PISTOIA. A Sammommè qualche sera fa una donna è stata uccisa da un uomo.
Potremmo fermarci qui o aggiungere che la donna era marocchina e l’uomo un clandestino pakistano accolto in Italia e che soggiornava da un anno all’hotel Arcobaleno.
Delle due informazioni, la prima potremmo ometterla: non fa alcuna differenza il Paese di origine della vittima, a maggior ragione se si tratta di un’immigrata che, affrontando mille avversità, è riuscita negli anni a stabilirsi in Italia rendendosi autonoma e mettendo su famiglia.
La seconda, invece, è fondamentale.
Se per la Costituzione ogni cittadino è uguale di fronte alla legge (come è ovvio e giusto che sia), noi spettatori non possiamo esimerci dall’effettuare una valutazione molto più razionale e basata su dei numeri che ci forniscono una realtà innegabile. Ma per raccontarla dobbiamo prima di tutto sentirci liberi di farlo. Il politicamente corretto, dunque, dobbiamo tenerlo metterlo da parte.
Un terzo della popolazione carceraria italiana è composto da stranieri. Un Paese come la Romania, ad esempio, ci rifornisce senza sosta di baldi giovani che delinquono e che poi finiscono nelle nostre patrie galere. In alcune parti d’Italia, addirittura, gli stranieri compongono la metà dei carcerati totali.
Nel caso di specie è interessante sapere come l’extracomunitario regolare delinqua né più e né meno dell’italiano. Al contrario, l’extracomunitario irregolare (di cui, purtroppo, ci stiamo riempiendo le città) delinque molto di più rispetto all’italiano o al regolare.
Due conclusioni sono inevitabili. Innanzitutto la condizione di irregolarità sembra predisporre alla delinquenza, inoltre appare palese come un certo tipo di immigrato (quello irregolare) venga qui in Italia quasi col preciso e unico scopo di delinquere. Potremmo poi discutere a lungo sulla considerazione leggermente iniqua che i maschi islamici hanno nei confronti delle donne: e in Pakistan la religione e la cultura è proprio quella islamica.
Ma in questo caso interverrebbero le solite femministe incazzate come iene perché secondo loro il femminicidio è una prerogativa della barbara società occidentale, quindi dei soli uomini occidentali, non dei figli di Allah. E sarà per questo che nessuno ha detto niente dell’omicidio di Sammommè?
Concediamoci però, almeno, una constatazione cruda e veritiera: se all’inizio del secolo scorso abbiamo esportato la criminalità in America, adesso stiamo facendo il contrario.
Per contrappasso e giustizia divina ce la stiamo importando a larga mano.
[Lorenzo Zuppini]
Quando ero un ragazzino Sammomè era una rinomata località turistica con due alberghi di cui uno con piscina, mi pare fosse proprio l’arcobaleno, ci andavano anche i fiorentini ed i pratesi…ma tutto finisce e i tempi cambiano…ma non cambiano in meglio…..
C’è anche un’altra ragione, oltre a quelle indicate da Lorenzo Zuppini per cui nelle carceri italiane c’è una larghissima percentuale di immigrati, diversi anche giustamente, non voglio certo discutere. Perché, alla barba dello slogan “La legge è uguale per tutti”, i pesci grossi, i delinquenti d’alto bordo, magari onorati ed invidiati in società, col cavolo che finiscono in galera, spesso e volentieri. E, sicuramente, mai nelle stesse galere e nelle stesse condizioni di un extracomunitario.
Piero Giovannelli