FIRENZE-VALDINIEVOLE. Rispondendo all’interrogazione posta dai i consiglieri di Fratelli d’Italia Staccioli, Donzelli e Marcheschi in merito all’omicidio di Massimo Tarabori da parte del compagno di stanza Gianluca Lotti (vedi qui), il dr Vito D’Anza, responsabile della psichiatria della Valdinievole, si esprime con termini quali “riscontri valutati estremamente positivi”, e poi “ottima capacità di costruire relazioni”, riferiti alle condizioni del paziente Lotti.
“Affermazioni che ci sembrano decisamente inadeguate – commenta la consigliera Staccioli – considerati i tragici risvolti, ma probabilmente il dottor D’Anza sta cercando di giustificare la sua scelta professionale di Direttore psichiatra di lasciare un paziente così grave, che già aveva ucciso, in una struttura a bassa intensità di cura, in una cosiddetta “comunità alloggio”.
Invece del reinserimento nel contesto di origine, sembra che ci sia stato quasi un subappalto da parte della Zona di Pistoia alla Zona della Valdinievole, infatti è chiamato in causa il dottor Luigi De Luca, che sarebbe – secondo D’Anza – responsabile del progetto.
“Resta il fatto che il paziente, che già aveva commesso un omicidio in passato – spiega Staccioli – era in una struttura che prevede solo saltuari accessi di operatori. Motivo per cui il Lotti era stato visitato solo il 31 dicembre da un medico. Nel programma era previsto un colloquio con uno psichiatra solo ogni due settimane. Evidentemente è stata fatale la scelta di una struttura senza il personale adeguato”.
Pare scontato che la presenza di operatori avrebbe permesso di cogliere eventuali dissidi tra i due compagni di stanza, e inoltre avrebbe evitato l’accesso ad oggetti pericolosi come l’accetta, con cui è stato ucciso il Tarabori.
Sorprende poi che il dr. D’Anza scriva che la predittività sia “pura illusione”. In realtà la letteratura psichiatrica afferma che nel breve periodo lo psichiatra abbia buone possibilità di previsione.
Raggelante poi la battuta, mentre riferisce al Consiglio Regionale sull’esito del suo lavoro, del dr. D’Anza: “la pericolosità sociale è più alta nelle persone normali”. Cioè quelle che, essendo “normali” non richiedono l’aiuto della psichiatria. Quindi, secondo questa affermazione, quali sarebbe l’utilità dei medici psichiatri?
Ed è drammatico perché con queste premesse nonostante la tragica esperienza non cercherà nemmeno di avvicinarsi ad un profilo più tecnico e meno ideologico.