nord & sud. C’È «LA MILANO DA BERE» E «LA PISTOIA… DA PERE», TUTTA DA ASSAPORARE

Anche Pistoia avrà le sue Cascine per andare a “levare il grillo” come si diceva una volta quando s’era pòeri?

 

ALESSIO, L’ASSESSOR, PIANGE E LAMENTA:

TROPPO “ TRANCHANT ” LA « LINEA » DOVENTA?

TRE COMPONIMENTI POETICI AD HOC


 

INVITO A FRUTTILANDIA

 

Dio, come son contento! In quella brutta
landa deserta intorno all’ospitale,
’ndove la meglio cosa porta male,
ora si pòl mangiar cicoria e frutta!

Intanto ciò che il “buon governo” butta,
pigliàmone contenti anche un quintale:
pera, susina, fichi e stagionale
primizia non di qui, ma di Calcutta!

Pistoiesi felici! Avete avuto
la fortuna d’aver regali e doni
che ognun pòl masticare stando muto.

Abbuffatevi pure, da padroni.
Fate, a chi vi fotografa un saluto:
maturi i frutti son, non… Acerboni!

 


Lucilla Di Renzo e Alessandro Tomasi. Non più Guantanamera. Ora al San Jacopo: Agguantanaméla!

 

PERO, MELO, DIMMI IL VERO
NON MI DIRE UNA BUGIA:
QUI CI SPERO E QUI CI SIA!

 

In effetti è nerina la Lucilla.
Mangia la mela insieme al buon Tomasi
e intanto di sorrisi lieta brilla:
tutto ciò che le accade ’un sono casi.

Or non solo il “gommòn” dirige arzilla,
ma pure marmellate a alterne fasi
farà cuocere drento orci d’argilla
per allettare pure i fini nasi.

Anco al Pronto Soccorso uno scaffale
di confetture ci sarà di mele
o di pera o ciliegia – ’un è banale…

E mentre alcuni suonan l’ukulèle,
in questa sanità, vieppiù globale,
metteran su pur l’api con il miele!

 

CHI MANGIA LE MELE VA SEMPRE A GONFIE VELE…


Edouard Manet. Colazione sull’erba al San Jacopo di Pistoia

 

SONETTESSA DEL FRUTTETO LIBERO
(E DEL SAN JACOPO TERZINO)

 

«Vieni con me? Vo affà’ merenda…», «O  ’ndove?».
«Niffrtuttéto che ’gli è “da assaporare”:
quel che ogni voglia a tutte fa passare,
perfìn le donne ’ncinte – nun ci piove».

«Se vieni, ci saremo in più di nove.
Si mangia, ci si sbronza per cantare
e senza mascherine da ’ndossare
’un c’è bisogno di spostàssi altrove».

«Se ci si sente male, poi, tranquillo!
C’è vicino il “gommón, che all’aria brilla.
Nun t’entra ’n corpo manco uno spirillo».

«E se scappasse al fòco una scintilla,
pur bruciacchiato et anco mezzo brillo,
ti vienrèbbe a salvare la Lucilla».

«Ti dà la camummìlla
e conosce per ben ogni artificio,
ch’è da sempr’ abituata al sagrificio…»

 


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