trasparenza opaca. ANAC INTERVIENE SU AGLIANA E MONTALE

Cantone, pensaci tu!

MONTALE-AGLIANA. La questione delle ripetute violazioni alla trasparenza è stata pubblicata su questi schermi molte volte per entrambi i Comuni e già il Prefetto Zarrilli, aveva avviato un sollecito e adeguamento, al rispetto della disciplina di Anac rimasto evidentemente inevaso.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) e anche il Difensore civico regionale Vannini avevano già riconosciuto delle violazioni alle prescrizioni del Freedom of Information Act (Foia) e del Sostituto provvedimentale che – a parere sempre di Anac – è un’importante figura di garanzia che deve essere bene e chiaramente pubblicizzata sul sito web dei due comuni confinanti.

Questi – non è un dettaglio – sembrano avere una medesima radice per queste gravi violazioni e questi disservizi che investono la sfera della Trasparenza e dell’accesso agli atti.

Un lusso nei Comuni di Betti e Mangoni, posti nelle mani del medesimo Segretario Generale, anche Rpct (l’acronimo designa il Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e Trasparenza) la Dott.ssa Donatella D’Amico, a noi, ben nota.

Il suo nome – è questa una sorta di cortesia istituzionale o forse una forma di reticenza? – non viene mai fatto nella nota di Anac, ma ci pensiamo noi.

Infatti la D’Amico è la seconda volta che viene trovata in difetto: l’altra è quella della scoperta di una buvette, interna al palazzo comunale di Montale che, la solerte dirigente, non aveva mai “odorato” prima della nostra denuncia.

La lettera di Anac del 19 aprile

Solo dopo il 6 Febbraio, si è decisa a prendere dei provvedimenti moralizzatori, imposti in urgenza a seguito della nostra inchiesta, poi confermata nella sua giustezza dallo stesso sindaco Betti.

Per questo motivo, viene da tutti chiamata la “Bella addormentata”: non siamo certo noi a essere irrispettosi o birichini con tali appellativi irriverenti.

La dottoressa Donatella D’Amico e il dottor Fabrizio Alfredo Nerozzi

L’intera vicenda della violazione alla disciplina sulla Trasparenza dei due Comuni è un fatto denunciato da oltre un lustro, che ha visto gli interventi di almeno tre difensori civici, due Prefetti e ora, anche di Anac.

L’Autorità centrale guidata da Raffaele Cantone sembra però esser stata blandita dalla D’amico con il pretesto di un, molto verginale “approfondimento giuridico”, che però ci appare incomprensibile vista la grandezza dei due comuni con un numero di residenti complessivi inferiore a 30.000 unità.

Quale “approfondimento” occorre? Si applichi la legge datata e si faccia le cose che servono e sopratutto, si aprano gli archivi. Of course.

La D’amico non gradisce ricevere i cittadini e specificamente i giornalisti ficcanaso che fanno domande incresciose e non solo sulla violazione alla normativa anticorruzione e della Trasparenza, ma anche su altri argomenti: uno per tutti, l’accesso generalizzato agli atti.

Il Comune di Agliana, non consegna agli Ispettori di Polizia Municipale (è il caso della Turelli) degli interessanti documenti pubblici, confluiti in commissioni pubbliche e dunque automaticamente resi atti pubblici, senza riserve, ma mai protocollati e dunque negati.

Un malcostume che odora di vessazione (dei cittadini) e di reticenza sistematica, entrambe assicurate anche dalla copertura silenziosa della stessa Segretaria generale Donatella D’amico.

Questa è la storia, di una violazione delle norme sulla Trasparenza che appare oggi istituzionalizzata nei due Comuni, senza più speranza, escludendo un sanificatorio intervento del Raffaele Cantone.

[Alessandro Romiti]
alessandroromiti@linealibera.it


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