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PISTOIA. Nel 2014 sono stati 108 i bambini e i ragazzi affidati al servizio sociale del Comune di Pistoia da parte dell’autorità giudiziaria. Di questi, una parte è collocata con i propri genitori mentre, una parte, invece, è stata data in affidamento a parenti, ad altre famiglie o si trova in comunità educative con la madre o da sola.
Sono alcuni dei dati presentati ieri, martedì 5 maggio, nella sala del Dopolavoro Ferroviario a Pistoia durante il seminario dal titolo L’affido al servizio sociale. Origini, limiti e potenzialità di uno strumento importante controverso della tutela minorile. L’iniziativa è stata l’occasione per parlare dell’istituto dell’affido al servizio sociale, che di fatto è poco definito dalla normativa e, benché largamente utilizzato, possono manifestarsi difficoltà interpretative.
Proprio da questa considerazione è nata l’esigenza di un seminario di approfondimento che, oltre a definirne le origini e le funzioni, potesse analizzare anche la sua applicazione, evidenziandone punti di forza e limiti. Lo scopo del convegno, infatti, è stato quello di raccogliere i contributi di tutti i diversi professionisti, appartenenti alle diverse categorie e istituzioni coinvolte, affinché possano fungere da stimolo per una condivisione culturale e la stesura di buone prassi metodologie in un’ottica di lavoro integrato e di rete.
Ad aprire il seminario, al quale erano presenti oltre 300 persone, sono stati l’assessore alle politiche sociali del Comune di Pistoia e Iole Vannucci, avvocato della Fondazione forense dell’ordine degli avvocati di Pistoia. Dopodiché durante tutto il giorno si sono alternati interventi di esperti, formulati da vari punti di vista, sia giuridico che sociale.
I dati presentati durante il convegno sono stati rilevati dall’analisi dei fascicoli dei minorenni seguiti dal servizio sociale territoriale del Comune di Pistoia. Per ogni bambino o ragazzo in affido si è analizzato il dispositivo di affido, il progetto di tutela, i diversi servizi coinvolti e i servizi o interventi erogati con i relativi costi.
Per quanto riguarda i dati del Comune di Pistoia, nel 2012 erano affidati al servizio sociale 65 minorenni, nel 2014 invece si è passati a 108 affidamenti. Questo dato, che in termini assoluti rappresenta un aumento di quasi il doppio, in realtà indica un significativo decremento se il dato viene comparato al numero dei fascicoli aperti al Tribunale per i Minorenni di Firenze e al Tribunale Ordinario. Infatti, nel 2012, erano aperti 139 fascicoli, in cui l’affido era prescritto nel 47% dei casi; nel 2014 il numero dei fascicoli è significativamente aumentato fino a 298 e la percentuale di minori affidati è di fatto scesa al 36,2%. Tale percentuale scende al 14,5% se paragonata al numero complessivo dei minorenni in carico al servizio sociale territoriale del Comune di Pistoia, nel corso del 2014: 742 bambini e ragazzi e le loro famiglie.
Si deduce quindi che l’intervento del servizio sociale territoriale impatta su un numero di famiglie di gran lunga superiori a quelle per cui ricorrono gli elementi per l’apertura di un fascicolo alle Autorità giudiziarie, questo perché la natura stessa dell’intervento del servizio sociale è di attivare le risorse familiari e sostenere la genitorialità cercando di lavorare in un contesto di collaborazione e condivisione con i genitori. Quando viene meno la collaborazione ed è forte il pregiudizio per il minorenne si aprono percorsi di tutela che, nel 2014, nel 36,2% dei casi hanno portato le autorità giudiziarie a disporre l’affido al servizio sociale.
La fascia d’età più rappresentata è quella da 6 a 10 anni seguita da quella preadolescenziale e adolescenziale, poco rappresentata è la fascia 0-2 anni.
Come emerso nella ricerca svolta dal servizio sociale del Comune, la percentuale tra maschi e femmine è pressoché la stessa con il 47% di femmine ed il 53% di maschi. Tra questi il 33% dei minori affidati è straniero.
Riguardo alla loro collocazione si rileva che il 51% si trova nella propria famiglia di origine, in prevalenza con la madre a seguire con entrambi i genitori o con il solo padre, il 33% di casi viene accolto in una comunità, nel 15% è prevista la convivenza con la madre (comunità o case rifugio). Sono invece il 16% coloro che vengono sistemati in comunità educative e il 2% in comunità sanitarie per problemi di natura psichiatrica o di tossicodipendenza.
Per quanto riguarda la spesa sostenuta dal Comune di Pistoia per la tutela dei minori va evidenziato che nel 2014 per bambini e ragazzi in affido l’Amministrazione ha sostenuto dei costi per i progetti di tutela e sostegno per 815.672 euro, la gran parte utilizzati per coprire i costi delle comunità educative, delle comunità con madri e figli e delle case rifugio. La seconda voce di spesa è data invece dall’assegno mensile per le famiglie affidatarie (71.314 euro), seguite da interventi di educativa domiciliare familiare centrata sul recupero delle competenze genitoriali (49.000 euro).
[puggelli – comune pt]