“Questa è la domanda che si pone Patrizia Ovattoni che aggiunge benzina sul fuoco”
PRATO. Comprendo perfettamente le perplessità delle associazioni e dei cittadini che abitano nella zona in cui è prevista la costruzione di questo Hub; zona, tra l’altro, già stressata da infrastrutture pesanti e che, sicuramente, subirà ulteriori disagi e complicazioni a causa dell’aumento significativo di camion in circolazione (circa una ventina al giorno). Se l’aspetto logistico mi lascia perplessa — prosegue Ovattoni — quello tecnico mi preoccupa. Conosco bene l’argomento ed ho portato in visita alla filiera del riciclato tessile parlamentari, eurodeputati e, di recente, il sottosegretario al MITE con lo scopo di portare le richieste del territorio sui tavoli decisionali del governo.
Nel giugno scorso, inoltre, ho presentato in comune un ODG specifico sull’economia circolare tessile in cui ho avanzato proposte anche su un HUB tessile ma, incredibilmente non è stato ancora discusso. Questo, purtroppo — sottolinea Ovattoni — è il classico modus operandi della maggioranza che agisce in maniera arbitraria senza alcun confronto.
Sulla questione interviene anche la consigliera regionale d’opposizione Elisa Tozzi: “Bene un investimento che confermi Prato come capitale dell’economia circolare tessile, anche se la scelta di non far rientrare gli scarti tessili delle confezioni mi lascia perplessa.
È fondamentale che i decisori locali ascoltino la voce dei residenti che chiedono di valutare localizzazioni alternative perché progetti così impattanti per una comunità non dovrebbero mai essere vissuti come imposti dall’alto”.
La mia paura — continua Ovattoni — è che quando viene realizzata una importante infrastruttura senza dire nulla a nessuno, c’è qualcosa da nascondere; ricordo che Prato è già un HUB tessile poiché conta più di 50 primi impianti che, oltre al resto della filiera del riciclato, lavorano migliaia di tonnellate di scarti tessili pre e post consumo e quindi vorrei capire se questo nuovo impianto sarà alternativo o complementare, in quanto c’è una bella differenza.
Avevo immaginato un polo logistico nazionale destinato al rafforzamento della filiera già esistente, ma i pochi dati snocciolati in merito a come svolgerà il lavoro questo nuovo impianto e la quasi totale mancanza di tecnici specializzati sui tavoli progettuali, non promette nulla di buono.
Le domande e le perplessità — conclude Patrizia Ovattoni — sono molte ed era previsto un tavolo di confronto tra teorici e tecnici ma rimandato a causa covid, si spera si possa riconvocare al più presto onde evitare un CREAF 2.0.
Patrizia Ovattoni
Consigliera Comunale