neverending agony. QUANDO MALASANITÀ E MALAGIUSTIZIA SI SPOSANO PER ANNIENTARE IL CITTADINO NELL’INDIFFERENZA DELLA PROCURA

Seconda puntata dell’orrore sanitario-assistenziale in provincia di Pistoia. Ecco cosa scrive il figlio della signora “sequestrata” all’assistenza familiare, ricoverata in Rsa e in ospedale a Pescia e, infine, restituita al mittente nelle condizioni in cui la avete vista nelle foto già pubblicate. E meno male che il procuratore Tommaso Coletta avrebbe lavorato per la «gente comune»…


Vestita e impacchettata: restituita così. Poi, a casa, la sorpresa per il figlio…

MA LA PROCURA VIGILA O NO

SUL RISPETTO DELLA LEGGE?


 

La bellezza della Costituzione e della democrazia: chiedi i tuoi diritti e finisce che la procura per la «gente comune» di Coletta ti inquisisce e ti manda a giudizio…

 

Sono da solo a combattere questo racket…

La nuova direttrice sanitaria che ha sostituito *** presso quel Lager dell’Ospedale di Pescia, è la persona che ha permesso, assieme a quella criminale della dottoressa ***, di disintegrare mia madre con tutte le lesioni che ho documentato con le foto. Altra tipa messa lì […], la classica ganzina che, quando apre bocca, le vengono i conati di vomito. […].

[…] la prima persona da colpire, scandalosa e che ha determinato l’uccisione di mia madre è la Got ***. Got palesemente di parte, assoldata dall’Usl, probabilmente a busta paga. In mezz’ora, calpestando l’art. 408 del Codice Civile mi ha giudicato, non ritenendomi idoneo a gestire mia madre.

Non c’è stato verso, la Procura Notarile, anno 2016, e le due dichiarazioni … di mio fratello maggiore e del dott. ***, non sono state sufficienti a fargli cambiare idea.

In un giorno, nominando un amministratore di sostegno sotto il loro comando, mi hanno tolto la tutela della mamma. Ricoverata in ospedale dal 16 novembre al 15 dicembre, nessuno mi ha avvisato delle condizioni di mia madre: mi hanno detto che le direttive della Direzione Sanitaria erano chiare: «Non parlate e non informate il figlio …, solo l’amministratore di sostegno. Anzi, se potete, mettetelo in difficoltà e buttatelo fuori con la sicurezza!».

[…] così è stato e così mi è stato impossibile soccorrere mia madre. In mia assenza, e per ben 30 giorni, hanno avuto campo libero per rivalersi su mia madre, praticamente uccidendola. Neppure nelle dimissioni erano menzionate le gravissime lesioni. Le ho scoperte a casa, facendo 3 passi indietro quando le ho viste [si parla delle foto pubblicate qui].

Compleanno di una signora di 91 anni, sottratta alla famiglia, festeggiati in lun Lager

Per questo ho querelato anche l’amministratore di sostegno, un certo avv. *** di *** che mai mi ha permesso di assistere mia madre ancor prima dell’Ordinanza Cautelare. Tutto studiato a tavolino per impedirmi di soccorrere mia madre e di confrontarmi con i medici e gli infermieri.

Ecco il risultato. Mi hanno riconsegnato così mia madre dicendo che era impossibile [fare di più – n.d.r.], guardi che scempio. Sapientemente vestita per non farmi vedere le lesioni.

Appena la vidi dissi subito che non era dimissibile; pareva morta dal dolore, guardi qua. Questo è un vero e proprio scandalo, ho tutte le prove, prove inconfutabili!

Come un sacco di patate buttata lì sul letto, dicendomi: «Vada a casa e si diverta, tutto a posto sua madre: è dimessa; sembra morta ma sta bene!».

Dei cani che dovranno pagare!

Questo ci ha scritto il figlio. Prendétene nota


 

L’AUGUSTA REGGIA DELLA LEGALITÀ

VA ARATA E SEMINATA A SALE

 

 

Il nostro intervento di ieri, 9 giugno 2023

 

Lo abbiamo scritto ieri, ma continuiamo a scriverlo anche oggi. Perché?

Perché «È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica». Anche dei giornalisti abusivi, come sostengono il presidente dell’OdG Toscana, Giampaolo Marchini; quello nazionale, Carlo Bartoli, e tutti i sostituti, più il Pm Tommaso Coletta, di Pistoia. Tutti ben coalizzati perché tutti esercenti il potere – che, in quanto tale, è comunque espressione di tirannide.

Dimenticano tutti, da buona “frittura mista di anelli di totano” quali sono, che se una qualche forma di resistenza ci fu nell’epoca (da loro aborritissima) della dittatura, essa fu iniziata e portata avanti da coloro che, résisi conto dei pericoli dell’incancrenito potere, preferirono continuare a scrivere a qualsiasi costo. E furono puniti, anche in epoca repubblicana, con l’oscena sentenza De Gasperi-Giovannino Guareschi.

La lotta per la libertà dei diritti e dell’informazione non la fanno certo né Claudio Curreli né Giuseppe Grieco, che attualmente si sta dis-occupando del caso della signora ultranovantenne vittima della malasanità nostrale. Una sanità che va comunque protetta perché è esercitata da un altro potere distorto: quello dell’Usl che ci cura solo con le tessere e le simpatie di partito – o altrimenti laPuttanopoli-Concorsopoli di Lucia Turco, cara a Coletta, non avrebbe senso di esistere

Né il pròvvido Coletta aperto alla «prossimità sociale» che comunque non intacca la terzietà e l’imparzialità (dice lui – e buon per chi ci crede!) di magistrati incorruttibili. Anche se va ricordato – duole rammentarlo, ma sembra essere così – che proprio lui, il Pm di Pistoia, si è prodigato, pare, a sacrificare un maresciallo della finanza perché non doveva intercettare la sorella di Luca Turco, la dottoressa Lucia Turco. E il Bardellone di Tvl applaude dinanzi a tanta rettitudine!

Per chi è, allora, la Costituzione, o geni del diritto e difensori della legalità? È riservata solo a voi perché ognuno di voi è un dentino dell’ingranaggio del potere che tritura, con estremo piacere, la «gente comune»? Quella gente che, raramente, ma talvolta, come «Un volgo disperso repente si desta; | Intende l’orecchio, solleva la testa | Percosso da novo crescente romor»? Non tutti sono sordi: e io, modestamente, non lo fui…

È riserva di caccia, la Costituzione, di un Claudio Curreli che, grazie al silenzio omertoso e complice dei colleghi-censori, spregia apertamente la legge e poi, insieme al collega Giuseppe Grieco, ha la sfrontatezza di insegnare il giornalismo montanelliano a chi, dal 1967, cioè da un anno prima che lui vedesse la luce a Cagliari (1968), già faceva cronaca, e proprio all’epoca in cui i giornalisti, non ancora inquadrati nell’ordine, poi invaso dalla sinistra, non pensavano neppur lontanamente di doversi mettere sugli attenti dinanzi a un pubblico ministero arrogante e simile al giudice dell’estorsione Pietro Errede, salito di recente agli onori della cronaca?

Ce la faranno in procura a reggere, in lettura, un periodo così lungo (ma perfetto), tirando il fiato e, soprattutto, comprendendo quello che v’è scritto dentro? O qualche sostituto finirà col capire fischi per fiaschi, date certe scarse competenze linguistiche in italiano per come sinora si sono… appalesate?

No. Non può funzionare così, dottor Coletta. Non esiste che io fornisca tutte le prove del malaffare del Comune di Quarrata; del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi favorito dai tecnici; del sindaco di Agliana, Luca Benesperi, falso e calunniatore; del mai-comandante Nesti favorito dalla sinistra e usurpatore di posto pubblico; e sia io a dover finire a processo perché la procura (Curreli & C.) non fa indagini; se le fa, viola l’art. 358 cpp, e il Pm si addormenta alla guida, non vede niente e sràdica qualche chilometro di guard rail.

Non funziona così neppure con un figlio che accudisce la madre, ma la donna gli viene tolta “a forza” dall’Usl, come i minori di Bibbiano sottratti alle famiglie, e lui si trasforma in inquisito qual delinquente abituale e pericoloso.

Spiegatemi: come può fare Tom Col a perseguitare me che ho portato prove, e a salvare il suo Curreli vergognosamente impegnato in attività illegali di fatto e di diritto? Legalità e illegalità si sono invertiti nella sua sfera etica?

La procura di Pistoia è – ci si consenta per l’art. 21 della Costituzione e la libertà di critica – un macello senza capo né coda.

E Tommaso Coletta non può autorizzare certe situazioni senza fiatare, mentre gli sfuggono, di sotto il naso, i 130-150 clandestini irregolari di Vicofaro; le illecite attività di Terra Aperta del suo subalterno Curreli, un sostituto, peraltro, che continua a fare i propri comodi lavorando fianco a fianco-gomito a gomito con la moglie Nicoletta Maria Curci e infrangendo la legge; o un sostituto, Giuseppe Grieco che porta in discussione in aula fatti e persone – a me legati – ma senza alcuna attinenza con il processo malcondotto da Luca Gaspari e/o mille altre cose ancora.

Fascisti o no, i romani – con Nordio in prima posizione e la Meloni a fianco – devono fare pulizia e risanare l’ambiente, visto che il genio dell’ampolla, come viene definito il senatore-agricolo Patrizio La Pietra, tutto impegnato a impedire le farine di grilli (per la testa), non sa (o non può) calmare i bollenti spiriti di intraprendenza di una magistratura che si rifiuta di individuare la vera «gallina che fa le uova» nel pollaio!

Edoardo Bianchini
Commento ex art. 21 Costituzione
[direttore@linealibera.it]


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