NOTE DI “DEMOCRAZIA PROLETARIA”

Democrazia Proletaria
Democrazia Proletaria

PISTOIA. La storia della nuova sinistra che nel decennio successivo al 1968 tentò di rappresentare politicamente la conflittualità sociale espressione dei movimenti di protesta nell’esperienza di Democrazia Proletaria, allora cartello elettorale che nelle elezioni del 1976 riuscì ad eleggere sei deputati unendo le principali formazioni dell’estrema sinistra del momento, da Lotta Continua ad Avanguardia Operaia.

Il libro “Democrazia Proletaria. La nuova sinistra tra piazze e palazzi” di William Gambetta per le Edizioni Punto Rosso, presentato anche alla biblioteca comunale pistoiese San Giorgio grazie ad un’iniziativa del Centro di Documentazione di Pistoia alla presenza dell’autore, di Ivano Bechini ed Antonio Benci, espone punti di forza e contraddizioni di questa breve esperienza politica raccontando il processo di disgregazione e fusione nella nuova sinistra, con l’assemblea costituente di Dp nell’aprile 1978 a Roma durante i giorni del sequestro del presidente nazionale della Democrazia Cristiana Aldo Moro.

Un partito che subirà una crisi irreversibile stretto politicamente dal Partito Comunista Italiano, pur comunque divenendo un punto di riferimento per delegati di fabbrica e ambienti sindacali, intellettuali, gruppi giovanili, periodici e radio libere, per tutti coloro in generale che a sinistra del Pci non scelsero il ripiegamento nella vita privata né fecero la scelta estrema della lotta armata in clandestinità.

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2 thoughts on “NOTE DI “DEMOCRAZIA PROLETARIA”

  1. ecco…speriamo che nel libro si siano ricordati del loro fulgido leader Mario Capanna, che ha fatto ricorso contro il taglio del 10% dei vitalizi concessi ai consiglieri della Regione Lombardia, Il suo è pari a 5000 euro netti, ottenuto alla tenera età di 47 anni. Avrebbe dovuto vivere con soli 4500 euro netti….poveraccio…è passato dal “proletari di tutto il mondo unitevi” al “non rompetemi le balle che il cachemire costa”.

  2. Anche se Mario Capanna non mi è mai stato molto simpatico, rimango esterrefatto e disgustato da quanto dice Massimo. Ma un minimo di coerenza, di buongusto, di dignità (perché è anche di questo che si tratta), no? Con quale credibilità, poi, certa gente porta avanti gli ideali di giustizia, equità, uguaglianza, che dovrebbero essere il cardine irrinunciabile del pensiero e dell’azione della “Sinistra?. E mi si lasci esprimere un pensiero di compianto al mio nonno materno, buon’anima, ex operaio metalmeccanico, comunista tutto di un pezzo (quante discussioni ci ho fatto…), che negli ultimi anni di vita si era quasi “innamorato” di Capanna. Non mi meraviglierei se domattina lo trovassi rigirato nella tomba.
    Piero

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