omosessualità & vicofaro. RAGIONANDO SULLA RISPOSTA DEL VESCOVO

La Nazione, 14 maggio 2016. Risposta a Lgbt
La Nazione, 14 maggio 2016. Risposta a Lgbt

PISTOIA. In cronaca locale, stamani, su La Nazione, il Vescovo di Pistoia risponde a stretto giro di posta alla lettera inviata da Lgbt di Vicofaro (vedi), guidato da don Biancalani, riaffermando di fatto, oltre all’umana comprensione, il diritto-dovere di seguire gli insegnamenti della Chiesa Cattolica.

La risposta del Vescovo Linee Future la aveva pubblicata ieri (vedi). Una risposta per chi ovviamente crede che i Dieci Comandamenti siano ancora alla base del credo cattolico.

Ciò che questo Vescovo riafferma nell’ortodossia del cristianesimo, sembra paradossalmente “disatteso” dal successore di Pietro, quel Papa Bergoglio che ama molto più le sceneggiate, come quella di trasportare due famiglie di profughi a casa propria (posizionandoli, però, fuori casa sua); o che si ingerisce pesantemente nelle questioni interne di uno Stato sempre meno sovrano, come il nostro, pretendendo di aprire all’accoglienza indiscriminata tutti i disperati che riescono a raggiungere il nostro suolo.

Papa-Francesco----
Papa Francesco

Non sa “questo” Papa di Roma, a differenza del precedente (che molti ancora considerano il Papa legittimo), che l’Italia è il Paese del Concordato, dei ruffiani, dei “cattolici adulti”, dei preti pedofili e degli apologeti di don Milani, quello che nutriva talmente amore per i giovani, che, in una corrispondenza privata, scriveva:

…l’altro lato del problema che vorrei ricordarti e di cui credo di averti parlato l’altra volta oppure di cui parlavo invano a quei due bravi preti cremonesi quando c’eri anche te, è una cosa che non si può dire perché è cosa: “che intender non la può chi non la prova” e i preti spesso non la provano perché hanno paura di incorrere nel 6° Comandamento e cioè l’amore.

Quando si vuol bene davvero ai ragazzi, bene che glie ne può volere solo la mamma che li ha fatti o il maestro che li ha partoriti alla vita dello spirito o il prete che non ha donna né figli fatti per mezzo del pipi, ma solo figli fatti per mezzo dei Sacramenti e della Parola allora il problema della scuola confessionale o non confessionale diventa assurdo, ozioso.

Don Lorenzo Milani
Don Lorenzo Milani

Quei due preti mi domandavano se lo scopo finale nel far scuola fosse nel portarli alla Chiesa o no e cosa altro mi potesse interessare al mondo nel far scuola se non questo.

E io come potevo spiegare a loro così pii e così puliti che io i miei figli li amo, che ho perso la testa per loro, che non vivo che per farli crescere, per farli aprire, per farli sbocciare, per farli fruttare?

Come facevo a spiegare che amo i miei parrocchiani molto più che la Chiesa e il Papa? E che se un rischio corro per l’anima mia non è certo quello di aver poco amato, ma piuttosto d’amare troppo (cioè di portarmeli anche a letto!) .

E chi non farà scuola così non farà mai vera scuola e è inutile che disquisisca su scuola confessionale e non confessionale è inutile che si preoccupi di riempire la sua scuola di immaginette sacre e di discorsi edificanti perché la gente non crede a chi non ama e è inutile che tenti di allontanare dalla scuola i professori atei perché anche loro non sono creduti dai ragazzi se non li adorano.

E chi potrà mai amare i ragazzi fino all’osso senza finire col metterglielo anche in culo se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l’inferno e desideri il paradiso? [1]

Benedetto XVI Papa legittimo?
Benedetto XVI Papa legittimo?

È un parlare crudo e, ne conveniamo, volgare: ma l’ha scritto don Lorenzo Milani, quello che diceva che l’obbedienza non è una virtù.

Quello che ha partorito attraverso i suo fidi quel Forteto nel quale giovani e meno giovani venivano abusati e convertiti al credo che la Famiglia era un elemento disturbante e negativo e che l’amore omosessuale era il solo, puro e sincero.

Quel Forteto che ha fatto da cassa di risonanza per fare incetta di voti cattocomunisti a più non posso e nel quale, nonostante sentenze passate in giudicato verso due delinquenti che neppure nominiamo, recentemente ri-condannati, magistrati e assistenti sociali continuavano ad affidare giovani da educare… (vedi).

Cosa possa significare tutto questo con la lettera che omosessuali alla ricerca di un nuovo Vangelo, attraverso don Biancalani di Vicofaro, in quel di Pistoia, hanno mielosamente inviato, è chiaro e, per certi versi, anzi, sicuramente, offensivo verso loro stessi, un gruppo che intende l’amore e la fratellanza in maniera “retroversa” e chiaramente interessante per chi si occupa di sessualità a livello psico-sociologico e, solo da ultimo e per forza, religioso.

Un’iniziativa di Vicofaro
Un’iniziativa di Vicofaro

Le espressioni “forti” che vi abbiamo proposto sono farina di un sacco che confonde il legittimo vivere civile e laico con la presunzione di dare dignità religiosa a ciò che è il suo contrario.

Sono anche l’umana partecipazione a uno status che però non può pretendere una assoluzione senza passare dal sacramento della confessione: un sacramento che molto probabilmente don Biancalani non conosce.

A noi sembra che questo parroco abbia dei problemi di identità. Se vuole fare il don Cirinnà, liberissimo; se vuole usare uno status religioso per propaganda, speriamo ci pensi chi di dovere.

È stata approvata una legge che legalizza le unioni civili. Probabilmente don Lorenzo Milani non sarebbe stato particolarmente contento…

[*] – In veste di lettore-ospite

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[1] – Dalla lettera di don Lorenzo Milani a Giorgio Pecorini del 10 novembre 1959, in Giorgio Perini, Don Milani chi era costui?, Ed. Baldini e Castoldi, Milano, 1996, 2.a ed., pp. 386-90.

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