PISTOIA. Nel quadro della campagna “La violenza contro le donne è una sconfitta per tutti” promossa dalla Cgil nazionale, martedì 11 febbraio, alle ore 16:45 presso la Sala Maggiore del Comune di Pistoia, si svolgerà un’iniziativa pubblica per presentare il libro “Non volevo vedere” di Fernanda Flamigni e Tiziano Storai con letture dell’attrice Daniela Morozzi. Sarà presente anche Daniela Cappelli, Segretaria Generale SPI Toscana. L’allestimento artistico sarà curato da Rossella Baldecchi.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
Grazie.
Andrea Brachi, Segretario Organizzativo Cgil Pistoia
TITOLI PROVVISORI: “CRONACA DI UN AMORE SBAGLIATO”, “BUIO DI DONNA”. AUTORI: AVALON (FERNANDA FLAMIGNI) – TIZIANO STORAI
Trieste, marzo 1989. Due giovani universitari, Fernanda e Graziano, si incontrano durante l’occupazione congiunta delle loro Facoltà. Si innamorano, si fidanzano, si sposano… ma lui si rivela ben presto un uomo autoritario, consumatore abituale di droghe leggere, facile all’ira se contrariato e alla depressione, che si manifesta in modo profondo quando le testate giornalistiche per cui lavora falliscono una dopo l’altra.
Nonostante i problemi caratteriali e relazionali sempre più evidenti, Fernanda tenta ostinatamente di salvare Graziano dalla spirale di abbrutimento a cui si è lasciato andare, nella convinzione che esista ancora per loro, un romantico futuro di sereni affetti familiari.
Ma il mondo di illusioni e di speranze di Fernanda crolla quando, in cinta di sette mesi, deve affrontare l’agonia del padre malato terminale e – soprattutto – la confessione del marito disoccupato, di essere in preda ad una “scimmia” da eroina.
Picchiata due volte dopo la nascita del figlio, Fernanda è costretta ad abbandonare ogni tentativo di salvare il proprio matrimonio ed a richiedere la separazione legale.
Trasferitasi nella casa materna, subisce l’escalation violenta del marito: minacce, appostamenti ed un’aggressione a mano armata mentre si reca al lavoro. Spaventata ed impreparata ad affrontare tali situazioni, cerca aiuto presso i servizi sociali, i Carabinieri e – quando Graziano comincia a parlare di suicidio – anche presso il Centro di Igiene Mentale. Il matrimonio è finito, ma Fernanda tenta almeno di instaurare un rapporto civile con il padre di suo figlio, permettendogli di vedere il bambino.
Il 21 dicembre 1996, con la scusa di un tardivo regalo di Santa Lucia per il Figlio, Graziano si reca a casa della suocera, armato di una pistola e due caricatori. Vuole costringere Fernanda a tornare con lui ad ogni costo. Lei finge di sottomettersi, ma riesce ad avvisare della minaccia una sorella che chiama i Carabinieri. All’arrivo dei militari, Graziano esplode sei colpi: la cognata viene uccisa sul colpo, mentre Fernanda, colpita da tre proiettili al capo, si salva ma perde la vista e l’olfatto.
Il processo per omicidio premeditato fa da sfondo al difficile e doloroso percorso di ricostruzione e riabilitazione di Fernanda, la quale, alla fine, riesce a trovare un nuovo lavoro, un nuovo amore ed un nuovo equilibrio con la vita, con i figli, con i sensi di colpa.
La voce narrante e quella di Fernanda che racconta in prima persona i fatti, tutti realmente accaduti. Per scelta degli autori, i nomi delle persone ancora viventi non vengono mai utilizzati. Sono inseriti i nomi propri delle persone scomparse, ad eccezione di quello di Graziano, deceduto in carcere per un tumore due anni fa, che mai viene riportato. Completa l’opera una breve appendice con alcuni spunti tratti dalla cronaca e dagli atti processuali dell’epoca.
[comunicato storai]