La giunta del cambiamento si insedia a luglio 2019 e inizia a virare. A dicembre – nonostante gli sforzi minimalisti della dottoressa Aveta, che si è messa di traverso – richiama all’ordine il fu-comandante Andrea Alessandro Nesti, uno che ha trascinato tutti in tribunale e che ci avrebbe trascinato – se avesse potuto – perfino il tribunale di Cristo dell’ultimo giorno…
SIAMO NOI, CITTADINI, IL CAMBIA-MENTO:
LA BAZZA VI CAMBIÀM, MA NON IL VENTO!
DEMOCRATICI della domenica e laureati del dopolavoro ferroviario. Autonomia ragionativa zero, da dopo che le nostre patrie istituzioni (elementari, medie, superiori e università) si sono riempite e farcite dei sessantottini laureati con gli esami di gruppo: in tutte le materie tranne che in certi percorsi scientifici o specialistici antichi, laddove, dinanzi a un Tucidide da tradurre, non si mangiavano – come dice la battuta – le foglie e si buttavano i fichi.
O sapevi il greco e il latino o capivi nei fatti cosa significasse essere presi a calci in culo e buttati fuori senza il democratico 18 egualitario del cazzo, che forse hanno conosciuto anche fin troppi pubblici ministeri di oggi…
Ci si è sempre chiesti Come bisogna scrivere la storia (vedi il libro di Luciano di Samosata, anche negli Oscar Mondadori). E la regola valida resta quella del sopracitato Tucidide: osservazione ed esame critico di fatti, documenti, testimonianze.
Allora la storia di Agliana/Agrùmia si può riassumere così:
1. 75 anni di silenzio imposto come una tuta spaziale dalla provvida sinistra democratica
2. buco improvviso nello scafandro; Giacomo Mangoni che fa saltare banco e chicchi
3. fuga della pressurizzazione e passaggio da atmosfera zero a atmosfera respirabile attraverso i seguenti step:
a) riunioni della cosiddetta falegnameria con linguine e bottarga e non solo
b) elaborazione di strategie da campagna elettorale per vincere
c) raccolta di una serie di puttanate democratiche (documenti-scandalo)
d) diffusione delle notizie raccolte e popolo che vota con gente che vomita e…
e) si passa dalla Russia con amore a una destra ciacciona che promette «da oggi in poi si cambia regime» (o règime, alla generale Figliuolo)4. Il Pedrito, il Ciottolo d’Ombrone e il Baroncelli delle piante ponzano fino all’inverosimile. S’impegnano talmente a ponzare, che il sindaco, purtroppo, inizia a… soffrire di epigastralgie.
5. Non è Linea libera che lo ricatta, lo minaccia e lo fa cacare: lui, come la famosa Io ballo da sola, caca da sé sin da prima e da un bel pezzo prima, perché ha sempre avuto problemi dissenterici. Non venga, quindi, a rompere il pipi con i certificati medici e le diarree frequenti. Dica dignitosamente la verità e la faccia finita di nascondersi dietro… un cespuglio per… farla quando gli scappa.
6. La giunta del cambiamento si insedia a luglio 2019 e inizia, sia pur lentissimamente, a virare. A dicembre – nonostante gli sforzi minimalisti della dottoressa Aveta, che si è messa di traverso – richiama all’ordine il fu-comandante Andrea Alessandro Nesti, uno che ha trascinato tutti in tribunale e che ci avrebbe trascinato – se avesse potuto – anche il tribunale di Cristo dell’ultimo giorno.
Lui era abituato a trafficare con le sentenze: faceva il VPO (vice procuratore onorario) a Pistoia e oggi trova buona sponda a sostegno in quella stessa procura in cui ha lavorato, fianco a fianco con i carabinieri della polizia giudiziaria.
Come vedete se Berlusconi era incompatibile in tutto e per tutto, perché certuni di sinistra sono Santi Subito e protetti in paradiso?
Ora veniamo a osservare e analizzare il cosiddetto punto di non-ritorno: il momento dopo il quale il sindaco Pedrito ha iniziato a cacare e il Ciottoli a dar fuori di testa (ammesso che una ne avesse, come sembrava al tempo delle bottargate di San Giuseppe falegname).
Tutto questo, per personaggi pubblici come voi, giuntisti avetiàni, sono solo battute ironico-satiriche, cara segretaria generale ed eccelse intelligenze divine della procura di Pistoia! Eppure lei, la dottoressa Paola, essendo partenopea, dovrebbe avere buona conoscenza anche del teatro napoletano alla De Filippo e alla Totò! O sbaglio?
Quel punto di non ritorno inizia a verificarsi – la via è tracciabile e tracciata – da quando costei è arrivata ad Agliana.
La quale Paola, appena sbarcata sul mare della melletta di Agrùmia, esternò così – con un dipendente del Comune – il suo sentimento di imparzialità rispetto alla libera stampa di Linea Libera: «Se scopro che qualcuno di voi parla con quelli di Linea Libera, gli tronco le gambe!». Tanto per non far politica ma solo per vendere porcellanine di Capodimonte, vero?
Ed è stato così: perché la dottoressa risponde a certi imprinting assunti involontariamente e inconsapevolmente nel latte materno.
Faccio un esempio: lei trema e corre dinanzi alle lettera di una merda di camorrista anonimo che la ricatta; ma tira una spallucciata (e va al mare in beach working) dinanzi a una richiesta ufficiale di fare il suo dovere nei confronti delle immondizie del Comune che dovrebbe sorvegliare anche e soprattutto sotto il profilo dell’anticorruzione. Questo per costei è chiedere troppo…
La vera storia di Agliana/Agrùmia, dalle lettere e dalle denunce anonime perdonate dalla procura di Pistoia, fino ai rinvii a giudizio del signor Claudio Curreli, è questa. Non è quella che raccontano la procura di Pistoia, la signora Aveta, Pedrito dell’infradito che necessita di Enterogermina, l’Agnellone che la deve smettere di prendere la gente con cui litiga a crickate in testa; e tutto il resto di una giunta e di una maggioranza aglianese di incapaci che chissà se potrà giungere a fine-mandato o piuttosto non sarà costretta a veder tornare il popolo alle urne perché il cambiamento ha fatto più danni della grandine…
Se però, aglianesi, dovete affidarvi a qualcuno, fate una cosa seria: riportate in sella un Mangoni in lista civica. Vi blocca il ritorno dei democratici a effetto-Covid, ma vi dà più garanzie di tutti. Se aveste votato lui con la giunta che nel 2018 vi liberò dall’oppressore sovietico, non avreste visto all’opera una cricca di disorientati in mano a fate smemorine o dai capellini rosa…
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
«Mi trema le mutande» disse in aula quello minacciato di tumore dal Vanni durante il processo Pacciani per il mostro di Firenze.
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One thought on “normalizzati al babà • 1/a. LA SEGRETARIA AVETA E LA PERMALOSISSIMA GIUNTA DI AGLIANA, ZEPPA DI AVVOCATI MA SCARSA DI SCIENZA”
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