non scherziamo. PERDERE IL LAVORO NEL 2016, STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

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Guardie giurate

PISTOIA. Una storia come tante. Lavori da una vita, poi la ditta fallisce e tu perdi il lavoro. Non solo: c’è un passaggio di proprietà (quindi l’azienda riapre), ti promettono la riassunzione e questo non avviene.

Oltre al danno la beffa, si potrebbe dire. Proprio a un’età, cinquant’ anni, in cui per andare in pensione sei troppo giovane, ma per trovare un’occupazione sei troppo vecchio.

È la vicenda accaduta a Nicola Gargiulo, 52 anni di Monsummano, e Fulvio Rapè, 53enne di Uzzano. Hanno lavorato per anni come guardie giurate nell’azienda Vigili dell’Ordine di Pistoia e Valdinievole, zona Sant’Agostino, 24 dipendenti in tutto. Nel 2011 però l’azienda fallisce e i suoi lavoratori retrocessi. Inizialmente viene affittata a Sicuritalia per tre mesi, la quale poi ne acquista la proprietà nel 2012. Gargiulo e Rapè sono tranquilli: l’azienda non può non riassumerli visti i requisiti di anzianità e i carichi familiari.

Invece niente. Dei 24 dipendenti solo 9 entrano nell’organico. “Non sono stati rispettati i criteri di assunzione, siamo stati declassati – spiegano Gargiulo e Rapè – due di queste nove persone ci sono passate avanti, avevano un punteggio inferiore al nostro. Per non parlare di come si sono comportati i sindacati che non ci hanno aiutati. Quando l’azienda è fallita, 4 anni fa, hanno fatto un’assemblea in estate e dei 24 dipendenti ne hanno chiamati la metà. Noi non abbiamo saputo nulla”. I due lamentano di aver lavorato un giorno per Sicuritalia senza nemmeno copertura assicurativa e con la promessa di assunzione.

Così, quattro anni fa, Gargiulo e Rapè si rivolgono agli avvocati, rispettivamente Elena Baldi e Valentina Lotti, del Foro di Pistoia, per chiedere l’annullamento del licenziamento con relativo reintegro nel posto di lavoro, più un eventuale risarcimento del danno. “Ma il giudice del lavoro De Renzis ha dichiarato l’improcedibilità e ha passato il fascicolo al giudice fallimentare – continua Gargiulo – ora la prossima udienza sarà nel 2017. Udienze su udienze da quattro anni a questa parte senza arrivare a niente. Io cosa farò fino a quel tempo? Ho finito la mobilità, non trovo lavoro, sono in affitto e ho tre figli a carico”.

Per Rapè invece la prossima udienza sarà il 5 aprile prossimo e la sua mobilità finirà a luglio. “Mia moglie non lavora, io conto i giorni che mi separano dalla fine della mobilità – spiega – ho 53 anni, cosa posso fare? Ho bisogno di uno stipendio. Ci hanno messo in ginocchio. Avrebbe dovuto aprirsi anche un processo penale per falso in scrittura privata ma non sappiamo se e quando ci sarà”.

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