PISTOIA. Si legge nell’articolo dell’Associazione Palomar che questa Amministrazione non sarebbe in grado di portare avanti la nuova pianificazione: nessuna visione e nessuna tutela degli interessi generali.
“Rivendichiamo – dichiara il Consigliere Pelagalli – il buon operato degli uffici, dell’assessorato e della commissione consiliare di questi ultimi mesi. La visione c’è, l’idea di una città che possa concorrere, finalmente, con altre città più avanzate; una città attenta alle infrastrutture sociali, inesistenti sino ad oggi, con l’abbattimento delle barriere architettoniche, una città che possa divenire fulcro di un turismo lento, chiave di una economia turistica alternativa, che abbia un centro storico vivo e funzionale, respingendo l’idea dell’allontanamento di tutte le funzioni pubbliche.
Abbiamo pensato e trascritto, nell’atto di avvio del complesso procedimento del Piano Strutturale, una città che possa prevedere forme di collaborazione maggiore con i privati, cittadini e imprese, ed in particolare gli operatori vivaistici al fine di salvaguardare il territorio, abbiamo immaginato il potenziamento ferroviario Pistoia-Firenze al fine di rendere la Nostra città sempre più competitiva nella Piana metropolitana.
Si è citato il ruolo nevralgico della cultura con l’evoluzione del nuovo sistema degli istituti della cultura, e da sottolineare è pure l’attenzione per la montagna e le zone collinari, abbandonate a sé stesse da decenni.
E tutto questo, secondo Palomar, è non avere visione? Forse non hanno apprezzato la sintesi, un dono che non spetta a tutti. La genericità non è certo una nota dolente in questo Documento, che doveva delimitare le linee guida su cui muoversi ed essere chiaro e conciso nei suoi intendimenti.
E vorrei anche aggiungere che la ridondanza è sinonimo di quantità, ma quasi mai di qualità.
In ultimo viene denunciata l’assenza di progetti sull’area dell’ex Ceppo. Vorrei ribadire le volontà di questa Amministrazione, da sempre portata avanti, — sostiene ancora il consigliere – sulla pianificazione condivisa che possa chiamare ad esprimersi tutta la città.
Non vogliamo vendere progetti già pre-confezionati che risultino poi utopistici, semplici desiderata lontani da Pistoia e dai pistoiesi”.