PRATO-OSTE. L’assemblea è stata moderata dal correttore e parroco don Simone Amidei, che ha ricordato che sarebbero stati ammessi alle domande solo i residenti di Oste, invitando tutti alla moderazione: fu lui a dare impulso alle richieste di chiarimento, rivolgendosi, a febbraio, al Vescovo Tardelli per denunciare la nascente minaccia con l’ipotesi di smembramento della sezione ostigiana.
La relazione del presidente Bartoletti è stata impietosa, ma ha fatto una premessa che nessuno è mosso da intenti vendicativi, né alcuno pensa di togliersi qualche “sassolino dalla scarpa”, avvisando che è ancora viva la speranza di riuscire a comporre la lite con la “mamma” di Prato, rifuggendo qualunque istinto di guerra.
Da un anno intero l’Arciconfraternita pratese è un muro di gomma che sfugge a ogni chiarimento e si comporta con poco spirito di fratellanza.
La relazione di Bartoletti ha richiamato cronologicamente una serie di vicende, tutte accomunate da una costante (che peraltro non è affatto nuova a noi di Linee Future), la supponenza, la mancanza di trasparenza, l’indolenza e il menefreghismo nei confronti della sezione figlia che rischia di essere ostracizzata da quando, nell’autunno dello scorso anno, aveva progettato di assumere un dipendente in vista dell’accrescimento degli impegni richiesti dai servizi.
Così si scoprì che l’Arciconfraternita non era affatto d’accordo, causa la malagestione finanziaria della sezione, accusa rigorosamente smentita ieri sera dai relatori e dall’esperta nominata in questo frangente, la dottoressa Chiara Picelli, che ha ribaltato la questione: i bilanci della Confraternita di Oste (certificati dal commercialista Paolo Gori di Prato) non sono affatto in perdita, ma, al contrario, sono attivi con valori da 37mila € nel 2013, 156mila nel 2014 e 112mila nel 2015.
Insomma sembra di dover intuire l’intenzione strumentale di voler creare una mistificazione della verità, gettando cattiva luce sulla sezione di Oste, con le conseguenze del commissariamento giunto nel tardo pomeriggio del 16, in pieno del torpore ferragostano.
L’avvocato Filippo Toccafondi ha spiegato in modo appassionato che la vicenda di Oste è abnorme e kafkiana, per come viene descritta la sezione: essa invece dovrebbe essere encomiata e portata a esempio presso le altre associazioni del territorio, ma viene commissariata dopo una serie di iniziative che definire scorrette è, secondo l’avvocato, un eufemismo.
I relatori hanno richiamato l’onorevole comportamento del Proposto Paolo Bandini (succeduto a Luigi Biancalani, oggi assessore di Biffoni) il quale ha votato contro l’azione di commissariamento (6 contrari e 7 favorevoli) e si è opposto a deliberazioni in ordine alla alienazione dell’immobile, semplicemente perché estranea agli argomenti posti all’ordine del giorno del consiglio direttivo: un punto che – a nostro parere – potrebbe dimostrare il vero intento della manovra collegata alla vicenda Farmacom.
L’episodio è stato commentato tra i volontari presenti che hanno a più riprese citato il nome del capo segreteria dell’Arciconfraternita, Andrea Gori: sarebbe stato lui – ha quanto è stato detto – ad assumere iniziative dirette a dare impulso agli atti.
Momenti di ilarità hanno attraversato la platea quando l’avvocato Toccafondi ha riferito dell’intervento del suo collega Alberto Corsinovi, giunto in sezione per “calmare le acque” il 17 agosto, lamentando che il commissario inviato era stato soggetto a azioni di violenza, perché “costretto a digiunare e impedito anche di bere”, adombrando così una paradossale ipotesi di “sequestro di persona” nei confronti dello Iacolare.
Corsinovi, sembrava non sapere che era stato proprio il commissario a ripetere ostinatamente “rimarrò qui seduto, fino a che non mi darete le chiavi della sezione”: nessuno lo aveva “sequestrato”.
Oggi, ben diversamente, è la sezione ostigiana che si trova costretta all’inerzia per l’azione di “sabotaggio dei collegamenti” e dalle disposizioni di manleva dei servizi promossi da Prato.
Non meglio è andata con la richiesta di un intervento da parte del Presidente Nazionale delle Misericordie, Roberto Trucchi.
Anche questa volta (ma non ci sorprende) ha preferito astenersi e lasciare la patata bollente in mano ai litigiosi.
Critiche non sono mancate nei confronti della stampa organica locale che avrebbe divulgato i comunicati stampa della Arciconfraternita senza verificare le notizie e confrontarsi direttamente con la sezione di Oste.
[Alessandro Romiti]
Segue a: https://www.linealibera.it/oste-mercys-true-story-part-two/
5 thoughts on “oste. MERCY’S TRUE STORY PART ONE”
Comments are closed.