripristino dei bagni.
L’attenzione era doverosa prima, lo sarà in futuro e lo è ora, nell’anno di Pistoia Capitale Italiana della Cultura che volge al termine. Un anno che ci ha dato grande soddisfazione e ha almeno in parte contribuito a fortificare uno spirito di orgoglio per la città.
Abbiamo realizzato mostre ed eventi di estrema qualità, di cui ho potuto parlare ampiamente in questi ultimi mesi ed anche il primo dicembre scorso, davanti al Presidente della Repubblica in visita a Pistoia.
Ringrazio il comitato promotore di Capitale della Cultura che ha accolto la mia richiesta di continuare la strada già intrapresa anche nel 2018 e che sarà allargato ad altri soggetti. Dal Comitato passeranno le scelte strategiche future. Quello che mi rincuora è che, nonostante nel nuovo anno verrà a mancare il milione del Ministero e si spegneranno i riflettori accesi con la nomina a Capitale, questo 2017 ha fatto emergere l’enorme fermento culturale di Pistoia, che comprende sia quelle persone che si ingegnano e agiscono per pura passione, sia i grandi professionisti e artisti pistoiesi. E’ proprio su questa vivacità, insita nella nostra città, che dobbiamo fare leva per il futuro, per creare una cultura inclusiva, che non sia elitaria né autoreferenziale e che possa finalmente dare uno spazio a tutti, senza vie preferenziali riservate soltanto a pochi. La cultura può essere uno straordinario veicolo di attrazione e di promozione per Pistoia, però occorre dare spazio e risposte ai cittadini che vogliono partecipare a questo percorso.
La mostra “Piero Bugiani. Un maestro del Novecento a Pistoia” in corso nella Sale Affrescate, le sculture esposte nell’atrio del Palazzo Comunale di Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi, le opere d’arte nelle piazze, come quella di Meggiato e, adesso, quelle di Tomaino, sono segnali che delineano questa tendenza di apertura, a cui teniamo particolarmente.
Vogliamo impegnarci e investire affinché le potenzialità di Pistoia possano finalmente concretizzarsi, come nel caso del Deposito dei Rotabili storici.
L’anno di Pistoia Capitale ha portato a un incremento del 20% dei turisti. La sfida, difficilissima, sarà riuscire a mantenere questi livelli anche nei prossimi mesi, ma crediamo che il turismo possa essere un volano dell’economia, insieme alle realtà artigianali di Pistoia e al vivaismo.
La partita importante sarà quella della promozione, su cui dovremo finalmente scommettere per riuscire a comunicare all’esterno il valore culturale, artistico e turistico della nostra città. Questo sarà fondamentale se vogliamo continuare a parlare di turismo in futuro.
Purtroppo negli ultimi anni anche la nostra città ha avuto un duro colpo nel settore manifatturiero e industriale.
Le istituzioni hanno il dovere di provare a reagire. Con le associazioni di categoria e tutti gli altri soggetti coinvolti nell’economia locale, ho riaperto il tavolo di sviluppo economico dal quale dovrà nascere un piano di azioni concrete superando le divisioni e facendo sistema, con l’obiettivo di intercettare risorse europee attraverso un’adeguata progettazione degli interventi. Ma la spinta deve partire dal basso, da chi tutti i giorni si trova faccia a faccia con la realtà e conosce meglio di qualsiasi istituzione, esigenze e bisogni.
Lancio un appello a tutti gli imprenditori, a chi può e vuole investire, e lo dico nella massima trasparenza: venite a proporre le vostre idee e, in modo limpido, saranno analizzate dal governo della città e dal consiglio comunale. Attraverso lo sviluppo economico, attraverso gli investimenti, si crea lavoro. E questa è una priorità per Pistoia.
Lo spirito che ci ha mosso nell’organizzazione del programma, degli allestimenti e delle attrazioni di Natale 2017 è proprio questo: realizzare un calendario di iniziative che potesse far convergere le persone nella nostra città, per provare a vincere la “sfida” con altri territori, ma soprattutto quella tra noi – le nostre attività familiari, in cui passa la storia e le tradizioni della città – e gli anonimi centri commerciali.
Del cuore di Pistoia, fanno parte a pieno titolo le periferie, a cui vogliamo dedicare particolare attenzione. Perché è qui che la maggior parte dei pistoiesi, nasce, lavora e cresce.
Pochi giorni fa, a Roma, ho firmato la convenzione per la riqualificazione urbana di Bottegone e il percorso, seppur in salita per via dei tempi strettissimi, procede. Una particolare attenzione va anche alle zone pedecollinari, dove ancora prevalgono quei solidi valori e quei rapporti umani che oggi non sono più scontati. Tutto questo emerge in una mutua assistenza che ancora sopravvive, nelle tante proloco – che ringrazio – che si impegnano per il bene del paese sopperendo spesso alle mancanze delle istituzioni, nelle parrocchie rimaste autentici centri di aggregazione.
Stiamo lavorando per sostenere con alcune agevolazioni quelle attività economiche che resistono in montagna e per spostare qui alcune iniziative ed eventi culturali potenziando l’offerta. Abbiamo incontrato la Regione e Ferrovie per tutelare e incrementare la Porrettana, proprio in virtù di una valorizzazione della collina.
Quando parliamo di sviluppo economico, non possiamo prescindere dal disegno urbanistico della città. In questo ambito sono aperte molte partite. Le demolizioni nell’area dell’ex ospedale del Ceppo sono iniziate e in questi mesi abbiamo ripreso un dialogo serrato con la Asl per avere certezza sui tempi di realizzazione della Casa della salute nell’area del Ceppo. Non è concepibile, infatti, che l’attuale ospedale, nato per l’intensità di cure, non sia integrato da adeguati servizi sanitari sul territorio. Nell’area del vecchio ospedale, diventa infine sempre più necessario riunire le funzioni pubbliche che devono tornare in centro.
Nel 2018, con la scadenza delle convenzioni, dovremo definire il destino dell’ area ex Breda, che rappresenta una ferita aperta per la città e che è determinante per capire come riorganizzare la sosta a Pistoia. Stiamo andando avanti, inoltre, con la realizzazione dei parcheggi scambiatori a Sud e, grazie ad un tavolo aperto con la Regione e le Ferrovie dello Stato, abbiamo di nuovo garantito un finanziamento per la loro realizzazione.
Questa sarà un’area importante per la città, con l’apertura, come detto, del Deposito dei rotabili storici nel 2018.
La città ha bisogno di un nuovo piano strutturale e di un nuovo regolamento urbanistico. Per questo stiamo lavorando anche con gli ordini professionali e valuteremo volentieri le proposte presentate dall’opposizione.
Per quello che abbiamo fatto e stiamo cercando di realizzare, voglio dire grazie anche ai dipendenti comunali per l’accoglienza che mi hanno riservato. Il nostro è un rapporto che deve basarsi sulla lealtà reciproca. La macchina amministrativa è appesantita da un’estrema burocrazia che talvolta tende a scoraggiare, ma non deve venire a mancare mai la cosa più importante: lo spirito di servizio.
Non si tratta solo di incartamenti, di delibere e di atti: quando non riusciamo a fare qualcosa in Comune, quel qualcosa viene a mancare alla comunità.
Per questo ho chiesto ai dipendenti di riscoprire l’orgoglio per il lavoro che stanno facendo anteponendo questo orgoglio a tutti i problemi che possono esserci all’interno della struttura. E voglio nuovamente ringraziarli per il loro lavoro. Stiamo riorganizzando la macchina comunale con nuovi dirigenti e con l’inserimento di nuove figure negli uffici. Abbiamo inoltre chiuso anche il contratto 2016/2017.
Tutto quello che abbiamo fatto in questi mesi, trova un unico riferimento in quelli che sono i nostri valori.
Primo fra tutti, la famiglia. La famiglia ha il ruolo più importante nella tenuta della nostra società, che passa dall’educazione dei figli e dai valori solidi di condivisione.
Dobbiamo sostenere chi, con una scelta davvero rivoluzionaria, decide – oggi – di formare una famiglia, di sposarsi, di fare dei figli sfidando incertezza, precariato e ostacoli di ogni tipo. Queste persone meritano tutto il nostro impegno e il nostro sostegno.
E poi, fra i valori che ci devono guidare, ci sono la valorizzare e la tutela delle tradizioni, che comprendono anche il tessuto economico e l’artigianato locale, capace di produrre prodotti che hanno dietro una storia, un’identità. Per questo negli scorsi giorni abbiamo firmato la Carta internazionale dell’artigianato, per la promozione e la tutela dell’artigianato artistico, che ha un valore culturale, economico e sociale. Contro il consumismo sfrenato e l’omologazione, noi vogliamo difendere le realtà artigianali.
Vogliamo contribuire alla riscoperta della nostra identità, a un rinnovato senso di appartenenza alla comunità nazionale, contro la dissoluzione della rete sociale causata da un arido individualismo. Vogliamo essere comunità, riappropriandoci degli elementi che costituiscono il fondamento del nostro popolo.
Senza un sentimento comune, senza uno spirito che miri all’interesse collettivo, prevalgono le divisioni e gli egoismi.
Dobbiamo invece far prevalere l’amore per la nostra terra, la cura e il rispetto per il patrimonio ambientale che ci è stato dato, per consegnarlo ai nostri figli e alle generazioni future.
Il mio auguri per questo Natale, è un augurio di speranza. Noi ce la faremo.
Dobbiamo far tornare le persone a credere nelle istituzioni e le istituzioni a garantire i diritti a chi rispetta le regole, a chi fa fronte ai propri doveri. Siamo una grande comunità, siamo una grande città
Auguri a tutti. Che possa essere un Natale sereno”.
[faragli – portavoce sindaco pistoia]