o partigiano portami via. LO STORICO NON PUÒ ESSERE INGENUO PERCHÉ RISCHIA DI NON ESSERE PRESO SUL SERIO

La notizia dell’uscita del libro di Roberto Daghini con la presentazione alle Milleluci di Casale

 

Roberto Daghini licenzia e presenta un’altra delle sue fatiche intorno alla Resistenza, domenica 5 settembre, ore 10:30 alle Milleluci. Ma per essere davvero imparziale forse dovrebbe riflettere su chi, con l’Anpi (di cui fa parte), ha raccolto quella eredità e come la ha raccolta…

 


 

 

SONO ECCELSI i valori della Resistenza. Ma per trovarne uno, oggi, di veri resistenti, non basta il lanternino di Diogene: ci vuole il faro della torre di Genova. E non è detto.

Quelli di oggi, caro Roberto, sono resistenti sì, ma soprattutto alla legge e al pieno rispetto della Costituzione. Non parlo dei tuoi soltanto: parlo di tutti. Tutti partigiani e iscritti all’Anpi ma (di qualsiasi colore) interessati alla scrivania e al culo al caldo nell’ipocrisia della retorica antifascista.

L’ho già scritto e te lo ridico: da oggi, 1° settembre una certa Rafanelli e una certa Imerti, sicuramente col Green Pass, sono passate – come avevo già scritto – dal Comune di Serravalle a quello di Pistoia – e a un livello superiore rispetto a quello da cui provenivano, ammesso che non mi sbagli.

È strano ma… a Pistoia le tesserine rosse trovano più lavoro di altri lavoratori: sono più brave, più esperte, più veloci, più addomesticate e addomesticabili. Ve la ricordate, sotto Bertinelli, a Pistoia, la figlia della Tina Nuti, scelta per cooptazione dal gruppo dei costruttori d’ospedali toscani mentre serviva una pizza a un tavolo sulla Sala? «Che fai bella bimba? Cerchi lavoro? Ma vieni da noi che ti mettiamo a smistare il traffico all’ingresso del San Jacopo…». E accadètte il miracolo.

A Pistoia non è difficile estrapolare un dato che va per la maggiore: figli di politici e resistenti in tutti gli uffici pubblici, se non sono andati a insegnare o non si sono messi a esercitare le libere professioni – nel qual caso hanno più offerte e possibilità di lavoro. Si parla di perlopiù.

Ora, tornando alla Rafanelli e alla Imerti, questa seconda un qualche nesso con l’Anpi ce l’ha, vista la mamma Luigia che, se non sbaglio, è stata anche assessora o di qua o di là.

Da sinistra: Fabrizio Morelli, Roberto Daghini, Luigia Caferri e Aldo Bartoli

Roberto, lo sai da sempre che io ho rispetto e ho anche una certa simpatia verso di te. Però la prossima volta che decidi di scrivere un libro sulla Resistenza, non toccare quelli che l’Anpi ha già coperto abbastanza di vergogna. Dammi un colpo di telefono e fa’ una bella intervista a me, Edoardo Bianchini, come Sallusti a Palamara.

L’unico resistente ancora in piedi a Pistoia sono io, attaccato da ogni parte e ignorato da tutti: con 104 giorni di arresti domiciliari da parte di sostituti procuratori della repubblica che, tappandosi il naso e gli occhi, perseguitano chi combatte per la legalità e premiano politici come quelli nostrali che in quanto – come dice la Gip Patrizia Martucci – istituzioni costituite pretendono la cieca obbedienza come lo zio Adolfo dalla Gioventù Hitleriana e da tutto il Terzo Reich.

Poi c’è anche la famosa… questione morale (della favola

La Resistenza è morta e sepolta. L’hanno fatta fuori (forse come anche Silvano Fedi, anarchico) quelli che hanno voluto far credere di avere scoperto la fonte dell’eterna giovinezza con nuovi gagliardetti rossi per niente diversi, come merito e come metodo, dai precedenti di altro colore.

Foste stati davvero resistenti e portatori dei valori della libertà di pensiero ed espressione, non vi sareste fatti avanti per dire alla procura di Pistoia che quei 104 giorni di arresti inflitti a me altro non erano che crimini neo-nazisti di guerra dei poteri?

La prossima volta, ti ripeto, chiama me. Magari intervìstami insieme alla Luigia. In due sarete più sicuri di quello che dico. Io, come Pertini, sono rimasto orgogliosamente in galera perché in un mondo di difensori della Costituzione, non c’è stato un cane che ha osato fare un abbaio. Ma neppure un semplice guaìto, va’!

Dedicato a Debora che non se lo aspetta…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

Eppure il Tribunale del Riesame l’ha fatto vedere chiaramente che quei 104 giorni di carcere erano una emerita, conclamata stronzata architettata su mere basi di invenzione e di illogicità manifesta…


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