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PISTOIA. Domenica 25 giugno a Pistoia ci sarà il ballottaggio per decidere quale schieramento politico governerà la città. La posta in palio se la giocano i due schieramenti storici: il centro destra, rappresentato dal fascista Alessandro Tomasi con il sostegno dei “figliocci” di Gianfranco Fini di Fratelli d’Italia, dei razzisti della Lega Nord e degli “intrallazzoni e affaristi” di Forza Italia, e il nuovo centro destra, rappresentato dal sindaco uscente Samuele Bertinelli, sostenuto da quel partito di governo che negli anni ha fatto di tutto per peggiorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari e sostenuto da ben nove liste costruite appositamente da loschi individui, legati alle vecchie amministrazioni comunali e quindi al carro dei poteri forti, alla ricerca di voti per restare a galla.
Entrambi gli schieramenti rappresentano il peggio che la politica borghese è riuscita ad esprimere negli ultimi decenni, utilizzano il teatrino della politica per attuare quel programma comune che prima li ha visti fingere di litigare pubblicamente per dimostrare ai propri referenti di voler affermare interessi differenti, quando di fatto, facevano accordi sottobanco e andavano nella stessa direzione, per arrivare ad oggi, in cui gli obiettivi di affaristi, finanzieri e speculatori vengono perseguiti alla luce del sole, senza dover più fingere come facevano un tempo.
La tendenza positiva che si sta manifestando in tutto il paese attraverso la nascita di liste autonome da quelli che sono i partiti delle larghe intese e in rottura con le prassi ingiuste e antipopolari istituite della borghesia imperialista, ha visto la nascita di amministrazioni locali di tipo nuovo come ad esempio quella di Napoli con il sindaco Luigi De Magistris, ma anche quella di Livorno con il sindaco Filippo Nogarin del Movimento 5 Stelle e quella di Sesto Fiorentino con alla testa il sindaco Lorenzo Falchi, sostenuto dai comitati ambientalisti e in rottura con i vertici del PD.
Nella nostra città questa tendenza si è tradotta nella nascita delle liste “Pistoia cambia” e “Pistoia in movimento” a sostegno di Ginevra Lombardi candidata a sindaca, due liste strettamente legate ai tanti cittadini che negli anni si sono costituiti in organismi operai e popolari: per impedire lo smantellamento delle parti progressiste della costituzione; per vigilare sull’esito del referendum del 4 dicembre; per occuparsi del proprio territorio cercando soluzioni pratiche ai problemi dovuti al progressivo abbandono dei quartieri da parte delle amministrazioni; per attuare tutte quelle misure necessarie per farvi fronte a prescindere dalle decisioni prese dai rappresentanti di governo.
Esempio positivo sono i giovani del Presidio permanente per gli spazi sociali che da qualche mese si sono riappropriati di una zona abbandonata della città, lasciata all’incuria e al degrado, come il centro di via dell’Annonna (mercato ortofrutticolo): organizzandosi per riqualificarlo e rendendolo un bene comune fruibile da tutti.
L’aspetto principale per fare fronte ai problemi che quotidianamente assillano i lavoratori pistoiesi non è certamente quello di mandare al governo della città la coalizione “meno peggio” tra le due rappresentate da emeriti esponenti dello stesso teatrino, così come non è neppure quello di ottenere un consigliere d’opposizione se questo pensa di poter condurre delle battaglie vincenti all’interno del consiglio comunale senza un reale coinvolgimento delle masse popolari organizzate.
Nessuna amministrazione comunale, sindaco o consigliere d’opposizione, può contribuire a cambiare le sorti della propria città se non si fa promotore della partecipazione crescente delle masse popolari alla vita politica del paese e se allo stesso tempo non lavora per coordinarsi con altre amministrazione di tipo nuovo per costruire un proprio governo d’emergenza.
Una amministrazione comunale, così come un sindaco o un consigliere d’opposizione, da soli sono impotenti rispetto al sistema di governo nazionale che negli anni ha privato le autonomie locali di un reale potere sulla comunità, tagliando fondi su fondi e di fatto rendendoli dei semplici esattori di tributi e balzelli imposti dall’alto.
Soltanto le masse popolari che si uniscono in organizzazioni operaie e popolari, che si coordinano tra di loro e che lottano per costruire una propria amministrazione d’emergenza, possono realmente contribuire a salvare Pistoia e il resto del paese intero negli interessi di tutti coloro che per vivere devono lavorare e che se non lavorano non possono vivere.
Per questo motivo le liste “Pistoia cambia” e “Pistoia in movimento” potranno diventare un’esperienza positiva soltanto se continueranno a lavorare sul territorio anche dopo l’esito elettorale; mobilitando i 64 cittadini che hanno composto le due liste in sostegno a Ginevra Lombardi sindaca; continuando a costruire iniziative politiche di interesse pubblico; facendo informazione e contro informazione rispetto alla mala politica del governo Renzi / Gentiloni; promuovendo il protagonismo e la mobilitazione di tutti quei cittadini che giustamente non sono andati a votare; sostenendo in tutti i modi e in tutte le forme possibili le battaglie che vengono portate avanti dai comitati cittadini per l’affermazione degli articoli progressisti della costituzione del 1948 a partire dall’affermazione della parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti” e dalla difesa dell’ambiente.
Votare per il meno peggio tra il fascista Alessandro Tomasi o il reazionario Samuele Bertilelli non porterà alcun beneficio alla classe operaia e al resto delle masse popolari. Entrambi i candidati fanno capo a schieramenti politici che per forza di cose devono lavorare per affermare gli interessi economici di quei gruppi di potere che hanno la necessità di privatizzare tutto quello che resta del servizio pubblico, di eliminare il CCNL, di imporre il Job’s Act, la legge Fornero sulle pensioni, lo sblocca Italia, la legge Madia sul pubblico impiego, la legge Minniti-Orlando per il controllo sociale ed eliminare gli articoli progressisti della carta costituzionale.
Fermo restando che l’aspetto principale per mettere mano agli effetti peggiori della crisi passa attraverso una crescente partecipazione da parte della classe operaia e del resto delle masse popolari alla vita politica, culturale, economica e al controllo della città, invitiamo i comunisti, gli elementi avanzati delle organizzazioni operaie e popolari, i nostri collaboratori, i nostri simpatizzanti e tutti coloro che realmente vogliono costruire un’alternativa al sistema sociale capitalista ormai in putrefazione ad astenersi dal voto.
P_Carc