ORESTE GIURLANI VINCE, MA CON QUALCHE BRIVIDO IN PIAZZA MAZZINI

Pescia, piazza Mazzini
Pescia, piazza Mazzini

PESCIA. Oreste Giurlani ha vinto le primarie del centrosinistra a Pescia. Questo è il dato che ormai tutti conoscono, e quello che il 9 marzo ha consegnato alla storia, seppure la storia minuta della provincia toscana. Oltre duemilaseicento cittadini hanno votato, davvero tanti, per una piccola città che conta (bambini compresi) circa ventimila abitanti.

La vittoria alle primarie è sempre un fatto particolare, il cui significato va molto al di là dell’esito, che è stato quello di dare al centrosinistra un candidato legittimato dal voto di oltre milletrecento cittadini, che ovviamente valgono molto di più di alcune teste chiuse in una fumosa stanza a scegliere il candidato più gradito.

Potremmo dunque fermarci qui, fra le lacrime di Oreste Giurlani e dei suoi collaboratori (tanti giovani, altri meno giovani) e la visita al Comitato Giurlani dello sconfitto eccellente, Andrea Giuntoli.

Potrei farlo, ma forse non sarebbe corretto non raccontare anche la storia del pomeriggio “di passione” pesciatino, che ho osservato dalla soleggiata Piazza Mazzini, quel bel corridoio naturale che ancor più bello sarebbe senza le macchine parcheggiate.

Qui, purtroppo, si sono consumate alcune scene di ordinaria follia (mi scusino i protagonisti di questa piccola vicenda, ma non posso che definirla tale), con la polizia che è stata costretta a trascorrere alcune ore, spoglio compreso, presso il seggio del Centro storico.

Grida, un po’ di agitazione di cui sono stati vittime alcuni elettori, un’intensa attività a pochi metri dal luogo nel quale si votava, hanno caratterizzato le ore che avrebbero dovuto – almeno nelle intenzioni degli estensori dello Statuto del Pd – segnare il punto più alto nella vita partecipativa del Partito stesso. Così, mio malgrado, fra un gelato e una bibita consumata al bar all’angolo, ho sentito dire che “I pistoiesi non dovrebbero stazionare in Piazza a Pescia”. Ciò che ho visto, alla fine, è stata la (ri)conciliante presenza di Andrea Giuntoli al comitato pro-Giurlani a fine serata, col risultato già acquisito.

Tutto è bene quel che finisce bene, oppure vissero felici e contenti, come è giusto dire nel paese della fiaba per eccellenza, il “Burattino di Collodi”, ma siccome la storia minuta non vive solo di esiti elettorali, era forse giusto raccontare anche una storia un po’ diversa, per quanto fatta di luci ed ombre. Un po’ più cronaca, un po’ più reale…

Melissa Bianchi

redazione@linealibera.it

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