AGLIANA. Non avrei mai creduto che, col passare del tempo, dalle incazzature di questo mestiere sarei finito con il passare al massimo divertimento. Del resto, come diceva Luciano di Samosata (II sec. d. C.), la vita è una sfilata di maschere in cui tutto succede e tutto sconvolge tutto.
Oggi c’è tanta fibrilla in questa cittadina di 18mila abitanti! Le sorti si sono ribaltate e chi era re, ora è schiavo; e chi era schiavo, ora è re. Per quanto? E chi lo sa? Nessuno può saperlo perché – dice ancora Luciano in un’altra sua opera – gli uomini sono come delle fysalídes, delle bolle d’acqua: scoppiano all’improvviso.
Eppure quanta fibrilla ad Agliana: i re perché hanno vinto, gli schiavi perché sono rosi dall’angoscia di non poter poggiare (e non sanno per quanto) il loro, fino a poco fa, tenero culetto su morbidissimi cuscini persiani.
Arrovellarsi è il verbo giusto, traducibile, contemporaneamente in: agitarsi, accalorarsi, preoccuparsi, sforzarsi, accanirsi, tormentarsi, angosciarsi, angustiarsi, rodersi.
Ma perché tanto sforzo per dei beni terreni? Non ci insegna forse il Vangelo che i gigli del campo (tranne il giglio magico che tesse la trama del CSM) non tessono, eppure sono arricchiti da abiti splendidi? E gli uccelli del cielo, seminano? No: eppure raccolgono come certi inetti che vivono alle spalle degli altri grazie a una palamara che li tiene bene ormeggiati e al sicuro dai fortunali improvvisi.
Ad Agliana faranno comodo, nelle prossime ore, tutti i defibrillatori sparsi qua e là e in ogni luogo, come dio uno e trino, per richiamare all’ordine la fibrilla.
La Giunta, intanto, è quasi pronta. E porta una novità di ispirazione europeistica, tanto cara ai democratici schiantati dalla destra locale.
Le voci che corrono, infatti, dicono che, con un colpo improvviso di reni, un po’ alla gatto selvatico, Benesperi presenterà una Giunta da Eurovision: ben 7 assessori 7 – e tutti donne, una più bella dell’altra.
Curiosi? Ne siamo convinti. Le prime tre, giovani, bionde, di pelle chiara, alte e con occhi cerulei da dèe dell’Olimpo, costituiranno il consiglio ristretto; le altre quattro, more, di pelle ambrata, occhi scuri e capelli ricci, multietniche, serviranno a far capire perfino al parroco che Agliana è vidkrìti dlià svìtu, aperta al mondo, come si dice in ucraino. A lui piace la Portaperta.
I nomi? E vabbè: Fede, Speranza e Carità, la prima terna o trinità femminile; Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza, saranno le donne del maggior consiglio.
Con queste premesse, anche il Don potrà tranquillizzarsi e smettere di pensare male degli aglianesi che vanno alla messa dei belli e si confessano, ma parlando solo di furti di marmellata e di fruttini Zuegg, di normale uso e consumo quando eravamo ragazzi e servivamo insieme le messe e gli uffizi da morto seguìti da don Enzo Benesperi.
Alla fine tutto torna e alla fine tutto si placa o, come diceva padre Pàvel Vassìle, russo lipoveno di Carcalìu in Romania, «tutto se resolve en Cristo».
Ma tu vàglielo a far capire a vincitori e vinti, a salviniani demoniaci e a cattocomunisti democratici che si agitano fino a strozzarsi e che tanto somigliano a quell’orda di spermatozoi che, sparati a raffica nella terra di nessuno, iniziano la gara di corsa per andarsi a sedere per primi nell’ovulo.
Quanta fatica! Non sanno, porèlli, che il primo che entra è… un uomo morto!
PS – Dubbio esistenziale: qualcuno mi sa dire perché i preti ce l’hanno con Salvini, visto che Cristo fece papa Pietro, che lo aveva rinnegato per tre volte?
Loro il Vangelo lo vivono così…?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritto di satira, di critica,
di trinità e di marmellate varie