NOTA SITUAZIONE SFRATTI ANNO 2016 PISTOIA

PISTOIA. Rendiamo noti i dati sulla situazione degli sfratti nella nostra provincia nel corso dell’anno 2016 emessi dall’ufficio centrale di statistica del Ministero dell’Interno.

A livello nazionale si registra una lieve riduzione delle sentenze di sfratto e un aumento delle esecuzioni degli sfratti con forza pubblica. Le richieste di esecuzione sono state 158.720 (+3,09%), le sentenze emesse sono state 61.718 (-5,55%), le esecuzioni di sfratto, con forza pubblica, sono state 35.336 (+7,99%).

Per quel che riguarda Pistoia e provincia: 409 sono le richieste di esecuzione (+ 4,60%), 399 le sentenze emesse (-14,01%), 114 gli sfratti eseguiti con forza pubblica (+ 2,70%).

Si tratta di dati drammatici, che seppure registrano una lieve diminuzione delle richieste di sfratto, indicano che una famiglia al giorno nella nostra provincia riceve un’intimazione a lasciare la propria abitazione e che una famiglia ogni due giorni viene sfrattata con la forza dal proprio alloggio.

Il grosso di queste sentenze (297 su 399) è motivata dalla causa della morosità, quindi dall’incapacità per l’inquilino di fare fronte alla spesa dell’affitto, spesso dovuta alla perdita o alla mancanza di un lavoro.

Oltre ai problemi relativi al mercato privato, è da segnalare inoltre una scarsissima attenzione del Comune e della Regione nei confornti di un politica abitativa popolare che possa porre un argine al dilagare degli sfratti.

In una delle riunioni tenutesi negli ultimi tempi presso il quartiere popolare delle Fornaci, molti inquilini hanno lamentato da un lato l’abbandono della gestione di Spes nei confronti del principale quartiere popolare della città, ma dall’altro hanno espresso preoccupazioni fondate anche rispetto a quello che riserva il futuro dell’attuale politica abitativa che

  • 1 – non prospetta soluzioni nè legislative, nè tantomeno edilizie per incrementare il numero degli alloggi popolari
  • 2 – al contrario propone una gestione emergenziale delle stesse, con il rischio di svuotare progressivamente il diritto all’abitazione in quanto tale.

Per molte famiglie si pone infatti il problema di cosa succederà ai figli una volta che i genitori non ci saranno più dal momento che il diritto all’allogio non passa per via ereditaria. Altre sono preoccupate di cosa accadrà se un componente della famiglia trova lavoro e corre il rischio di uscire dai parametri di riferimento per preservare il diritto all’abitazione.

È importante inoltre non farsi distogliere dalle politiche xenofobe sbandierate da vari gruppi a soli scopi elettorali, in quanto l’accesso previsto alle graduatorie delle case popolari non è assolutamente e in nessun modo favorito per gli immigrati, e al contrario è ostacolato in ogni modo possibile e immaginabile. La nuova politica regionale in materia di destinazione degli alloggi, avendo voluto infatti cavalcare l’onda del populismo contro i profughi, ha introdotto requisiti per l’accesso ai bandi, quali la richiesta di residenza di 5 anni, che hanno finito per colpire anche molti “senza fissa dimora” italiani che si sono visti sfilare la possibilità anche solo di entrare in graduatoria senza che gli sia stata prospettata nessuna alternativa.

Alla guerra fra poveri, conseguenza delle scellerate politiche del PD, l’Unione Inquilini risponde con il rilancio di una proposta per un cambio di passo in materia.

Per l’obbligo di affitto delle case sfitte per canoni adeguati al reddito per il risanamento delle zone degradate e servizi nei quartieri!

La casa è un diritto!

[unione inquilini pt]

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