SAN MARCELLO. Ci dicono che venerdì scorso si sarebbe riunita la commissione che a San Marcello si interessa dell’ospedale, o almeno quel povero rimasuglio che n’è restato dopo le brillanti elucubrazioni e i grandiosi interventi del direttore generale Roberto Abati, che – sappiamo bene – ha agito secondo le indicazioni operative del suo lungimirante e ispirato Presidente Rossi.
Facciamola breve. Sembra che ci sia stata una frase – sùbito còlta da qualche spirito ameno – che è suonata pressappoco così: «Lasciamo stare perché non avrà lunga vita».
Da qualche tempo, peraltro, si sentiva parlare di una prossima sparizione di Abati stesso dalla scena dei tagli. Poi potrebbero anche essere delle pie illazioni: ma il giornalismo non vive forse delle chiacchiere di palazzo, checché ne dicano i compagni che spesso e volentieri vogliono insegnarci a leggere, scrivere e fare di conto a lode e gloria del loro intramontabile potere?
In commissione c’erano – oltre altri – anche l’On. Caterina Bini e il Consigliere regionale Venturi. Mentre il caccia-intercettore di fondi (mai trovati), Sabrina Sergio Gori, con la sua aria da saggia schizzata sul carro di Renzi, ha spiegato alla Cormio com’è fatto un ospedale e un pronto soccorso. Tutt’altra cosa da quello di San Marcello. Alla fine, sarebbe stato detto, grazie a Dio!
Lasciamo perdere, però. È meglio. E speriamo che davvero si torni ai santi vecchi. E che soprattutto il pacifico dottor Abati possa avere migliori opportunità se davvero avrà – com’è stato detto – vita breve (chiaramente come dirigente, s’intende).
Però si sente odore di elezioni…
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