nestiade 4. È UNA CORSA CONTRO IL TEMPO PER SALVARE L’INSALVABILE SOLDATO RYAN?

L’avvocato Sauro Erci ci ha confermato la riapertura del fascicolo Nesti per alcune integrazioni-estensioni richieste dal Comune di Agliana. Benesperi e Ciottoli intendono ancora una volta salvare un usurpatore «clandestino» tenuto senza titolo in servizio per 15 anni, dannoso per gli aglianesi e protetto anche dalla procura di Pistoia presso la quale il mai-comandante ha svolto funzioni di pubblico ministero onorario?


Ora basta. Non vi sembra che un Comune debba smettere di vivere 23 anni a disposizione di un protetto del Pd?


E CONTINUANO A FARGLI SPARAR QUERELE

ANCHE SE IN REALTÀ È CAUSA DEI SUOI MALI!


 

Nesti era protetto anche dalla segretaria D’Amico, che si voltava dall’altra parte quando il Magnanensi e la Ciampolini lo tenevano al comando contro le decisioni del Tar. E il giochino è durato fino al 2015. Successivamente perfino la destra, con la segretaria Aveta, si è piegata alla politica dell’illegalità

 

AGLIANA. Torniamo a scrivere della vicenda del “mai-comandante” Andrea Alessandro Nesti perché è lui il vero paradigma della cattiva politica che ha funestato la cittadina di Magnino Magni, morto per la democrazia e non per vedere questi sfaceli a privilegio di pochi raccomandati, garantiti da logiche di potere e usurpati con abusi e violazioni sistematiche della legge. Anche se la legge della procura ha sempre favorito questo mercimonio Il neretto è del direttore).

Una volta Ciottoli faceva lo Sceriffo e non poteva vedere il rosso. Poi la vita lo ha cambiato

 

 

C’è un nuovo episodio della nestiade. Grazie a una notizia passàtaci dall’avvocato Sauro Erci, abbiamo appreso che il legale fiorentino è stato chiamato dalla dirigente Giuseppina Chiaroni per provvedere a una integrazione/estensione sulla posizione del mai-comandante caro a tutti.

Benesperi, laureato in legge, falso testimone e calunniatore, era seduto con ben altri tre giuristi in giunta: il vicesindaco Ferretti, la Fondi e l’Aveta.

Non avendone personalmente il coraggio, mandò da me il suo fido assessore squadrista Ciottoli, che si presentò “senza tubo”.

Insieme a me scrisse la bozza di lettera di “messa in mora” e interruzione dell’imminente prescrizione dei danni cagionati dal Nesti in 15 anni di funzione dirigente usurpata “per accordo politico”, come ha testimoniato in aula la segretaria Donatella D’Amico.

La relazione dell’Erci, predisposta a suo tempo nel 2020, è “tabù”. Secretata per tutti. Tutti sanno che c’è, ma l’inaffidabile Benesperi non la farà vedere a nessuno, anche se è un atto ufficiale richiesto con una determinazione pagata con soldi pubblici. Del resto sul Nesti c’è una ineliminabile costante di reticenza e omertà, in virtù del principio maoista “i nemici dei miei nemici, sono miei amici!”.

La scheliniana Giuseppina Chiaroni, dirigente “certificata” dalla giunta di centrodestra

Si ha notizia (e se diciamo così è perché, contrariamente alla procura della repubblica di Pistoia, noi di Linea Libera le indagini le facciamo anche senza i crabinieri-pg Panarello), che l’Erci sarebbe già stato tenerissimo con il mai-cmandante. E che avrebbe suggerito – con il parere di due anni fa, pagato circa 1200 euro più iva – di non citarlo per i danni causati, perché sarebbe un’attività antieconomica per il Comune e poi, chissà quanto tempo servirà per incassare il risarcimento della malagestione nestiana…

Insomma, meglio rinunciare e adottare un profilo avetiano di clemenza, ricordando che il Nesti è stato solo tanto sfortunato pur se un po’ testardo e arrogante: meglio la pace sociale dei tarallucci e vino!

Cosa farà l’avvocato fiorentino nel vergare il suo parere bis? Scriverà un documento più severo, integrando altre e diverse fattispecie prima non visibili? Andremo in galera come vorrebbe la procura della repubblica di Pistoia, se pensiamo a questo?

Sarà bene ricordare, anche se il Benesperi non lo ramenta o non lo sa più, essendo rintronato per le false ruminazioni e le epigastralgie simulate, che Agliana è dei cittadini, non dell’ideologia di una sinistra sgangherata e nepotista, svergognata e corrotta.

La politica dell’inciucio non paga: l’elettorato preferisce l’originale (anche se macero) alla fotocopia sbiadita.

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


Guardiamo in faccia la realtà. E lo stesso dovrebbe farlo anche la distratta procura della repubblica di Tommaso Coletta

 

parlando alla d’alema: LA PROCURA FACESSE
IL SUO MESTIERE EVITANDO FAVORI AGLI AMICI!

 

Scrive Romiti che Agliana è degli aglianesi: non del Pd o della sinistra o delle raccomandazioni di sindaci, segretari comunali, amministratori locali fino a giungere anche a quegli indegni del centrodestra, partiti per correggere le sconcezze e finiti per avallarle. E tutte quante.

Io dico di più. Affermo – e lo fo ex articolo 21 della Costituzione – che in primo luogo la devono smettere, i cosiddetti sostituti della procura, di difendere a spada tratta Andrea Alessandro Nesti e, per attrazione modale, anche la di lui gentile consorte con tendenze incontrollate all’haterismo; la scrittrice-critica-professoressa Milva Maria Cappellini iperattiva su Facebook e dimostratamente maldicente.

Lo dico, lo riaffermo e lo sottoscrivo: se Claudio Curreli, il magistrato che non dovrebbe stare a Pistoia, né nello stesso tribunale della moglie Nicoletta Maria Curci, né in Terra Aperta a fianco di don Biancalani, né negli scout-Agesci dove fa l’addetto stampa adoperando gli strumenti di giustizia.it (peculato? Affari propri che non c’entrano con il suo mestiere? O che altro?), né a piantare alberini antimafia; se Claudio Curreli, dicevo (e con lui Giuseppe Grieco, Chiara Contesini, Luisa Serranti, Linda Gambassi, Patrizia Martucci, Luca Gaspari), avesse svolto il suo compito a dovere – e non a piacere – violando, come di solito fa, l’art. 358 del codice di procedura penale, oggi non saremmo a questi punti di ridicolo.

Perché da ogni parte viene fuori – in aula e sotto giuramento –, come la melma alluvionale in Romagna, che il Nesti era un superprotetto di colore rosso. Che era ammalato gravemente di depressione, ma se ne andava a fare concorsi a Cassino usando certificati medici falsi e accomodati.

Scusate, ma qua, Curreli, non è in ipotesi di flagranza di reato perché comunque favorisce i clandestini con la sua Terra Aperta? L’unica clandestina di Pistoia deve essere Linea Libera?

A Cassino  dove – evidentemente – la depressione gli passava al volo. La moglie, poi, era una arruffa-popolo con le sue manie di sentirsi autorizzata a parlare (soprattutto a vanvera) di cose con la sua mente che, a volte, non distingue il genere maschile da quello femminile, mentre scrive i suoi racconti pseudoletterari.

Se, in altre parole, il Curreli, sì caro al Ciottoli per aver’egli gli attributi, avesse fatto il suo rigoroso dovere senza approfittare dei facili risentimenti di Coletta che, ormai è chiaro, ci perseguita e basta: ci avrebbe guadagnato quella giustizia di cui il Coletta stesso va a parlare al Canto al Balì con narrazioni (poi ne parleremo con fatti alla mano) che sono un’autentica vergogna per la magistratura italiana.

Specie per quei pochi, e preziosissimi magistrati, alcuni presenti anche a Pistoia, che non ambiscono apparire, ma preferiscono svolgere il loro dovere in silenzio «con disciplina ed onore». Convincetemi che ho torto, moralizzatori che moralizzano gli altri, ma non sé stessi per primi!

E ora, come li rimetterete insieme i cocci? Ora che viene fuori che tutte le condanne, fàtteci infliggere dal pavido Luca Gaspari, si sfarinano come i castelli di sabbia/rabbia al sole del mezzogiorno?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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