PISTOIA. In più di un secolo e mezzo la Polizia di Stato ha garantito, e continua a garantire, il rispetto della libertà e della sicurezza in Italia; in tutti questi anni ha tutelato chi voleva manifestare, ha protetto chi era rimasto indifeso, ha ascoltato chi aveva bisogno di parlare, ha soccorso chi era in difficoltà, ha assicurato alla giustizia chi lo meritava.
La nostra Polizia è fatta di donne e uomini in divisa, che hanno fatto e continuano a fare tutto ciò, supportati per lo più dalle famiglie, dagli amici, dalla gente che hanno aiutato; oggi però, più che mai, siamo costretti a farlo con enormi difficoltà. Molte di queste donne e molti di questi uomini sono stati premiati perché si sono distinti nella loro missione; purtroppo, c’è anche chi ha dato la vita per mantenere fede a quel giuramento di rispettare e far rispettare le leggi, di proteggere e tutelare.
A tutti loro, alle famiglie dei colleghi , va l’abbraccio di tutto il Sap Pistoiese.
Tra i poliziotti premiati, nelle varie città, tanti lo sono, per fatti ed episodi che li hanno visti, loro malgrado, protagonisti in scontri di piazza. Ebbene, aggiunge il segretario Andrea Carobbi Corso, questo esprime in maniera esemplare la condizione attuale dei poliziotti, il loro essere abbandonati a se stessi.
Un giornalista vince il premio Pulitzer perché è stato bravo nel suo lavoro, uno scienziato vince il Nobel per le sue scoperte, uno scrittore vince il premio Strega per le sue opere….i poliziotti, vengono invece premiati perché si sono presi una molotov addosso e si sono quasi ustionati, o perché sono stati picchiati con dei tubi innocenti oppure gli hanno tirato in testa pietre o arredi di ogni genere… Questi riconoscimenti i colleghi non vorrebbero averli perché rappresentano la lontananza delle Istituzioni dai poliziotti.
Noi vorremmo che chi sfascia, chi distrugge, chi brucia le auto dei cittadini, chi vandalizza intere città venga punito secondo leggi esistenti e ripaghi per i danni causati; vorremmo poter andare a lavorare senza rischio di non tornare, perché “manifestare liberamente” è un diritto tale e quale a quello di “tornare a casa propria” dalla nostre famiglie. E invece tutto ciò non c’è.
Quello che invece c’è, è il reato di tortura, la proposta di numerare e identificare i poliziotti in strada, il blocco delle assunzioni, il blocco dei concorsi, il taglio dei fondi e via dicendo!
Nello specifico della nostra città, poi, auspichiamo che l’anno prossimo la Festa possa svolgersi nella nuova Questura, dove premiare chi si è distinto per il suo coraggio e la sua bravura al servizio della collettività, e che la Festa della Polizia sia sempre un momento di aggregazione, di condivisione tra poliziotti, le loro famiglie e l’intera cittadinanza.
[comunicato sap pistoia]