osteria numero 1. IL SINDACO BENESPERI “SUCA” IL CAFFÈ PER CASO E REGISTRA LO SCONTRO CIOTTOLI-ROMITI: MA QUANDO BOCCIA GLI CHIEDE L’AUDIO, SI ACCORGE DI AVER COMPRATO UN CELLULARE NUOVO E DI AVER ROTTAMATO IL VECCHIO. LAAAMPU!

È comunque incredibile anche che un pubblico ministero non gli chieda di certificare le sue affermazioni esibendo almeno un documento fiscale dell’acquisto. Così. Tanto per mostrare che non ha comprato il telefonino nuovo o da un ladro qualsiasi o al mercato nero dei ladri


Lo sistema e ben lo sfrutta: poi, distratto, infìn lo butta…


TALE È LO BENESPÈR CHE IL CELLULARE

NUOVO LO PIGLIA E IL VECCHIO GETTA IN MARE


 

Forse quella sera, dopo aver vinto le elezioni, non solo mi ascoltava, ma mi stava anche registrando. Così… per caso

 

Il 28 agosto 2021 per chi non lo ricordasse l’assessore Maurizio Ciottoli cianchettò il nostro Alessandro Romiti in Comune, ad Agliana.

Intervenne la allora comandante dei vigili Lara Turelli, per impedire che il Ciottoli – more solito – “arrivasse un frucone” al Romiti.

Tutto ciò si svolse sotto gli occhi di varie persone: tra cui anche Pedrito l’epigastràlgico con sindrome calunnio-ruminàntico-diarroica.

La procura della repubblica di Pistoia si è occupata di recente di questi fatti. Che sono stati affidati al sostituto Luigi Boccia: il quale, dopo aver stralciato la posizione del Benesperi (senza neppure comunicarlo a nessuno: tanto che dello stralcio non si fa menzione neppure su un 335 richiesto precedentemente alla decisione di Boccia di mandare tutto all’archivio; lèggasi cestino della carta straccia);

il quale sostituto Boccia, sentito quel sindaco, che il più delle volte non sa quello che dice e quello che fa (vedi funerali di Comune, con fascia tricolore, per Vannino, che non era neppure cittadino di Agliana), concluse (il soggetto è sempre Luigi Boccia) che, poiché sulla scena del crimine c’era un altro ufficiale di polizia giudiziaria (lèggasi Lara Turelli), era del tutto superfluo rinviare a giudizio anche il calunniatore primo cittadino di Agliana. La correità, infatti, in procura a Pistoia, vale solo per certi nomi e cognomi.

Tra l’altro Boccia, che ci ha negato l’estrazione di copia dei documenti a fascicolo, aveva sentito – ma ci andiamo a mente, perché i documenti non ci sono stati dati e sono obiettivamente troppi per citarli a mente senza sbagliare –; aveva sentito l’epigastràlgico.

E sembra che bimbominkia, come veniva appellato in certi audio telefonici, gli avesse detto che era sceso dal suo ufficio giù, a pianterreno o quasi, sulla scena – appunto – del crimine. Ma questo solo per caso, dato che era lì per sukare un caffè. E tuttavia – guarda un po’ – aveva opportunamente sistemato il cellulare, acceso in Rec, nel gabbiotto dell’usciere.

Benesperi. Dimentica le cose o preferisce scordarsele?

Sembra che però abbia detto al sostituto Boccia, quando lo interrogò, che il cellulare con la registrazione non lo aveva più: perché lo aveva cambiato poco dopo con un nuovo modelli, e il vecchio era stato mandato all’archivio come certe denunce in procura a Pistoia.

Dinanzi a questa dichiarazione del Benesperi, che però – pur se era presente la Turelli in veste di polizia giudiziaria – sempre era il primo ufficiale di polizia giudiziaria di Agliana e, come tale, avrebbe dovuto farne relazione alla procura, dato il fatto che, per l’accaduto, si parlava di violenza privata, reato – se non erriamo – perseguibile d’ufficio; dato tutto questo, il sostituto Boccia ha opinato (a suo avviso) che il Benesperi poteva ben essere creduto; indi stralciato, scriminato e rilasciato libero di fare liberamente i danni cui è solito inclinare.

Ma parliamoci chiaro. Non solo è incredibile che uno che cambia il cellulare dopo che lo ha acceso apposta (anche se era lì per caso: ma Benesperi è sempre, di per sé, un per caso…), butta via quello vecchio senza trasferirne una copia con tutti i dati sul cellulare nuovo: è incredibile anche che un pubblico ministero non gli chieda di certificare le sue affermazioni esibendo almeno un documento fiscale dell’acquisto. Così. Onde mostrare che non abbia comprato il telefonino nuovo o da un ladro qualsiasi o al mercato nero dei ladri.

Credere poi, da parte di Boccia, con tanta facilità a chi rumina di notte e di giorno, ed è sfiaccolato dalle violenze ricevute dai malvagi di Linea Libera, come prospettato da Claudio Curreli e Giuseppe Grieco e avallato da Luca Gaspari senza fiatare, fa riaffiorare alla mente la storia di un benzinaio cornuto di Quarrata a cui dissero: «Guarda che la tu’ moglie ti fa le corna con Tizio». E non è un aneddoto.

E lui, Cornelio, per vendicare il proprio onore offeso, affrontò il cornificante con queste parole severe e minacciose: «Oh, ma è vero quello che mi hanno detto? Che tu mi fai le corna con la mi’ moglie?».

Quel giorno in Comune ci fu parapiglia. E il Benesperi? Mentre Berta filava, il sindaco, lì per caso, registrava e sukava il caffè. Poi gettò il cellulare, non fosse mai che si sentissero le urla dell’aggressore…

Al che l’interpellato rispose: «Via… Ma che dici? Ma scherzi? Di certo no, che non ti fo le corna con la tu’ moglie». E a quel punto Cornelio concluse: «Ah… Mi credevo…».

Omero ci avrebbe scritto sopra una scena comica come quando racconta le corna che Venere faceva a Vulcano con Marte e ci presenta le risate di Apollo e Ermes che pigliano in giro il cornuto, mentre Nettuno si incazza perché non sta bene che due giovani dèi deridano un povero sciancato con gli attributi del cervo.

Una scena famosa che il dottor Boccia – pur laureato alla prestigiosa Federico II, come si dice – forse non conosce anche se è mirabilmente ripresa da un famosissimo Giambattista Marino, cavaliere partenopeo, nel suo infinito Adone.

È una lettura consigliata a tutti, gustosa e ilare: ottave 192-224, ispirate da Odissea, VIII 266-366, in Adone VII. Su cui – fine anni 90 – tenni, anche con una certa soddisfazione, perfino una lezione di alta cultura di comparatistica all’Università per Stranieri di Perugia.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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