Alla prossima vorrei rinascere o figlio di Agnelli o Turco di nome e di fatto. Sono quasi certo che qualcuno avrebbe potuto dire al sostituto Curreli: «Chi glielo va a dire ora, all’avvocato, che stai pestando i piedi a suo figlio…?»
Massime eterne – e di fiducia… averne!
SE D’ERDOĞAN O AGNELLI IO FIGLIO ERA
MA SAREI MAI FINITO IN LA GALERA?
Dio c’è. Non per tutti, ma c’è. C’è, per esempio, per chi può contare su un cognome Turco; su chi può contare su incompatibilità grosse come un palazzo (di giustizia: il tribunale di Pistoia), ma invisibili agli occhi dei giudici e dei Pm che si rifiutano di vedere la legge e di farla applicare.
Se non sei un Turco di nome (e di fatto), finisce che te la cavicchi male. A Pistoia malissimo. I giudici sono soggetti solo alla [loro] legge, i cittadini comuni – anche io che scrivo – sono dei diversi. Per cui, se chiedo che la procura indaghi sui favoritismi smaccati e provati del Comune di Quarrata a lode e gloria del Ctu Perrozzi (noto a Curreli o a sua moglie Nicoletta Curci? Su questo Claudio tace), c’è sempre un luogotenente Maricchiolo obbediente al potere che indaga informandosi dei fatti non ascoltando le vittime e leggendo i documenti, ma rivolgendosi direttamente alle fonti prime del diritto: le stesse «autorità costituite» che tali favori hanno fatto a gente di nobile sangue, maggiorenti e cittadini doc.
Quello che obiettivamente capisco poco – forse perché non ho mai vinto un concorso in magistratura, che permette a chiunque, in séguito, di poter fare, se vuole, come vuole a prescindere – è il motivo per cui il giudice Luca Gaspari, che credevo di dover stimare, ha deciso di condannarmi seguendo i suggerimenti dei colleghi Curreli e Grieco.
Loro si sono seccati la gola nel chiedermi, quasi con insensata insistenza, quali erano i miei interessi a far riaprire le strade del Perrozzi; ma nessuno ha mai chiesto a loro – Curreli e Grieco – quali erano i loro interessi a dimostrare che le strade e i parcheggi chiusi, per i quali io combatto e continuo a combattere ormai da quasi tre anni, possono restare chiusi nonostante una legge nazionale, due regolamenti urbanistici comunali e tutta la giurisprudenza dei Tar, da sempre univocamente orientati a tutelare gli interessi della collettività a godere delle servitù di pubblica utilità per regole riconosciute che sono in piedi da secoli sul sacro suolo italico.
Signori sostituti Curreli e Grieco: perché i neri di don Biancalani hanno il diritto di entrare in Italia a Terra Aperta, e gli italiani non hanno il diritto di rivendicare ciò che è stabilito da leggi, regolamenti e giudicati dei Tar?
Vorrei una risposta, ma logica, però. O sono costretto a chiedermi, e a chiedervi, come abbiate fatto a laurearvi in giurisprudenza e a vincere un concorso in magistratura.
La stessa domanda vale ancor più per il giudice Gaspari. Qual è il suo interesse a voler lasciare libera la Terra Aperta del Curreli (che di per sé è un reato, credo) e a intestardirsi a lasciar chiuse le strade che l’Italia ha definito da sempre obbligatoriamente aperte? Girate la domanda anche all’avvocata Elena Giunti che non conosce il latino e forse non comprende bene il problema.
Di conseguenza: per quale oscuro motivo del grande architetto dell’universo io, che voglio aperte le vie che devono essere aperte, vengo condannato per stalking; mentre dei due sostituti, che mi hanno accompagnato alla ghigliottina, il primo apre la terra ai clandestini e se ne vanta; l’altro, dall’alto della sua autorità discrezionale, lascia che un giudice, autore, in ipotesi, di disegni criminosi di evidenza solare, possa circolare per Pistoia pien di vanto perché ha colpito un giornalista-stalker “molestatore” di un suo, in ipotesi, conoscente?
Buona pappata dei maccheroni all’anatra di San Jacopo avanzati con tutte le jacopine immangiabili di Pistoia avvizzite da ieri!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
DAVVERO LA GIUSTIZIA PISTOIESE È INNOMINABILE