“NOSTOI”, GLI STUDENTI DEL LORENZINI AL TEATRO PACINI DI PESCIA

La scuola in scenaPESCIA. S’intitola Nostoi (I ritorni) lo spettacolo che sarà messo in scena venerdì 15 maggio alle 21 al Teatro Pacini di Pescia dal Laboratorio teatrale dell’Istituto Carlo Lorenzini con la regia del professore Ezio Dolfi nell’ambito della rassegna La scuola in scena, a conclusione del Progetto A Scuola di Teatro.

Il testo, liberamente tratto da Omero, Eschilo, Euripide, Charles Baudelaire, Siegfied Sassoon, Angel Gonzàles, Bertolt Brecht, Ilaria Parlanti, vedrà protagonisti i seguenti studenti. In qualità di attori, Alessandro Altavilla, Giorgio Autuori, Irene Bachini, Marta Baragli, Carolina Bertocci, Ilaria Bini, Lavinia Bonini, Lorenzo Brizzi, Melissa Bruschi, Sara Calugi, Maddalena Cappelli, Matteo Castelli, Chiara Ciatti, Angelica Chiti, Chiara d’Amaddio, Fernando Pio De Vito, Francesca Ferreri, Jamile Giaffrida, Lucrezia Grazzini, Matteo Leggio, Vittoria Leoni, Tommaso Maltoni, Elena Marchini, Irene Mini, Lorenzo Monti, Gabriele Napoli, Lara Pacini, Ginevra Palazzesi, Paolo Palumbo, Matteo Papini, Daria Pascu, Alessandra Pellegrini, Catherine Perone, Francesca Piccolo, Sara Piuri, Elisabetta Rosadoni, Ilaria Rossetti, Riccardo Sirigu, Lorenzo Verreschi; (musicisti) Giorgio Berti, Melissa Bruschi, Cecilia Fabbri, Richard Ghiuzan, Leonardo Giuntoli, Alberto Malesci, Gabriele Napoli, Catherine Perone, Matteo Rosellini, Andrea Tognarini.

Impegnato, come aiuto regia, anche Sergio Colombini, ex docente, che in passato aveva a lungo guidato il Laboratorio teatrale dell’Istituto; i costumi sono realizzati da Claudia Loni.

“La guerra è finita: Troia è stata distrutta; le prigioniere troiane – illustra Ezio Dolfi –sono in attesa di essere assegnate come schiave ai vincitori; Ecuba, la madre di Ettore, la moglie del re Priamo, è testimone della sorte miserevole delle sue figlie: Polissena è stata sacrificata sulla tomba di Achille, Cassandra, la sacerdotessa di Apollo, andrà come concubina e schiava di Agamennone di cui lei stessa, in preda ad una follia mantica, annuncia, ancora una volta non creduta, la morte imminente. Andromaca, la moglie di Ettore, rimpiangendo la sorte di chi è già morto, dovrà seguire Neottolemo, il figlio di Achille, l’uccisore di suo marito. Poi la partenza dei Greci, finalmente il ritorno in patria: ma anche per loro, i vincitori, sono in agguato nuove sciagure: Agamennone finirà ucciso dalla moglie; Odisseo, dopo aver perso i compagni in varie avventure sul mare, arriverà finalmente ad Itaca, ma sarà un ritorno amaro: i ricordi lo tormentano, vorrebbe cercare conforto nel racconto delle sue avventure, nella celebrazione della sua gloria, ma con la guerra ha perduto il significato del vivere, ha smarrito se stesso: l’ incontro con le sirene, il viaggio nel regno dei morti, alla ricerca di una risposta dal vate Tiresia, non hanno esito; e Menelao scopre che Elena, la moglie per la quale ha scatenato la guerra, non è mai stata a Troia, ma al suo posto là è andato solo un fantasma; e così greci e troiani si sono massacrati per niente, inseguendo una nuvola di fumo. Resta il pianto, l’attesa di Penelope, la sua disillusione. Così, dalle voci di poeti antichi, unite a quelle più vicine a noi di autori moderni e contemporanei, ci giunge l’avvertimento che la guerra, qualunque guerra, è portatrice, per vinti e vincitori, solo di dolori senza fine e senza senso.”

[marchiani – teatro manzoni]

Print Friendly, PDF & Email